venerdì 27 marzo 2009

ATTO III - L'ultima spiaggia

Quando la spiaggia diventa una puttana, usata e violentata in ogni modo a convenienza. E come compenso per le prestazioni ci sono solo autentici disastri ambientali.


Se vi capitasse l’opportunità di dialogare con uno dei pochissimi vecchi casebruciatesi rimasti (abitanti originari di Marina di Montemarciano) gli potreste chiedere come si presentava il litorale del luogo durante la prima metà del secolo scorso. La spiaggia si estendeva per decine e decine di metri dalla ferrovia. Nello stesso punto in cui oggi si trova la battigia non v’era altro che una enorme prateria, un campo verde che si espandeva verso Est fino ad arrivare dove attualmente c’è un mare profondo oltre tre metri.
Di anni ne sono passati e pure tanti. La natura ovviamente inarrestabile ha fatto il suo corso modificando la morfologia del territorio e le mappe geografiche. Ma se l’attuale situazione che ci si presenta, quella disastrata per intenderci, avesse avuto altre cause di derivazione, altre responsabilità individuabili in interazioni umane o peggio ancora, in veri e propri conflitti di interessi??
Di certo si sa che da tre decenni a questa parte sulla spiaggia di Marina di Montemarciano, oltre al normale e prevedibile succedersi degli eventi naturali come maree, mareggiate, venti, erosione, ecc., accade sempre qualcosa in più rispetto alle altre località. I fenomeni quando si scatenano miscelandosi tra loro si rivelano fatali per questo luogo e non v’è una benedetta volta che non se ne vanno senza lasciare ingenti danni. Il puntuale ripetersi ogni anno di questi avvenimenti però comincia da diverso tempo ad insospettire anche certuni cittadini, quelli coscientemente scaltri, s’intende (sempre che ne siano rimasti…).
Tra la telenovela delle Bandiere Blu rilasciate ai comuni confinanti, il mantenimento dell’eccellenza costiera regionale da Pesaro a San Benedetto del Tronto (fatta eccezione per Marina), le raffinerie che si espandono sempre più e i nuovi porti per gli yacht un pò ovunque, si sa per certo oramai che il prezzo da pagare che presenta la natura viene puntualmente riscosso dal mare ogni stagione sulla costa montemarcianese. Soluzioni al problema: nessuna. Interesse alla salvaguardia: nessuno. Proposte: nessuna. Interventi: nessuno. E quando accade, oramai neppure la stampa locale sembra interessarsene più dopo aver visto il totale “menefreghismo” della cittadinanza e della politica.
E cominciamo proprio da quest’ultima. In un territorio dove governa unicamente lo stesso partito politico da decenni sia in Regione, sia in Provincia, sia in quasi tutti i comuni compreso quello di Montemarciano ogni volta che accade un disastro sulla spiaggia, non solo non si riescono a dare risposte concrete al problema e a tutelare l’ambiente, ma accade qualcosa che ha dell’incredibile. Le eventuali giustificazioni ad hoc sull’accaduto arrivano solo se precedute dalle smorfie dell’attuale sindaco, unica figura che sembra interessarsi al caso da qualche anno. Sono storielle fuori luogo che nessuno comprende ma che vengono regolarmente divulgate sui mezzi d’informazione perché uscite dalle bocche degli “amministratori vip”. Proprio da quei giornali che stranamente qualche giorno prima si dimenticano persino di informare sui fatti o di ridurne al minimo la trattazione. E così, ogni volta che succede s’infiamma per un momento la polemica, sfiamma, poi cade tutto nel dimenticatoio e…arrivederci alla prossima mareggiata…Ne sa qualcosa proprio il primo cittadino, il Prof. Gerardo Cingolani conosciuto e stimato per essere uno dei più attivi sindaci della Provincia.
Fu lui che per primo a Marina poco dopo essersi insediato, dispose nel 2001 l’istituzione di un primo tratto di lungomare servito con marciapiedi, illuminazione, alberi,…Lo stesso si batté più volte per la spiaggia chiedendo in questi ultimi anni il rafforzamento delle scogliere e soluzioni definitive. Risposte dalle amministrazioni preposte: nessuna. Interventi: nessuno. Risultati: dicembre 2008 mezza passeggiata di lungomare divelta, locali storici distrutti, onde sulla porta di casa di alcune abitazioni. Non sono mancate naturalmente le critiche che lui stesso solleva ad ogni mareggiata verso l’inettitudine al problema. E allora la Regione ha aperto le danze delle giustificazioni con un classico “procederemo ad uno studio tecnico di fattibilità, con conseguente finanziamento e realizzazione di opere efficaci di tutela anche in quel tratto di arenile” completamente ignara del fatto che la natura non si sottomette ai tempi della burocrazia. La Provincia invece ha replicato: “Se è vero che Marina di Montemarciano è stata gravemente colpita dalla mareggiata dei giorni scorsi, è altrettanto vero che la Provincia non avrebbe potuto preventivamente evitare in alcun modo i danni prodotti. Sorprende che il sindaco di Montemarciano affermi che la Provincia non interviene quando è chiamata a farlo. L’ente di area vasta ha sempre garantito la massima collaborazione ai Comuni nei casi di rischio di pubblica incolumità, così come recita la legge. Dopo la mareggiata di una decina di giorni fa, la Provincia ha tempestivamente risposto alla richiesta del Comune con un sopralluogo che ha portato alla recinzione di una struttura ricettiva sul lungomare a rischio di crollo e, quindi, a rischio della pubblica incolumità, come recita la legge (…) Dall’esito di quel sopralluogo non emergevano altre minacce alla pubblica incolumità, né alle strutture pubbliche: non era stata minacciata la strada. Unico intervento riconosciuto era quella recinzione a salvaguardia dal rischio di crollo. Torneremo senz’altro a Marina di Montemarciano per un nuovo sopralluogo e interverremo a garantire la pubblica incolumità, ma per i lavori di sistemazione dell’arenile il sindaco sa bene che l’ente competente è solo la Regione”. Il tono di questa dichiarazione ha dell’inaudito. Un amministratore pubblico che mette in discussione persino i danni ambientali subiti nello stesso territorio che governa. Poi finalmente chiarisce le competenze del suo ente: transennare un chiosco per pericolo di crollo e la strada intercomunale (quindi provinciale) di lungomare franosa in alcuni punti verso la riva…Chissà perché ultimamente è diventato tanto di moda parlare di abolizione delle province. Venti o trenta anni fa invece non si poteva fare, era un tabù, una bestemmia, e probabilmente si sarebbe rischiato il rogo per eresia. Domenica 14 dicembre 2008 invece, dopo l’incredibile disastro di due giorni prima, mentre le spiagge sono invase dai curiosi con le macchine fotografiche e i titolari delle attività salvano quello che possono contando i danni, il capo della Protezione Civile delle Marche è a pregare alla Santa Messa all’interno delle Grotte di Frasassi. Nella mattinata a Marina un paio di dirigenti comunali vengono intravisti a fare sopralluoghi sul litorale. Qualcuno preso dalla rabbia e dall’evidenza dei fatti si rivolge a loro comunque compostamente con espressioni del tipo: “noi vi abbiamo votato, vogliamo risposte” oppure “non è ora di fare nomi e mandare in galera almeno qualcuno??”. Naturalmente le critiche non sono rivolte ai signori, bensì ad un assurdo sistema scarica-barile tutto nostrano. Appena due giorni dopo il governatore delle Marche chiede al Presidente del Consiglio Berlusconi lo stato di calamità naturale per la costa e l’istituzione di un commissariamento, quindi di un’altra istituzione super-partes per risolvere il problema. A conclusione della rassegna stampa interviene pure l’Assessore regionale ai Lavori Pubblici, nonché esponente dei Verdi, con la seguente dichiarazione: “secondo quanto accertato dalle competenti autorità l’intensità e la gravità delle mareggiate in corso hanno una ricorrenza statistica trentennale: questo significa che le nostre coste non stanno assorbendo mareggiate ordinarie, ma di una dannosità elevatissima, dovuta alla deleteria sovrapposizione degli effetti devastanti causati da alti livelli del mare (acqua alta), associati a un moto ondoso notevole. La ricorrenza trentennale rimanda a fenomeni avvenuti diversi decenni fa, quando gli effetti devastanti non venivano percepiti (come oggi) a causa della scarsa antropizzazione delle coste e della modesta presenza di strutture balneari (…) per il Governo regionale la difesa della costa è una priorità: infatti negli ultimi tre anni la Regione ha posizionato quindici chilometri di scogliere”. Ma dove? Ma quando? A Marina di Montemarciano in questi ultimi dieci anni no di sicuro…
Già, le scogliere…Il litorale in questione può essere tranquillamente soprannominato anche “la spiaggia degli esperimenti”. All’inizio degli anni ottanta si tentò vanamente di gettare sui fondali enormi sacche nere contenenti sabbia contro l’erosione. Il risultato fu praticamente nullo: esplosione delle stesse con perdita dell’involucro plastico, nessuna azione protettiva riscontrata, un impigliare continuo delle lenze dei pescatori con conseguente incazzatura. Poi finalmente arrivarono le scogliere soffolte, vere e proprie barriere, uniche a contrastare la forza del mare da lontano e a placare l’impeto che altrimenti sarebbe destinato tutto sulla battigia. E fu l’unica soluzione funzionante. Ma da oltre dieci anni avrebbero perso d’efficacia per uno sprofondamento nei fondali. Chiunque volgesse lo sguardo verso quella catena si renderebbe conto che i moti ondosi seri oramai le scavalcano e urgerebbe qualche masso in più senza tanti studi e consulenze. Ed è quello che chiede anche il Sindaco Cingolani da tempo ma incredibilmente nessuno lo ascolta. Alla fine per dimostrare un pò di interesse, nella seconda metà degli anni novanta hanno proceduto con le scogliere a pettine: lunghi piloni di pietre dalla battigia verso il mare con scarsi risultati d’efficacia. Perfino un ignorante senza studi si renderebbe conto che ci vogliono protezioni a barriera in mezzo all’acqua a fronteggiare, come peraltro avviene in qualsiasi località costiera, invece a Marina di Montemarciano fior di esperti hanno ritenuto giusto spendere i fondi regionali per sviluppare pontili di sassi creando delle mini-baie. Poi più nulla. Silenzio totale.
Il tutto favorito dalla stessa inettitudine che manifestano da decenni gli abitanti stessi del luogo, appena diecimila unità sparpagliate in una decina di inopportune frazioni su tutto il territorio comunale governato dal cocuzzolo, feudo delle solite due-tre famiglie note. La politica non è mai esistita a Montemarciano come non sono esistite mai maggioranza ed opposizione. Solo interessi personali, interventi ad hoc, provincialismo più acuto e silenzio-assenzo. Tanto che è sempre stato un sacrilegio ipotizzare la costituzione di una amministrazione indipendente per Marina. Per tradizione, continuano a rispondere, il comune deve restare lassù. E non v’è mai stata presenza di dissidenti a certe tematiche.
Il risultato eccolo qui.
E’ mancato il peso politico, sociale, culturale, economico-commerciale che invece hanno fatto sentire sempre tutte le altre località.
Gli unici meriti per aver ridato visibilità ad una terra abbandonata a se stessa e mai sfruttata (quella di Marina) spettano proprio e solamente al Sindaco uscente Cingolani. Con lui, guarda caso, sono sorte associazioni senza scopo di lucro capaci di organizzare sagre, feste paesane, manifestazioni, eventi gratuiti. Ma soprattutto sembra che vi sia in questi ultimi anni il tentativo di far partorire una comunità con la propria identità che non c’è mai stata.
E se in questo comune la situazione è tale, fuori non è altrettanto sorprendente. Mentre le maggiori località costiere si pavoneggiano ignorando addirittura (qualcuno lo fa veramente) l’esistenza di Marina di Montemarciano sulle carte, lo scempio ambientale per la sfortunata cittadina è sempre puntuale e servito. A Senigallia figuriamoci se interessa a qualcuno la situazione costiera di un altro comune…ci sono gli idilliaci compleanni della Rotonda e la Bandiera Blu. Se la spiaggia di Casebruciate non fosse stata sacrificata all’erosione per tutti, altro che mausolei in riva al mare, alberghi e bagnini…e l’unica bandiera eretta sarebbe quella bianca della resa…L’assegnazione di questo fantomatico premio poi è tutta da ridere. I presidenti della Provincia come di consueto rivolgono ogni anno i propri complimenti a Senigallia per l’ottenimento del vessillo turistico ignari di quello che accade in un comune confinante e della loro stessa amministrazione. Nella primavera del 2007 Marina di Montemarciano subì oltre alle solite mareggiate pure uno sversamento accidentale di derivati bituminosi dalla vicina raffineria. Squadre di operai specializzati dovettero lavorare per settimane per rimuovere il catrame sulle spiagge. Ordinanze lampo in tutte le località limitrofe per il divieto della balneazione. Non rimase immune nemmeno Senigallia dagli idrocarburi che già piangeva la stagione economica disastrosa per bocca di tutti gli operatori con comunicati del tipo “Troppo allarmismo per poco catrame” e chiedeva i danni d’immagine tramite l’Assessore alla Qualità Urbana Mangialardi. Intanto più a sud fauna ittica e fondali venivano costantemente sorvegliati per un pericolo di nuovo disastro ambientale. Ma questo non interessava a nessuno. Naturalmente tutto si è concluso con il solito successo per Senigallia e il solito infangamento per Marina. Ma la questione ovviamente è: con quali criteri vengono rilasciate queste onoreficenze??
Non passa in secondo piano nemmeno Ancona che costruisce nuovi porti strappando migliaia di metri cubi al mare in una realtà oramai più che satura da tempo. Durante i fine settimana di ogni estate non è difficile vedere infatti il capoluogo di regione intasato con code di TIR dal porto alla stazione. C’è chi poi accusa la nuova darsena turistica alle spalle della stazione centrale. Sarebbe una ulteriore causa dei disastri costieri.
E che dire di tutto quel bacino d’utenza della spiaggia proveniente dal territorio dell’Esino…migliaia e migliaia di persone che ogni estate si spostano sulla spiaggia libera e popolare di Marina. Dai loro comuni nemmeno una mezza parola di conforto, solidarietà, interesse. Così, mentre l’Amministrazione di Montemarciano si organizza al meglio per accogliere i bagnanti delle località limitrofe con la sistemazione dei parcheggi nella primavera del 2008 ricevendo pure le diffide del fantomatico GSA (Gruppo Società e Ambiente) di Senigallia, il ringraziamento ricevuto è peggiore di quello che si può fare ad una prostituta (perché almeno in quel caso la devi pagare): arrivederci e grazie…e tonnellate di rifiuti…
Infine c’è pure Marzocca che sembra dormire sonni lunghi e tranquilli, nonostante abbia potuto assistere al recente disastro avvenuto a poche centinaia di metri. Una atmosfera alquanto strana.
In conclusione, tra il dire e il fare, non vorremmo dubitare che in mezzo ci siano sempre stati e ci sono ancora anche forti interessi personali, politici ed economici intrinsechi che determinano la situazione manovrati a tavolino da non si sa bene chi ed acconsentiti da una serie di lassismi di contorno come quelli appena descritti.
Non vorremmo cominciare a pensare che Marina di Montemarciano sia stata appositamente scelta sulla carta come una sorta di discarica marina, o di “puttana a gambe aperte”, pronta a farsi sacrificare per garantire l’eccellenza regionale dalle altre città con i loro pesi politici, culturali, turistici, economici, e interessi privati.
Non vorremmo immaginare che gli alberghi, i campeggi, i bagni, i ristoranti, ed il turismo in genere nelle coste limitrofe esistono e sono protetti da un martirio organizzato ai danni di chi il turismo non lo ha mai potuto nemmeno sognare…

Il cittadino serio, da qualunque parte provenga, in queste situazioni non può e non deve far altro che ragionare e giudicare.
Quando decine di amministrazioni si susseguono e si intrecciano anche in maniera contraddittoria tra loro e interi territori rimangono abbandonati per decenni bisogna capire se è il caso di continuare a seguire così o meno…
Se questa sensibilità non inizia a venir fuori ora con estremo ritardo difficilmente Marina di Montemarciano,come il resto della nazione, avrà un futuro roseo.


Fonti:

Stampa on-line e cartacea
RAI - Radio Televisione Italiana
http://www.falconaramarittima.splinder.com/ (fotografie disastro ambientale bitume)http://italy.indymedia.org/ (fotografie disastro ambientale bitume)
http://ilmessaggero.it/ (fotografia disastro ambientale bitume)http://www.comune.montemarciano.ancona.it/