giovedì 26 novembre 2009

FUORI PROGRAMMA 25 – Halloween Corinaldo: a far paura c’è solo una manifestazione senza senso

Pesanti lacune nell’organizzazione, ore di code al freddo, alcool dappertutto, malori continui, danni materiali. Ecco la più grande attrazione del comprensorio senigalliese. Quella che chiama migliaia di persone da tutta la regione e dal resto d’Italia. Per cosa non si sa…


Non era in programma di dedicare un intero lavoro anche ad Halloween-Corinaldo fra le nostre inchieste. Eppure, quando alle ore ventidue e quaranta di sabato 31 ottobre ci troviamo imbottigliati in una coda di auto lungo l’omonima strada, in località Brugnetto di Senigallia, l’idea inizia ad avanzare. Quando poi arriviamo dopo una ora e mezza di fila e quindici chilometri percorsi a passo d’uomo siamo praticamente già certi di dover pubblicare qualcosa a riguardo.
Ma in realtà è solo l’aperitivo della serata.
All’incrocio di Corinaldo, come di consueto, le auto iniziano ad uscire dalla provinciale per cercare parcheggio. Lo scenario è a dir poco allucinante. Macchine lasciate ogni dove: lungo le vie in doppia fila, sui marciapiedi, all’interno di proprietà private, nei piazzali delle aziende, sui campi incolti, nei fossi. Non c’è neppure il posto per un motorino. Posteggiamo la nostra a fatica proprio su un terreno, fra le altre centinaia. Siamo già a quasi un chilometro di distanza dall’incrocio e dal piazzale dove partono i bus navetta.
Nel punto d’attesa del servizio di trasferimento ci sono circa cinquecento persone che attendono il turno di salita. E man mano che partono se ne aggiungono altrettante. Ma ecco il primo “stop”. Bisogna fare il biglietto del costo di un Euro. Da questo esempio d’inizio i più scaltri già presagiscono una serata in stile “portafoglio alla mano”. In ogni modo, nonostante i numerosi mezzi a disposizione, i ragazzi che vogliono arrivare al borgo sono tanti e quindi la situazione costringe ad un’altra attesa all’aperto di non meno di trenta minuti.
Se l’organizzazione avesse concepito il servizio navetta fuori Corinaldo si sarebbe evitato blocco della strada e del paese stesso. Numerose infatti potevano essere le opportunità di lasciare i propri mezzi in località Passo Ripe, Brugnetto, Cannella. Ciò risulta assolutamente strano, pensando pure alla vocazione turistico-religiosa della cittadina.
Al paese, dentro le mura, quando arriviamo è già mezzanotte passata. Ci sono varie migliaia di persone senza contare le altre che ancora devono arrivare. Ma la rocca è già tutta intasata. La scalinata è piena, lo spiazzo del Municipio assolutamente bloccato dalla folla, i vicoli immediati colmi. I fumi dell’alcool inebriano tutta l’aria e la sensazione non è propriamente gradevole. Non potendo completare direttamente la salita sui gradini a causa del pienone decidiamo di farlo attraverso i vicoli. Lungo le stradine, si cammina abbastanza bene se ci si allontana. Incontiamo qui disco-bar, concerti, discoteche d’occasione ricavate in cantine, garages, locali privati. Sono l’unica attrazione della serata e richiamano i ragazzi al ballo e alle bevute. Ci accorgiamo che la gran parte delle presenze viene dalle altre province della regione e l’affluenza del comprensorio senigalliese appare invece alquanto scarna. Risalendo allora dal vicolo Cimarelli verso il piazzale del Municipio incontriamo la folla che tenta di dileguarsi dalla piazza dove c’è un concerto. Ci si stringe sempre di più quando ad un certo punto si arriva anche al panico totale. Tutti schiacciati l’uno con l’altro tra spintoni, gomitate ed in alcuni casi addirittura botte. Volano insulti, parole d’offesa, lamenti. Noi stessi rimaniamo nel mucchio impossibilitati a muoverci senza neppure poter immortalare il momento con uno scatto. Le braccia sono legate in basso a causa delle pressioni esercitate dagli altri corpi. Non riusciamo a sollevare nemmeno la macchina fotografica. Diverse ragazze provano un senso di oppressione e nella paura scoppiano in lacrime. Qualcuno addirittura perde i sensi e viene trascinato dagli amici come meglio possono. Ad un certo momento ci troviamo casualmente trasportati dalle forze sullo spigolo del vicolo Cimarelli e sul bordo in cima la scalinata. Non nascondiamo di provare per un attimo un senso di viva apprensione per una possibile caduta in basso per “effetto domino”. Centinaia di persone che fanno pressione dal piazzale ed altrettante sui gradini ferme che tentano di scendere.
Scampato il peggio saliamo da un altro lato.
Finalmente raggiungiamo il corso. Qui nonostante la folla si può ancora camminare e c’è il classico mercatino con cianfrusaglie: cappelli, braccialetti, palloncini. Ma si cade addirittura nel ridicolo per non definirlo disgustoso. Si vendono palloncini per bambini che riproducono il pene maschile. Naturalmente li comprano gli adulti per riderci sopra. Oppure una specie di rastrello metallico per l’orgasmo cutaneo del capo. Mentre ci perdiamo fra le stupidaggini veniamo ancora stretti dalla folla per il passaggio di una barella con un malato piuttosto grave, trascinato a rotelle sui ciottoli del selciato. Ci dirigiamo poi verso le altre piazze dove dovrebbero esserci in programma stands gastronomici e feste. In realtà troviamo solo folla ogni dove e francamente nessuna possibilità nè di consumare cibi e bevande a causa del blocco, né quella di potersi divertire.
“Non c’ero mai stata…è la prima volta. Non la trovo però una manifestazione così strepitosa a parte la confusione ed il pienone” ci confida Mara di Porto Sant’Elpidio.
“Ho atteso un’ora per prendere una bevanda ed i prezzi non erano affatto allettanti” si sfoga invece Dario con noi.
E allora vediamo pure questi prezzi visto che ci siamo…
Se quelli del cibo e delle bibite appaiono quasi nella norma, quelli degli alcolici sono piuttosto esagerati:

Gnocchi al ragù – Euro 6,00
Polenta – Euro 5,00
Salsicce o braciole – Euro 5,00
Tiramisù o panna cotta o zuppa inglese – Euro 3,50
Bibite – Euro 2,00
Acqua ½ litro – Euro 1,00

Vino al bicchiere – Euro 2,50
Vino novello al bicchiere – Euro 2,50
Birra – Euro 3,50
Prosecco – Euro 3,50
Amari e liquori piccoli – Euro 5,00

Il sospetto che sia una festa creata ad hoc per riempire le tasche del commercio locale viene praticamente confermato alla visione di quello che accade nei negozi. Forni, salumerie, pizzerie aperte ancora dopo le una ed assolutamente prese d’assalto. C’è chi esce col panino con la mortadella, oppure con mezzo chilo di ciambellone al cioccolato, non avendo trovato altro di meglio da comprare. La fame costringe proprio ad acquistare qualsiasi cosa. Tutti i banchi e le vetrine degli esercizi di Corinaldo alle ore una e trenta risultano praticamente ripuliti. Non c’è una briciola in tutto il paese nemmeno a pagarla il triplo.
Ma oltre il vuoto complessivo della manifestazione ed il crudo aspetto commerciale c’è ben altro. La scelta di una festa completamente profana e materiale, basata solo sul mero profitto e sul consumismo acuto, stona non poco con la vocazione religiosa della cittadina, che per tre giorni l’anno pare dimenticarsi totalmente della devozione per la sua santa. A testimonianza di ciò basta recarsi proprio al Santuario, dove alla sinistra della facciata, all’inizio del vicolo attiguo (Sant’Agostino) sono state installate le ritirate igieniche da campo: persone in fila per i propri bisogni fisiologici, altre che invece orinano a pochi metri negli angoli coperti dal buio, giovani accasciati in evidente stato di malessere o semplice stanchezza, fioriere divelte, danni materiali a strutture pubbliche e private.
Evidente è pure l’enorme quantità di ragazzi in preda degli effetti etilici in giro per il borgo. Sicuramente la principale causa degli atti di teppismo che si sono registrati e della miriade di effetti personali perduti: elementi d’abbigliamento, cellulari frantumati in terra, vetri e bottiglie di ogni genere. Considerato poi che tutti i partecipanti arrivano con proprie autovetture la situazione può definirsi “alquanto confortante”…
E finalmente usciamo.
Oltre un’ora d’attesa per la navetta della discesa. Non c’è una fermata specifica delimitata. Gli autobus si accostano un pò dove vogliono e chi prima arriva davanti alle porte sale. Fra gli addetti all’ordine ci sono semplici cittadini, volontari della Protezione Civile, volontari dell’Associazione Nazionale dei Carabinieri, che invece di regolare i flussi perdono di mano l’intera situazione. Dopo circa quarantacinque minuti d’attesa al freddo scoppia un altro caos. Proteste da ogni parte, gente arrabbiata, pianti…C’è chi ferma l’autobus sulla strada pregando l’autista di farlo salire con vere lacrime agli occhi. C’è chi addirittura si getta sull’asfalto per fermare le navette. Uno scenario assurdo alle prime ore del mattino con una temperatura di cinque gradi. Durante la discesa poi i conducenti devono stare ben attenti a non investire le persone che stanche dell’attesa hanno deciso di fare gli ultimi tre chilometri a piedi. Sulla strada buia infatti che porta dal paese alla Corinaldese ci sono centinaia di persone che camminano.

Tutto questo per la più rinomata festa delle streghe all’italiana. E pensare che nelle prime edizioni si doveva addirittura pagare il biglietto per entrare.









martedì 10 novembre 2009

FUORI PROGRAMMA 24 - Tutti pazzi per la f... (e non solo quella...)

Dopo Berlusconi anche Marrazzo cade nella rete dei ricatti a sfondo sessuale. E pare pure che non siano gli unici personaggi. Allora forse è giunto il momento di una riflessione. Quando l’Italia va a puttane nel più letterale senso della parola.


Che cosa spinge un politico di professione, di evidente successo, il rappresentante di una pubblica istituzione a frequentare per una mezz’ora una escort in un palazzo di governo o un travestito in un rione popolare, rischiando di giocarsi tutta la carriera, la famiglia, la faccia, il nome??
E’ la domanda chiave che ruota attorno agli scandali sessuali smascherati durante quest’anno che volge oramai al termine. Quesito che pare porsi più la signora al mercato di fronte al banco dell’ortofrutta piuttosto che la stampa ufficiale, attenta a comperare qua e là foto e filmatini osè per stupire e destinata a perdere continuamente sostanza per il sempre meno spazio dedicato alle analisi del caso.
Al di là dell’aspetto ideologico o dei contenuti politici, degli orientamenti sessuali e dei gusti personali, nessuno può veramente capire perché certi cervelli che dovrebbero essere tra i massimi sulla piazza, visto i ruoli che ricoprono, improvvisamente s’annebbiano di fronte una semplicissima donna “popolare” o ad un viado brasiliano che di meglio non ha in vita che battere e ricattare.
Come è possibile non valutare le conseguenze di una eventuale scoperta pubblica o probabile estorsione proprio non si sa. Non si sa come possa risultare normale far scortare dalle Forze dell’Ordine decine di ragazze scollacciate nei palazzi di stato senza che nessuno se ne accorga e divulghi la cosa. Eppure a far emergere il caso è stata una lamentela di una o più accompagnatrici non adeguatamente ricompensate. Non si sa come possa cadere nell’indifferenza il raggiungere la propria amante trans con l’auto blu condotta dallo chaffeur nella piena periferia di un territorio dove tutti ti conoscono. Stranamente, la vicenda è uscita allo scoperto in seguito alla denuncia dei ricatti, non per pettegolezzi. Non si riesce ad intendere come non si possa prevedere l’ipotesi di essere segretamente filmati o registrati nella residenza del Presidente del Consiglio come nella bettola del sobborgo.
Tutto ciò e ancor di più non gettano una valanga di dubbi sull’operato amministrativo, anche se in questi casi viene messo pesantemente in discussione, bensì sulla fragilità dell’uomo di potere, che per qualche minuto, di fronte alla trasgressione, diventa più debole dell’ultimo degli operai, del più basso degli spazzini, del più disgraziato dei precari, dei disoccupati, dei cassa-integrati.
Dunque assolutamente indifeso. E quindi ricattabile.
Uomini che possono tutto, anche prendere aerei per “sfogarsi” all’estero, magari a spese dello stato stesso, per evitare di essere visti. Eppure decidono di farlo ad un tiro di schioppo da casa propria, sborsando fiumi di denaro per signorine ben lontane dalle patinate copertine. Distorsioni mentali che rendono più piccante la violazione nei limiti o perdita generale del senno??
Di fronte al “vizietto” non ci sono tessere, bandiere, credi, professioni, classi, presidenti o senzatetto. C’è solo l’arrapamento totale che rende ciechi e sordi. E per capire di che cosa si tratta basterebbe forse una sola trasmissione televisiva o intervista con due persone: Lino Banfi e Alvaro Vitali. Senza l’aiuto di tanti politici, psicologi, giornalisti ed opinionisti.