mercoledì 29 aprile 2009

ATTO IV - Per i topi si, per le persone no…Le fogne di velluto

Questo è il titolo della nuova inchiesta che desideravamo fare da qualche anno. Di che cosa si tratta? E’ tanto banale quanto scontato e sotto gli occhi di tutti. Sembra uno scherzo eppure è quello che accade in città da troppo tempo e nessuno osa aprirci bocca sopra…Una cosa è certa, nella sua infinita ospitalità la Spiaggia di Velluto accoglie anche numerose colonie di pantegane “in vacanza”, tutto l’anno però...


Prima di iniziare vogliamo che sia percepito un concetto preliminare. Nessuno intende mettere in discussione il diritto di proprietà privata altrui, quando vi sia almeno una interazione umana sul possedimento in un arco di dieci anni. E dogma sia.
Quindi se qualcuno di voi possiede in prima persona o conosce un proprietario di un immobile che frequenta o fa frequentare anche solo una volta ogni otto anni, per esempio, per andarci ad estirpare la giungla di vegetazione spontanea che nel frattempo lo avrà ricoperto dall’ultima volta che ci ha messo piede, può stare tranquillo…non gli reclamiamo nulla…o meglio, non ci piace il sistema (e lo dovrebbe dire lo Stato attraverso magari i comuni…) ma in ogni modo non ci scagliamo contro di lui.
Il discorso però cambia se si supera il decennio e se proprio nel caso del settore immobiliare c’è dietro una pesantissima speculazione assai poco legittima ed alquanto immorale che da troppo tempo rovina solo l’ultimo anello della catena, ovvero quello di chi può pagare il meno possibile, quello di chi non può ammortizzare le spese con qualcos’altro, quello che ne ha necessità solo ed esclusivamente per vivere (o sopravvivere): l’inquilino medio. E se la situazione diventa una urgenza data l’insostenibilità tanto a livello nazionale quanto a livello locale ci si auspica un intervento quanto meno dalle istituzioni che non devono essere presenti con tanto di stemmi solo sulle carte d’identità o sulle multe emesse per sei km/h in più ed inoltrate per posta.
In una città come Senigallia dove s’inaugura un appartamento per uso popolare ogni decennio, dove il prezzo del metro quadrato ha oramai superato i tremila Euro anche nella meno servita periferia, dove le quaranta e oltre agenzie immobiliari che hanno nelle mani il mercato, dopo aver fatto lo smacco durante gli ultimi dieci anni, ora lamentano uno stallo nelle vendite, dove nonostante tutto ciò si debba assistere quotidianamente a spettacoli di stabili abbandonati, vere e proprie fogne a cielo aperto anche nelle zone più centrali,…rende l’idea di come la situazione che ancora si tenta vanamente ed irresponsabilmente di mascherare sia diventata insostenibile.
E oramai sembra pure quasi scontato lo spettro della fotocopia di quanto avvenuto nel 2001 in Argentina.
Personalmente da quando mi hanno partorito (e sono passati già tre decenni) assisto ogni giorno a Senigallia alle solite scene di degrado privato sia in centro sia in periferia…Gli immobili abbandonati sono a decine ogni dove: dall’inizio del centralissimo Viale Leopardi alla periferia, dalla primissima Via Sanzio in prossimità delle vie storiche ai lungomari, dalle frazioni al cuore della città. Una usanza quella speculativa tanto infame quanto sfrontata, non guarda in faccia nessuno e soprattutto nessun luogo.
Trent’anni sono passati. Trent’anni o forse più. Due generazioni sono venute al mondo. Qualcuno nel frattempo ha cominciato a lavorare e si è pensionato. Sarebbe persino difficile contare quanti sindaci, amministratori, assessori, dirigenti pubblici e privati si sono succeduti. Chissà quanti altrettanti deputati e politici locali e nazionali. Nonostante la storia vada avanti, le “fogne di velluto” senigalliesi sono ancora lì, senza che nessuno abbia mai osato piantarci un chiodo o qualche cittadino, o pubblico personaggio, abbia aperto bocca seriamente a loro sfavore…
Compongono un bouquet colorito e profumato di meravigliose cartoline per la promozione turistica della città e l’invito alla gente. Ma mentre i visitatori della “spiaggia di velluto” ne possono ammirare increduli il loro fascino durante qualche giorno di villeggiatura, risultano assai nocive al sistema nervoso (forse più di quanto lo sia lo smog) di chi combatte quotidianamente la lotta per un tetto a Senigallia e se le ritrova davanti praticamente ogni dì. Non sono nemmeno tanto innocue ai cittadini stessi che non hanno problemi di dove passare la notte, visti i cornicioni pericolanti, le tegole in bilico e le persiane che sembrano dire all’alba di ogni giorno da trent’anni: guarda che oggi cado…!!
Ristrutturarli oramai non è più possibile perché a causa del logorio e della congiuntura sopraggiunta non è conveniente. Ma in alcuni casi sono gli ultimi pezzi “in” che la città può offrire e che potrebbero in essere venduti a peso d’oro solo per l’aria che occupano, forse secondo l’idea dei proprietari, questi innominati (ed innominabili).
E se qualche disgraziato extra-comunitario (e ormai anche qualche italiano) tenta di trovarci rifugio consapevole che nemmeno nel proprio paese di provenienza possa trovare tugurii tanto lugubri e malsani, nell’arco di brevissimi tempi appaiono le Forze dell’Ordine per gli sgomberi, sollecitati nel frattempo da non si sa quale altro fantasma. Forse quello stesso che vi vive dentro. E’ successo proprio l’anno scorso con la notizia che ha dato tanto scalpore delle topaie occupate lungo il porto. E pochi mesi fa altri casi ancora.
Oramai siamo di gran lunga abituati all’inesistenza delle istituzioni per questi casi, tanto è che non s’è mai sentita una parola dalla bocca di qualche amministratore, dirigente, pubblico personaggio in tutti questi anni.
Allora che altro dobbiamo dire o a quale santo dobbiamo oramai rivolgerci per districare questa situazione?
Forse ci conviene rassegnarci, tanto siamo italiani e geneticamente “bamboccioni”…Forse ci conviene riconoscere che alla fine risultano solamente ottimi per la colonizzazione di pantegane e piccioni con la situazione igienica facilmente immaginabile. Aree franche in pieni centri abitati dove vige la legge della giungla.
Naturalmente non accade solo qui da noi (se no sembra che voglia essere cattivo per forza con questa città…). Lasciamo per un momento Senigallia e trasferiamoci proprio in Argentina. Nella città di Rosario (1.350.000 abitanti - http://www.laguiaderosario.com/la_ciudad/) nonostante gli ultimi casini politici e i tracolli economici e sociali la vita non si differenzia affatto da quella nostrana. Precarietà sul lavoro, salari bassi, inflazione, prezzi degli immobili cari…è la stessa pappa che siamo costretti a mangiare noi del cosiddetto “primo mondo” e nella Unione Europea.
Un caro amico anche lui di trenta anni qualche tempo fa, non sapendo come tutti i giovani dove ricavare quello spazio di vita privata di cui una persona ad una certa età ha bisogno, ha avuto la bella idea di occupare uno stabile abbandonato. Si tratta di un immobile su due livelli per un massimo di 120 mq. appiccicato ad altri regolarmente abitati che era in stato di abbandono e non rivendicato da nessuno. Lo ha occupato, lo ha sistemato alla meglio e oggi ne è diventato proprietario di diritto, senza se, senza ma...
Ma questo accade in una nazione del terzo mondo… allora come esempio non vale, no?
Mentre nel nostro “belpaese”, patria del giurismo, della giurisprudenza, del diritto civile sin dai tempi dell’Impero Romano e della democrazia esportata ogni dove negli ultimi decenni, manco a pensarla una cosa così…Se lo stesso edificio fosse stato ubicato nel territorio senigalliese sarebbe apparso qualche fantasma dal nulla e avrebbe rivendicato almeno ottantamila Euro con il benestare di incredibili cavilli legali.
Ma se tali necessità e problematiche da affrontare le abbiamo anche nella nostra quotidianità perché non riusciamo a realizzare un’apertura morale, civile, sociale per chi ha realmente bisogno per potervi passare la notte o a chi ha semplicemente una scarsa disponibilità economica e una famiglia da mantenere?
Perché poi questa inettitudine è stata immediatamente superata per quanto riguardano per esempio i fondi presenti sui conti correnti bancari fermi da almeno dieci anni?? Proprio nell’estate scorsa è stato dato l’ultimo avviso per rinvigorire la legittima proprietà dei conti congelati per assenza di operazioni degli stessi titolari. Non si è fatto vivo nessuno. Risultato: dieci miliardi di Euro versati dalle banche nelle casse dell’erario.
Se lo Stato può confiscare denaro fermo da lungo tempo, immobili a chi ospita amichevolmente (anche perché gli fa pena) un essere umano senza quel pezzo di carta chiamato permesso di soggiorno, autovetture a chi guida con un bicchiere di troppo, perché non può almeno imporre alle proprietà il più semplice mantenimento del decoro ed il più basilare igiene consentito??
Ci piacerebbe poi conoscere anche il parere ed il consiglio di tante associazioni culturali/sociali locali che qualche volta fanno capolino sulla stampa, quando magari hanno tagliato l’albero davanti a casa di qualche simpatizzante, o il presidente ha preso una multa per divieto di sosta…Già perché proprio a Senigallia ne sembra sorgere una alla settimana da un pò di tempo a questa parte, ma nessuna ha dimostrato ancora di volersi prendere a cuore seriamente anche uno solo dei problemi comuni della città, quelli che riguardano tutti e specialmente i più deboli.
L’immoralità sullo sfruttamento speculativo immobiliare è talmente enorme che non sarebbe male se vi intervenisse pure la Chiesa nella figura locale rappresentate della Curia senigalliese. Dispiacerebbe infatti trovare sui primi banchi o all’uscita delle parrocchie cittadine qualche noto profittatore magari apparentemente assai più devoto di tanti altri e con l’assunzione pure del SS.Sacramento. Il Santo Padre ha preso una posizione ben precisa durante il suo viaggio in Francia sulla somministrazione della Comunione ai divorziati: no secco…Mentre per chi affitta a cinquecento Euro un monolocale in nero o specula d’altra maniera dovrebbe essere ancora tutto consentito o per lo meno vige uno strano silenzio per così dire …ecclesiastico…
Non si sa se questa inchiesta porterà a qualche sviluppo o tanto meno cambierà qualcosa da domani mattina, abituati alla solita e stessa aria rarefatta che respiriamo da praticamente sempre (niente paura non si trattano degli scarichi dei motori o delle ciminiere) e che nessuna nuova politica per quanto autodefinita innovativa sembra capace di bonificarla. Di sicuro però ci si chiede come mai sotto i nasi di tutti residenti e non, visitatori e turisti, questa situazione si sia protratta sino ad oggi e per quanto tempo ancora si voglia seguire così. Lo schiaffo alla miseria è tale che rende colpevole nel profondo della coscienza anche chi non ha responsabilità dirette come un qualunque cittadino passante.
Ciò che comunque è accaduto in città in questi ultimi decenni ha un risvolto estremamente triste dal profilo umano, igienico-sanitario, politico, morale, logico.
Le patine dei nuovi porti turistici, grand-hotel a cinque stelle, piani di recupero settecentesco del centro storico,…quanto potranno ancora offuscare una situazione sociale appesa ad un filo??



L’inchiesta è stata elaborata nell’Agosto 2008 - Novembre 2008





























































































venerdì 24 aprile 2009

FUORI PROGRAMMA 4 - Dopo L’ultima spiaggia: novità, considerazioni, rettifiche.



La pubblicazione della nostra inchiesta L’ultima spiaggia ha suscitato numerosi interessamenti e considerazioni. Una Vacanza Dimenticabile è stata contattata dal Comune di Montemarciano attraverso l’attenta attività della sua Segreteria. Il Sindaco stesso si è reso disponibile ad una intervista ufficiale per poter fare alcune precisazioni ed approfondimenti.
Ecco allora le novità e le doverose rettifiche:
“La Regione Marche ha messo a disposizione un milione e settecentomila Euro a fronte dei due richiesti” – ha affermato il Professor Cingolani, Sindaco di Montemarciano – “per cui a breve partiranno i lavori”.
Si ma quali?? Chiediamo noi.
“C’è chi sostiene di spenderli per effettuare un semplice ripascimento. Noi riteniamo che dovrebbero essere spesi per farne opere di protezione definitive anche se i soldi sono pochi. Per cui l’ipotesi più probabile proposta dai tecnici della Regione è quella di rafforzare le scogliere soffolte del tratto antistante la passeggiata e farne altre due nuove ai lati”.
Ma l’erosione si è spostata a nord ad un passo da Marzocca. Se n’è accorto qualcuno Signor Sindaco?
“Lo sappiamo, ma – ci dice a malincuore – al momento gli enti preposti non riescono a valutare il problema né con progetti, né con stanziamenti economici”.
Insomma i soldi ci sono solo per salvare il tratto di spiaggia oramai anch’esso disastrato in zona sottopassaggio-Bananas-Naomi. Per la zona nord e la cosiddetta Marzocchetta ancora nulla da fare.
Poi il Professor Cingolani non rinuncia a togliersi anche qualche sassolino dalle scarpe (a forza di parlare di ghiaie…). Apprezza alcuni tratti della nostra inchiesta e li conferma.
“Da Senigallia devo dire che riceviamo l’aiuto ogni anno per spostare la ghiaia della spiaggia di Marina che il mare trascina a Marzocca (cfr.foto Marzocca reportage L’ultima spiaggia) ma non siamo mai riusciti a coinvolgere le amministrazioni per affrontare il problema insieme. E’ poi risaputo da sempre che Senigallia si oppone da tanti anni alla messa in opera delle scogliere sulla nostra spiaggia. Naturalmente in sede politica vince chi ha più potere, quindi non certo noi”. Stesso discorso vale per il Comune di Falconara e quelli limitrofi. “Ho scritto lettere a tutti i comuni del comprensorio, persino a quelli dell’entroterra da dove partono migliaia di bagnanti ogni stagione per la spiaggia di Marina e non ho ricevuto alcun interessamento”.
Nel frattempo siamo anche invitati al Consiglio Comunale aperto del 27 Marzo sulle soluzioni da apportare per la difesa e la ricostruzione della costa. E finalmente arriva il giorno. La sala del centro sociale di Marina questa volta è gremita di gente. Si contano oltre cento presenze. Ci sono tutti: i consiglieri, i tecnici della Regione, gli operatori, i cittadini conosciuti, quelli meno e molti giovani. C’è pure il noto scrittore senigalliese Leonardo Badioli e qualche personaggio falconarese. La serata si preannuncia già calda per via di un locale eccessivamente termoventilato. Ma non solo per questo. Nel trattare l’argomento l’ingegner Marzialetti della Regione Marche afferma che Marina è già protetta da scogliere anche se i risultati sono quelli che sono e Senigallia si mantiene proprio con l’usura della spiaggia casebruciatese. Continua poi a sostenere che la Regione in qualche modo ha già fatto la sua parte contribuendo dal 2005 alla protezione di ben quindici chilometri di costa marchigiana. Purtroppo però non tiene conto che sta argomentando ciò di fronte ad una cittadinanza di una località che non vede interventi sulla propria spiaggia da altre dieci anni. Intervengono poi alcuni consiglieri. Sbaffo si sofferma sulla urgente necessità di proteggere anche la parte nord con le relative abitazioni. Macchia invece punta sul solo ripascimento dell’arenile con ghiaia e invita gli operatori ad attrezzare i propri locali e a contribuire con le spese per i lavori di recupero. Immediate sono le repliche da parte della popolazione che questa volta si dimostra tutt’altro che dormiente. E la serata s’infuoca. I titolari dei bar danneggiati dalle ultime mareggiate lasciano la sala in un clima di profonda delusione. Un altro noto ristoratore attacca direttamente il Consigliere Macchia e scoppia la bagarre con dure espressioni incrociate fra i due. La seduta rischia di essere sospesa. Altri liberi cittadini intervengono esprimendo tutto il proprio scetticismo, la stanchezza, la rabbia. Fra questi c’è pure un noto paesano e dipendente comunale che senza mezzi termini parla di scandalo.
Poi in conclusione ancora una volta il sindaco tende a sottolineare le principali cause dell’effetto erosione sulla spiaggia di Marina: “Sono individuabili nella scarsità di ghiaie e materiali sabbiosi che arrivano al mare dal fiume Esino per effetto del disboscamento, dell’inaridimento e soprattutto degli scavi nel letto dello stesso. Da non sottovalutare per nulla però la funzione “tappo” della raffineria di petrolio che blocca il naturale spargimento delle sabbie fluviali lungo la costa dalla foce dell’Esino per opera delle correnti marine”. E proprio sulla raffineria Cingolani non usa mezzi termini: “Occorre riconoscere la responsabilità dell’Api in questi disastri e obbligarla a fare la sua parte anche con stanziamenti di fondi a risarcimento dei danni negli anni”.
Alcuni giorni dopo l’assemblea, la nostra rubrica intervista pure Marco Stecconi, titolare del bar Repubblica Libera di Bananas e maggior operatore colpito dai recenti danni, il quale, dopo una veloce presentazione entra subito nel nocciolo della questione parlando a briglie sciolte: “Dallo scorso Dicembre ho già speso oltre diecimila Euro di lavori per salvare il chiosco, naturalmente tutti di tasca mia. Questo già basterebbe per rendersi conto della situazione. Ora devo decidere se affrontare un’altra spesa di centocinquantamila Euro per far risorgere il locale. Una scelta che sarà presa comunque al buio considerata la totale assenza di intenzioni certe da parte degli amministratori sul futuro della nostra spiaggia”. E non usa mezzi termini attaccando tutti: “La Regione mi dice che devo adeguare il locale trasformandolo in palafitta, naturalmente sempre col mio portafoglio. Ma perché non parla mai di protezione seria e totale della spiaggia?? Continuo a pagare tasse, bollette e contributi per un locale che non può lavorare, quando molti altri nei comuni limitrofi stanno già aprendo. Senza parlare poi della perdita d’immagine che sto subendo. Lo stabilimento balneare a fianco del Bananas continua a pagare le dovute concessioni. Ma dove eserciterà la prossima stagione se non ha più l’arenile per piantare gli ombrelloni?? E se non bastasse chiudono pure il sottopassaggio per lavori. Se devo ricostruire il bar sarò costretto a far entrare ed uscire i camion delle imprese attraverso quello della Marzocchetta con ulteriore aggravio di costi a mio carico. E senza accesso, senza locali, senza arenile che lungomare è questo? Detto ciò concludo ricordando pure le parole del Consigliere Macchia che ha invitato noi operatori a contribuire finanziariamente alla protezione della parte nord della costa. Ma come si permette di venirci a chiedere soldi??
In sostanza di certo c’è solo che nei prossimi giorni inizieranno alcuni lavori ma non esiste di fatto un piano ben definito su come i quasi cinque km. di spiaggia di Marina di Montemarciano dovranno essere protetti d’ora in avanti e se lo saranno. Tutto rimane vago come sempre.
E a questo punto non può non risultare dubbioso anche il commovente appello finale fatto dall’ingegnere della Regione alla seduta: “Abbiate più fiducia nel nostro operato”.

mercoledì 8 aprile 2009

FUORI PROGRAMMA 3 - La riffa della barella

Non bastavano le infinite e dannose lotterie di questo paese, quelle che stanno illudendo e rovinando ulteriormente anche molti disgraziati. A Senigallia ne hanno inventata una nuova, come trovata per il miglioramento della sanità cittadina.


Quando ero piccolo d’estate al paese c’era la sagra del pesce. Si svolgeva tra luglio e agosto per una quindicina di serate. Baracche che servivano fritture, capannetta delle bevande alla spina, palco con musica folk e balli, attrazioni per bambini, tradizionale pesca con premi e…una attraentissima riffa popolare: la ruota. Era una sorta di ruolette rimediata, assemblata con ferracci d’occasione opportunamente saldati nel garage di qualche disponibile paesano e verniciata a pennello di bianco e di rosso. Un marchingegno composto da una piastra circolare numerata e due aste girevoli indipendenti che fatte roteare ognuna in senso opposto all’altra determinavano i numeri corrispondenti ai premi da assegnare a chi naturalmente era in possesso dei biglietti vincenti. Gli adulti ci si soffermavano intorno passandoci anche intere serate comprando manciate e manciate di tagliandini a mille, duemila, cinquemila Lire l’uno. In palio c’erano spesso il prosciutto, il salame, la lonza, la bicicletta, il fiasco di vino, il canarino. Era sicuramente l’attrazione più bella perché rappresentava naturalmente anche un motivo per divertirsi tra battute, scherzi, risate. E non ha caso veniva solitamente presenziata da Giorgio con tanto di microfono e altoparlante, noto dipendente comunale e paesano burlone, o da altri allegri personaggi del posto. Non mancava neppure l’invidia…C’erano tipi come “Piombetto” che troppo spesso se ne andava a notte inoltrata a casa con i prosciutti in spalla e questo non poteva non suscitare commenti.
Il bello era ed è proprio questo. Usare una lotteria per passare una serata in allegria, ben lontana dalle cose serie della quotidianità, del lavoro, della famiglia, della società, per divertirsi senza eccessi, senza illusioni e portare a casa magari pure qualche piccolo inaspettato premio sorridendo. Eppure ora il vizio del gioco in questo paese sembra aver addirittura oltrepassato i limiti. Persino quelli istituzionali.
A Senigallia alcune settimane fa sono apparsi sulla stampa comunicati di una riffa indetta dalla Asur 4 per incentivare i cittadini a proporre migliorie nel nostro sistema sanitario. Un vero e proprio concorso a premi, dove questi ultimi sarebbero rappresentati da soldi veri e dalla messa in pratica delle idee vincitrici in ambito amministrativo. L’iniziativa denominata “Una bella idea per far star meglio” è stata presentata ufficialmente alla stampa nella fine dello scorso Febbraio. All’evento erano presenti il Sindaco Angeloni e persino il Prefetto D’Onofrio.
Immediate sono state le repliche nei giorni successivi.
La Cgil per bocca di Silvano Cingolani ha affermato “Se parliamo di comprare qualche sedia per migliorare l'accoglienza o mettere qualche asta per qualche divisorio in più il concorso di idee va bene ma se pensiamo di incidere sui problemi reali della nostra sanità mi viene da ridere. Le liste di attesa si risolvono incrementando il personale e non ricorrendo a continui straordinari. La tac nuova è in funzione ma non c'è uno spogliatoio adeguato per i pazienti. Il personale è carente su tutti i fronti. Al laboratorio analisi per un prelievi si aspetta oltre un'ora e la gente è costretta a rivolgersi ai privati mentre basterebbe una cassa per i ticket in più e i tempi si dimezzerebbero. Questi sono i mali della sanità e purtroppo non basta un concorso di idee per risolverli”.
Due giorni dopo Tarcisio Torreggiani, ex-dirigente dell’Assessorato Regionale alla Sanità ed ex-esponente politico cittadino ha scritto una lettera aperta proprio al direttore dell’Asur 4 e al sindaco: “Egregi Signori, la prima impressione che si trae dai resoconti di stampa è che non sapendo più cosa fare qualcuno tenti di farsi scudo delle insufficienze gestionali della Sanità facendone carico ai cittadini che, ovviamente, suggerendo mille cose diverse, consentiranno ai responsabili di coprire le proprie carenze continuando su percorsi già scritti. Concorso inutile, costi pochi, ma soldi buttati!” (…) “mi chiedo come possa, il Sistema Sanitario Regionale, trovare il coraggio di far carico ai cittadini delle proprie deficienze anziché puntare sulle capacità di centinaia di dirigenti e di decine di consulenti, tutti profumatamente remunerati (alcuni a peso d’oro) proprio per capire i bisogni delle persone e risolvere i problemi della sanità e della organizzazione dei suoi servizi”. Torreggiani fa anche notare che da tempo propone ipotesi di risoluzione di alcuni casi in presenza di dirigenti e politici ma puntualmente rimangono completamente ignorate.
Nella nostra rubrica alla vigilia dello scorso Natale è stata pubblicata una inchiesta su due scottanti problematiche che riguardano le strutture sanitarie di Senigallia e della regione: le liste d’attesa per gli esami e l’esenzione dei ticket. Sono seguite naturalmente critiche ma anche delle proposte sensate come quella di estendere l’uso delle apparecchiature per gli esami prolungando gli orari anche in alcune ore notturne o di prima mattina e quella di abbassare drasticamente i prezzi delle prestazioni facendole pagare a tutti. Sembra alquanto strano che esattamente due mesi più tardi la direzione sanitaria decida di istituire un concorso di idee aperto a tutti i cittadini con tanto di premi in moneta. Di sicuro però possiamo dire che questa iniziativa che apparentemente sembrerebbe lodevole suona piuttosto anomala.
Come è stato già ribadito in diversi interventi non si spiega questa improvvisa apertura della dirigenza sanitaria locale all’opinione del cittadino. Perché se da un lato servono proposte, in verità proprio queste ultime non sono mai mancate, ma quelle avanzate sin d’ora sono rimaste puntualmente inascoltate.
E diventa emblematico allora pure il caso dell’anno scorso sulla nomina del primario di chirurgia. La città sollevata chiese chiarezza su alcuni punti, ma la vicenda cadde nel più profondo dimenticatoio senza alcuna delucidazione. Ora quella stessa cittadinanza verrebbe invitata a concorrere con idee proprie sul miglioramento della sanità locale.
Fanno riflettere pure le centinaia di incarichi, dirigenze, consulenze pagate profumatamente ad un mini-esercito di esperti, professionisti, tecnici che un bel giorno di sorpresa si ritrovano a chiedere la partecipazione del cittadino nelle scelte amministrative per mezzo di una lotteria.
E perché no, ci piacerebbe anche capire che fine abbia fatto pure il gruppo di studiosi contro le lunghe liste di attesa predisposto dalla direzione sanitaria e annunciato sulla stampa dall’Assessore Volpini nei mesi scorsi (cfr. stampa on-line del 28/10/2008 e nostra inchiesta con relativi commenti). E’ stato forse sciolto in previsione dell’arrivo delle soluzioni dal popolo??
Ma più di tutti stupisce la scelta dell’oggetto per la premiazione: il denaro. Di prima impressione snaturerebbe il senso dell’iniziativa rendendola alla stregua di un gioco da grattare in tabaccheria.
Intanto qualcosa di simile sembra che stia accadendo anche in altri settori.
L’Assessore Campanile nella recente assemblea pubblica del quartiere Cesanella avrebbe proposto una gara di opinioni per la risoluzione delle questioni sulla fantomatica area verde tanto discussa: “interverremo con un concorso di idee per decidere la miglior funzione del parco”.

A questo punto il cittadino può solo sperare che non diventi la moda senigalliese del 2009 e degli anni futuri: il popolo contento e “coglionato” dalle riffe istituzionali che amministra con proposte e premi e le dirigenze che attendono i lauti stipendi stravaccate sulle poltrone in pelle senza fatiche né responsabilità.