lunedì 29 giugno 2009

FUORI PROGRAMMA 11 - Marina di Montemarciano: parte la stagione turistica

Mentre fra gli operatori senigalliesi divampano le classiche polemiche ridicole d’inizio estate, poco distante, oltre il confine sud, parte la stagione turistica di Marina. Se si può definire ancora così.


E ci siamo. Anche a Marina di Montemarciano è partita la stagione balneare da qualche settimana. Migliaia di bagnanti provenienti dai comuni della Vallesina e da Ancona hanno invaso la spiaggia casebruciatese come di consueto nei primi giorni festivi di sole.
Così, mentre nella confinante Senigallia dalla rinomatissima spiaggia di velluto non mancano i borbotti degli operatori per i risaputi e giganteschi problemi legati alle attività turistiche vediamo come se la passano coloro che scelgono ancora di lavorare o “vacanzare” sul lungomare di Marina.
Occorre però fare una distinzione temporale per comprendere meglio la situazione. Tenendo presente che altre spiagge sono pronte già da mesi per affrontare la stagione.

Domenica 24 Maggio
A due settimane dalle elezioni amministrative per il comune, la nostra rubrica visita il tratto di costa in questione.
La prima impressione sul posto porta inevitabilmente a pensare che se un fantomatico gruppo di individui o enti si fosse messo ad un tavolo per decidere la distruzione di questa striscia di territorio e di tutte le sue attività connesse, mai sarebbe riuscito a farlo così bene come risulta al momento.
Intanto di primo acchito colpisce l’impossibilità d’accesso alla costa. Dei quattro sottopassaggi carrabili al servizio della cittadinanza ne sono operativi solamente due. I più ampi sono stati chiusi per lavori di straordinaria manutenzione che le Ferrovie dello Stato hanno deciso, guarda caso per l’estate 2009 e contemporaneamente. Rimangono quello del confine con Falconara Marittima (zona Montecatini) alto 1,60 metri e quello dirimpetto al ristorante-stabilimento Il Bertoldo che misura appena 2,00 metri. Ciò suscita non poche preoccupazioni da punto di vista della sicurezza dell’area. Ci si domanda come i mezzi di soccorso possano raggiungere la spiaggia di Marina in caso di una emergenza di qualsiasi tipo. L’unica possibilità è in zona Ciarnin di Senigallia. Non bastassero i carrabili, nemmeno i pedonali promettono molto. Quello che attraversa il torrente Rubiano per condurre direttamente al mare, già concepito in una maniera oscena in mezzo ad una palude in condizioni igieniche tutt’altro che accettabili, risulta praticamente distrutto con pericolo di ulteriori crolli e caduta di elementi. E così anche raggiungere il mare dal paese diventa una vera e propria avventura sia a piedi, sia in bicicletta, sia con i mezzi motorizzati. La spiaggia nel complesso si presenta come un vero e proprio cantiere edile in piena attività. Non mancano infatti scogli qua e là e montagne di ghiaia ovunque che servirebbero come ripascimento artificiale, ma che per il momento rimangono stoccati in attesa di essere collocati. Ruspe, rulli compressori, mezzi pesanti e accessori sono parcheggiati proprio sull’arenile, vicino ai locali o tra un ombrellone e una sdraio. E anche in questo caso le misure di sicurezza sono del tutto discutibili. Compare poi un fantomatico cartello in zona Ristorante Mirella che proibisce la sosta e l’accesso veicolare privato sull’arenile. Sempre che ve ne sia rimasta una strisciolina…Nel frattempo tra divieti per violazioni inesistenti e tintarelle nascoste tra i cumuli si procede alla ricostruzione a tutto spiano. Si tenta di far risorgere il Bananas e il Comune cerca di ricostruire il tratto di lungomare divelto. Ma dei tanto agognati lavori di rafforzamento e protezione annunciati con una certa sicurezza nei primi mesi dell’anno nemmeno l’ombra.

Domenica 31 Maggio
Ad una settimana esatta dalle votazioni magicamente vengono ultimati i lavori di recupero del sottopasso Buglioni (quello centrale dei due grandi) che si presenta agibile. Davvero una strana coincidenza. Tutto il resto rimane invariato. Di sicuro c’è solo che per sistemare tutto rapidamente ci vorrebbe un miracolo.

Domenica 14 Giugno
Stessa storia e disagi di sempre. I turisti invadono naturalmente la costa e si appartano come internati fra cumuli di ghiaia, pale meccaniche e scogliere improvvisate.

Durante questi giorni poi Una Vacanza Dimenticabile ha avuto il piacere di intervistare Paolo Donati titolare degli omonimi bagni, uno dei due stabilimenti cancellati dalle sciagure dello scorso dicembre. Arrivati sul posto già ci meravigliamo delle condizioni nella quale riesce ad operare. L’arenile è rappresentato da una strisciolina inferiore ai dieci metri di ampiezza sul quale dovrebbe esercitare l’attività. Metà delle cabine sono poi appoggiate dallo scorso inverno tra strada e ferrovia per poterle salvare dalla furia e non hanno ancora possibilità di essere ricollocate nella loro sede. “Ho iniziato questa attività nel 1983, ho superato delle difficoltà ed ho avuto anche tante soddisfazioni – ci dice – ma per la prima volta, quest’anno, non sono sicuro di poter andare avanti o completare la stagione. E non è di certo per colpa mia. Queste poche persone che ho qui oggi sono clienti da tanti anni e continuano ad essermi fedeli. A questo punto devo meravigliarmi pure di questo". E con estrema pacatezza tipica della sua persona non si sottrae a critiche: “Il primo ripascimento che ho ricevuto per ricostruire l’arenile è stato del tutto insufficiente. Inoltre era costituito dallo strato superficiale di ghiaia proveniente da Senigallia completo di tutta la classica sporcizia che si deposita fuori stagione. Allora ho richiesto altro materiale al comune lottando per qualche camion. Quando l’ho ricevuto è durato appena qualche giorno. Le onde lo hanno già asportato”. Ma non finisce qui. “La cosa più singolare è forse pensare che opero regolarmente come stabilimento balneare registrato da anni e devo quindi rendere conto ad enti che mi controllano, mantenere le autorizzazioni e versare le dovute tasse. Questo nonostante la disastrata situazione. Tanto per far un esempio una volta mi hanno verificato persino le dimensioni dei cerotti nella valigetta di primo soccorso e durante una stagione mi hanno multato di mille Euro per essermi dimenticato di mettere fuori dalla cabina un accessorio per il salvataggio. Contemporaneamente assisto nelle vicinanze a baretti che dispongono gratuitamente di sdraio per la propria clientela. Pare addirittura siano stati autorizzati dal Comune". Ma nella conversazione sorgono altri elementi interessanti: “Durante lo sfogo di una mareggiata dello scorso Dicembre ho chiesto sul luogo assistenza alla Protezione Civile che già stava operando. Mi è stato risposto che l’ente non si adopera per casi privati. Così ho dovuto arrangiarmi da solo salvando il salvabile. Poi dal Comune ci hanno chiesto di quantificare i danni entro e non oltre le quarantotto ore. A tutt’oggi nonostante la fretta imposta posso affermare che non sono mai stati considerati per mancanza di fondi”. Infine, alla domanda se viene assistito da associazioni della stessa categoria delle spiagge limitrofe e se gradirebbe un interessamento da queste anche per problematiche comuni come l’aumento dei canoni demaniali, risponde: “Naturalmente avrei piacere di confrontarmi con i sindacati dei bagnini e i miei colleghi. Purtroppo non sono mai stato contattato da nessuno. Ciò mi lascia intendere che al di là dei confini territoriali la spiaggia di Marina non interessa proprio”.
La cosa più sorprendente però è forse vivere il lungomare casebruciatese di notte. I locali sopravvissuti e completamente rinnovati richiamano incredibilmente ancora migliaia di persone che riempiono i parcheggi disponibili per chilometri e danno sicuramente vita ad una zona altrimenti tristissima. Le luci dei disco-bar si alternano a tratti di buio totale dove vedere anche un lampione in più funzionante, da trent’anni, rappresenterebbe una conquista per l’umanità. Contemporaneamente, durante le stesse ore notturne, in cima la salita del colle di Montemarciano, quando al massimo è possibile incontrare qualche gatto randagio, sembra improvvisamente di stare in pieno mezzogiorno, abbagliati da una illuminazione pubblica esagerata. Anche questo è un esempio di come si è amministrato il territorio fin d’ora.
Nonostante il successo dei disco-bar è evidente che la costa montemarcianese vivrà una stagione balneare alquanto difficile.
Ma fra danni e rovine rimane almeno un aspetto alquanto positivo. Crescono esponenzialmente i topless e i perizoma sulla spiaggia di Marina di Montemarciano, oramai preferita dalle donne libertine della provincia che si appartano fra gli anfratti naturali creati dalle continue mareggiate e dagli scogli buttati un pò ovunque e senza criterio, per godere integralmente del sole ed in maniera piuttosto piccante.
A questo punto dobbiamo solo sperare che dopo il decreto anti-prostituzione, il ministro-soubrette Carfagna, in aria di castità e “provando orrore di chi fa commercio del proprio corpo” non voglia intervenire pure sulla tintarella osè…
Nel caso accadesse pure questo la spiaggia di Marina risulterebbe oramai idonea solo per un cimitero.
Purchè sempre protetto da scogliere, naturalmente.








































FUORI PROGRAMMA 10 – Montemarciano: ecco il programma per il prossimo sindaco

Provocatoriamente Una Vacanza Dimenticabile a poche ore dalle elezioni amministrative di Montemarciano pubblica un elenco di “cose da fare” che il nuovo inquilino (chiunque sia) del palazzone di Via Umberto I non potrà esimersi dal tener conto.


Manca pochissimo oramai all’elezione del nuovo sindaco di Montemarciano. E allora la risaputa sfrontatezza di Una vacanza Dimenticabile questa volta porta addirittura l’autore ad elencare ciò che la cittadinanza di tale territorio si aspetta dai prossimi inquilini del palazzo in cima al colle.

1) – LA COSTA. Quello che è accaduto in questi cinque chilometri di lungomare in trent’anni è praticamente risaputo e alquanto doloroso. I nuovi regnanti dovranno da subito recuperare le redini del governo del proprio lungomare ponendo la questione assolutamente prioritaria senza alcun tipo di scuse. Sarà importante coinvolgere anche la cittadinanza (residenti e operatori) per non commettere l’errore di prendere decisioni affrettate o chiuse che potrebbero risultare ancor di più disastrose per il futuro del territorio. E qualsiasi tipo di impedimento, di ostacolo, burocratico, politico o di ogni genere dovrà d’ora in poi sempre essere illustrato pubblicamente. Con tanto di nomi e cognomi.

2) – LA VIABILITA’. Va rivista completamente a Marina di Montemarciano. Bisogna chiarire perché strade comunali o vie cittadine si sono trasformate in strade provinciali (Via Honorati, Viale degli Olmi, Via Spontini, Via Roma) costrette a sopportare persino il traffico pesante da e per la Vallesina nonostante i divieti imposti da ordinanze già esistenti. Tanto che alcune abitazioni private tremano al passare di tali mezzi e c’è il rischio di provocare serie lesioni. Ci si domanda dove sorgerà il nuovo casello autostradale e quale necessità abbia per un territorio di diecimila anime se a soli tre chilometri esiste quello di Ancona Nord (Chiaravalle) e a dodici quello di Senigallia. Che intenzioni ci sono con la stradina di campagna ancora sterrata (Via Poiole) che collega direttamente la S.S.16 con l’incrocio tra la S.P.2 (Via del Lavoro) e Via Gabella (presso nuova Z.I. Montemarciano/Gabella). Occorre eliminare immediatamente la sventurata scelta della serie di semafori sulla S.S.16 che tengono in ginocchio Marina da oltre quindici anni con disagi, inquinamento e centinaia di incidenti, ledendo pure all’immagine della località stessa. Ipotesi di realizzare strade complanari anche a Marina come a Senigallia risulterebbero praticamente assurde e dispendiose. Alternative sono già esistenti: basta potenziarle (Via Media, Via Marzocca, Strada Grancetta e prolungamento fino a Senigallia).

3) – I RIFIUTI E L’ECOLOGIA. Lo scarso interesse verso la raccolta differenziata va colmato immediatamente con il ritiro separato ed obbligatorio “porta a porta”. Naturalmente unito a forme di incentivi, sgravi, bonus economici. E’ doveroso anche un accurato studio di fonti di energia alternativa applicabili sul territorio. Si possono ipotizzare le separazioni delle acque potabili dalle acque per altri usi anche in campo privato per le nuove costruzioni. Si possono formulare ordinanze per il bando delle buste di plastica non biodegradabile ingenuamente distribuite dai servizi commerciali del territorio. Da ultimo urge fare chiarezza vera sulla discarica di Santa Veneranda e sul suo futuro. Sperando poi che certe chiacchiere che girano possano dissiparsi nei bar…

4) – LA PIANIFICAZIONE DEL TERRITORIO. L’urbanistica è un altro tasto dolente di questo territorio. Negli ultimi trent’anni è sorta una cittadina a pezzettini, come un puzzle che non si riesce mai a comporre. Il risultato oggi è sotto gli occhi di tutti: diecimila anime attualmente residenti dissipate in oltre dieci inopportune frazioni. Con i soli costi di urbanizzazione buttati per avere il territorio così com’è molto probabilmente si sarebbe potuto creare una città di tutto rispetto, con un lungomare di tutto rispetto, con un turismo di tutto rispetto, con una cittadinanza che godrebbe di una dignità di tutto rispetto.

5) – IL TRASPORTO PUBBLICO. Definirlo un pubblico servizio quello della locale azienda di trasporti è davvero un azzardo. Gli autobus passano quando lo decide il loro conducente. Alla principale fermata (Giardini 8 Marzo) da anni non è presente nemmeno un foglietto di carta con gli orari. Qualcuno ha affermato che comunque esistono e si possono consultare su Internet. Alcuni autisti se controllati dalle Forze dell’Ordine alla guida di auto private molto probabilmente rischierebbero il ritiro della patente. La cosa più curiosa è che per anni nella politica montemarcianese ci sono stati anche rappresentanti e dirigenti della società. E forse ci sono ancora. Dunque tutto dovrebbe risultare perfettamente funzionante…E dopo aver definito oramai certo il by-pass ferroviario che connetterà la Linea Adriatica da nord in zona Montecatini con la linea per Roma e lo spostamento della stazione in zona Brummel sorge spontaneo chiedersi quanto possa essere utile in una località dove non esistono praticamente più viaggiatori su rotaia proprio per mancanza di treni che fermano. E come si conciliano questi progetti con la tanto ipotizzata metropolitana di superficie? Che impatto avrà sul territorio? Che impatto avrà sull’economia delle attività ferroviarie ed economiche di Falconara Marittima e Ancona (i treni provenienti da nord e diretti a ovest si immetteranno direttamente su Chiaravalle escludendo totalmente le due città e le loro infrastrutture)??

6) – IL SOCIALE. Quali tipi di considerazioni per questo settore sono state messe in atto o verranno adottare dopo l’elezioni dai nuovi governanti?? Due generazioni di paesani sono cresciute nei due-tre bar disponibili (il Bananas per il momento non c’è più). Costringere una intera schiera di bambini di un paese a svilupparsi solo in luoghi dove circolano alcol, giochi a soldi, ecc. non si rivela alquanto lodevole. Quali alternative ci sono o ci saranno d’ora in poi?? Si parla di nuove case popolari anche a Montemarciano??

7) – LA PIANIFICAZIONE DEL VERDE. Di verde per fortuna nel Comune di Montemarciano ce n’è molto. Ma non è mai abbastanza. Spesso le aree ambientali e i parchi sono fuori mano o circoscritte in alcuni contesti. Si può discutere di un nuovo piano completo che interessi soprattutto i centri abitati ed in primo luogo una nuova piantumazione di alberi lungo strade, vie??

8) – IL TURISMO. Non è mai potuto decollare a causa delle continue sciagure sul lungomare e ai “segreti” bastoni fra le ruote conficcati da non si sa bene chi. Ma da quando alcuni privati hanno rischiato (e continuano a rischiare) i propri soldi con alcune attività, ristorantini, bar e discoteche qualche migliaio di persone viene incredibilmente a trovare svago a Marina di Montemarciano. C’è interesse a continuare un discorso in questo senso o ad iniziarne uno nuovo, oppure si lascia perdere tutto??

9) – LO SPORT. Chi vive a Montemarciano e ama lo sport è fortunatissimo. Ha la possibilità di avere a disposizione una rosa di incantevoli impianti. Almeno così dovrebbe essere. In realtà tutto rimane circoscritto alle società che li hanno a disposizione. Lo sportivo comune, anche occasionale è di fatto tagliato fuori da ogni possibile e saltuario utilizzo. Se in tutte le città esiste una sola squadra di calcio fatta eccezione per Milano, Torino, Genova e Roma che ne hanno due, a Montemarciano ve ne sono ben quattro. Potremmo così definirla la fucina dei provetti calciatori…ma dove sono costoro??
Campi da calcio ovunque ma nessuna piscina. Varie società sportive per appena diecimila abitanti ma nessun centro d’equitazione. Strutture di ogni tipo ma nessun circolo nautico/scuola di vela in una cittadina di mare con cinque chilometri di spiaggia…

10) – I GEMELLAGGI E LE FESTE. Bisogna cominciare a fare chiarezza pure su questa questione. Bisogna capire se i gemellaggi servono a tutta la cittadinanza per unire culture, scambiare tradizioni che possano giovare a tutti oppure sono ottime invenzioni per usufruire di vacanzette e pranzetti pagati con i soldi pubblici per una stretta cerchia di persone.
Stesso discorso valido per feste ed eventi.

11) – L’INDIPENDENZA AI CASEBRUCIATESI. Gli stemmi dei partiti presenti a Montemarciano esprimono tanti ideali e bei concetti: Libertà, Democrazia, Solidarietà. Ci chiediamo quale di queste politiche presenti sia capace di iniziare ad ipotizzare anche lontanamente un pensiero di indipendenza amministrativa per Marina di Montemarciano (Casebruciate). Perché quelle parole significano anche questo. Francamente, giustificare ancora l’amministrazione dal colle per ragioni di tradizione, risulta alquanto infelice.

FUORI PROGRAMMA 9 – SPECIALE ELEZIONI 2009: Lasciateci in pace!



Nella mattinata di sabato scorso la mia nonna materna di ottantanove anni riceve una singolare telefonata. Mentre squilla l’apparecchio (come lo chiama ancora lei) si trova in soffitta a rovistare tra cianfrusaglie. Per rispondere s’affretta a scendere le scale con tutti i rischi concernenti data anche l’età. Al “pronto” una voce di giovane signorina le domanda se sarebbe contenta di avere come eurodeputato un marchigiano. Poi segue la presentazione del candidato in questione e la richiesta di voto. La nonna, colta di sorpresa, con tutta la cortesia e l’ingenuità del caso, replica che avrebbe naturalmente piacere di avere un rappresentante del territorio. Ma non finisce qui. Succede qualcosa di veramente insolito. L’incaricata chiede verifica dell’indirizzo e ringraziando avvisa la contattata con tale espressione: “rimarremo in contatto”. Per cosa?? Hanno bisogno di che cosa da un’anziana di quell’età che oramai s’aspetta ogni giorno di lasciare la vita terrena?? Finisce la conversazione e dunque anche la propaganda elettoral-telefonica.
A parte l’enorme banalità della trovata, viene messo in risalto più che altro l’abuso. Ora ci si domanda se dopo aver intasato televisioni, radio, giornali, web, pareti, spazi pubblici, panorami, linee telefoniche, mezzi di trasporto, locali dei centri storici, caselle di posta elettronica e tradizionale, tombini e chiaviche con volantini,…cos’altro possa mancare per pubblicizzare il candidato ideale di turno.
Colpiti infatti oramai tutti i momenti e le situazioni della giornata di un cittadino medio, rimangono ancora per poco immuni solamente il sonno e le occasioni di intimità per ragioni fisiologiche. Ci manca allora a questo punto che qualche genio si prenda possesso pure di queste particolari circostanze per sfruttare la sua campagna elettorale magari facendolo con sveglie programmate o con carta igienica opportunamente stampata con simboli e slogan sempre pronta nei momenti di “massima concentrazione”.
E scongiurata almeno per queste elezioni 2009 una possibile e tragica caduta della nonna, ora ci soffermiamo su altre questioni.
Abbiamo appreso dalla stampa locale che vi sono ancora una volta candidati alle europee che ignorano completamente la conoscenza dell’inglese o almeno di una lingua straniera del continente.
Un bel biglietto da visita per il nostro paese non c’è che dire. E soprattutto un ottimo esempio di come funzionano le cose nella nostra nazione. Chi parla due, tre, quattro, lingue straniere passa da momenti di disoccupazione a lavori d’occasione di bassa dignità. Intanto la solita compagine politica, nonostante gli incarichi continui, scala tutte le carriere amministrative con i dialetti locali. Qualcuno fa notare che c’è una folta schiera di interpreti e traduttori a servizio praticamente continuo dei euro-ignoranti. Qualcun altro invece pensa subito alla montagna di quattrini che servono per risolvere queste inadempienze linguistiche, proprio per tradurre a chi non conosce forse neppure la sua madrelingua. Ma non finisce qua. In corrispondenza delle elezioni europee del 2009 persino la Ryanair ha scelto di istituire un volo diretto Ancona-Bruxelles nel noto e rinomato hub “Raffaello Sanzio”di Falconara Marittima. Forse un caso? Nel frattempo i cittadini marchigiani si sono persino dimenticati di avere un aeroporto, vista l’enorme attività della nuova e mastodontica struttura.
Insomma irrompere nella privacy domestica di una persona quasi centenaria per fini elettorali è lecito. Candidarsi come deputati del Parlamento Europeo senza conoscere una sola lingua estera è normale. Vedere inaugurare improvvisamente voli per località dove si svolgono la maggior parte delle attività politiche del “vecchio continente” in un aeroporto che non movimenta quasi più nemmeno una valigia all’ora è una coincidenza.
L’importante è che alla base di tutto ci sia sempre la marchigianità…caratteristica che spazza via ogni dubbio ed ogni incongruenza.

FUORI PROGRAMMA 8 – SPECIALE ELEZIONI 2009: Tutto, fuorché politica

Quello che sta accadendo nel nostro capoluogo di regione ha dell’incredibile. Rispecchia naturalmente l’aria nazionale. Ma qui si manifesta in una maniera alquanto inedita ed originale. E c’è il rischio che presto si estenda anche negli altri centri e nei piccoli comuni.


La politica ad Ancona sembra dare da tempo segni di squilibrio. Oppure pare occuparsi di tutto, meno di politica.
In queste elezioni amministrative è scoppiata la grande moda del fare propaganda elettorale direttamente in boutique. Quasi tutti i candidati sindaco e qualche candidato consigliere infatti hanno ben pensato di affittare per un paio di mesi alcuni rinomati locali commerciali nel cuore del centro storico e nei rioni popolari. Tra un negozio di abbigliamento e una profumeria può capitare, ancora per pochi giorni, di imbattersi in vere e proprie segreterie elettorali con colori sfavillanti di pitture rosse, azzurre, gialle, gadgets, palloncini e bandierine. Mancano solo paillettes e cotillons, ma forse con un pò di attenzione si trovano pure quelli. Nel frattempo qualche proprietario degli immobili in questione ha già ben pensato di esporre il tradizionale cartello AFFITTASI col proprio recapito telefonico visto la fine oramai vicina della campagna. E così tra i volti sorridenti dei prossimi amministratori e le loro promesse a caratteri cubitali spuntano gli interessi veraci di chi deve occupare immediatamente il proprio negozio, passata l’ebbrezza elettorale, per garantirsi le laute locazioni.
La città è naturalmente intasata di bigliettini, volantini, manifesti. C’è il rischio che ad un prossimo serio temporale rimanga allagata a causa dell’immondizia propagandistica che finisce regolarmente incastrata tra chiaviche e tombini. Ma dello spreco di carta poco importa. L’importante è far girare il carrozzone a più non posso. La giostra mediatica. Il circo propagandistico.
I programmi dei personaggi da palcoscenico sono talmente appiattiti che urge a poche ore dalle votazioni giocare gli assi per le ultime “pacche” della partita. Ecco allora che c’è chi rinuncia all’indennità da sindaco stimata in 90mila Euro lordi all’anno. C’è chi annuncia di accontentarsi dello stipendio di un operaio. C’è chi promette di ridurre drasticamente le spese e gli assessori.
Intanto tutta la compagine politica nazionale e di governo si muove su Ancona per sostenere i propri beniamini. E Bruno Vespa rischia seriamente di non riuscire a riempire le sue poltrone per la penuria di onorevoli e ministri…
Ma il limite della credibilità è stato praticamente superato sulle apparentemente innocenti affissioni murali. A circa dieci giorni dalle elezioni sono apparse per opera di una lista civica concorrente “toppe di protesta” sui manifesti di alcuni candidati denunciando l’occupazione abusiva dello spazio.

La popolazione anconetana e quella nazionale attendono le prossime sorprese, certi che a ore arriveranno. Inutile fare pronostici o sforzi d’immaginazione, si rischia solo la neurologia. La politica della Terza Repubblica, se mai ce ne sia stata una seconda, va avanti così…

lunedì 1 giugno 2009

FUORI PROGRAMMA 7 - Pizza al formaggio, fava…e pecorina!

Non è solo il menu delle scampagnate di questi giorni. Tra i continui inviti a mantenere le tradizioni e a comprare i prodotti tipici locali per allontanare le crisi qualcuno non ce la sta raccontando giusta. Vediamo chi.


Primavera inoltrata di un anno di piena crisi. Le associazioni di categoria, la politica, gli spot mediaci invitano già da tempo a contribuire al sostentamento dell’economia nazionale acquistando, il “Made in Italy”, i prodotti d’artigianato, di nicchia, ecc. Non mancano mai pure i consigli atti spingere i consumatori a far uso solo di prodotti di stagione, tipici, genuini, sottocasa, in parallelo con valanghe di allarmi per tutto quello che è straniero, persino se proveniente da un paese comunitario che rispetta gli accordi presi insieme col nostro.
Allora che può far di meglio un semplice cittadino marchigiano di maggio se non uscire di casa e comprare pizze al formaggio, fava e pecorino nostrani rispettando le tradizioni culinarie e aiutando a mantenere il buon ricircolo dei soldi fra i nostri sani commercianti, i nostri sinceri fornai, i nostri umili contadini e i nostri amabili pecorai. E per rispettare i moniti che vengono dall’alto è norma farlo solo nei negozietti dei centri storici, negli antichi esercizi, nei fori annonari, nei mercati rionali. Guai nei supermercati. Peggio ancora negli hard-discounts o altre distribuzioni.
Tutto bello!
C’è solo un piccolissimo problema: la telenovela dei consigli è ben distante dalla situazione reale del consumatore.
La famosa e deliziosa pizza al formaggio quest’anno si trova in vendita presso panifici, negozi, supermercati a prezzi che oscillano tra i 12,00 e i 18,00 Euro/kg.
In una catena di piccoli market a basso costo, la stessa, di produzione semi-industriale (o artigianale ma in grandi quantità) viene venduta alla misteriosa cifra di 6,20 Euro/kg. persino durante la Settimana Santa.
Immediatamente scattano i dubbi e le reazioni. Come fa un prodotto da panificazione dello stesso genere a costare il doppio o addirittura il triplo di fronte al consumatore???
La prima risposta che qualcuno vorrebbe sentire è ovviamente scontata. La pizza al formaggio da 6,20 Euro è una porcheria piena di schifezze. Una Vacanza Dimenticabile ne ha acquistata una sia per ovvie ragioni nutrizionali, sia per golosità, sia per indagare sul misfatto. L’articolo risulta provenire dalla provincia di Terni, prodotto e confezionato in uno stabilimento in atmosfera modificata. Gli ingredienti pubblicati sull’etichetta sono indice di assoluta genuinità. Viene venduta in singoli pezzi di 500 gr. cadauno a prezzo fisso di 3,10 Euro. All’apertura è freschissima e soffice come appena fatta. Al gusto è delicata con poco pepe e non troppo formaggio. Certo quelle artigianali risultano assai più saporite e ricche di delizia fusa, ma la piccola concorrente economica si guadagna un sicuro: MOLTO BUONA come prodotto e ECCELLENTE per il rapporto qualità/prezzo. Ecco allora che chi ha avuto il piacere di assaggiarla ha incominciato ad ipotizzare un secondo ragionamento: questa è la prova inconfutabile che qualcuno ci vuole continuare a prendere per il didietro in campo alimentare (e non solo), nonostante la crisi, i piagnistei, il bisogno di serietà che più si chiede…Ma vogliamo capire chi è costui o chi sono costoro…E’ forse il mugnaio che aumenta spropositatamente la farina ai fornai nostrani?? E’ forse il contadino che rincara le uova ai fornai nostrani?? E’ forse il pecoraio che fa il furbo sui prezzi dei formaggi con i fornai nostrani?? Allora come fanno a Terni in quel fantomatico stabilimento??
E i dubbi non mancano neppure nella grande distribuzione. Come si fa in ben due grandi ipermercati, consacrati paladini del risparmio, uno che ha il proprio staff di panetteria all’interno, un altro che annovera un contratto di fornitura perpetuo con un panificio locale che lavora solo per la sua catena a chiedere prezzi tali e pressoché uguali (11,70-12,70 Euro/kg)??
Costa più produrre in Umbria e trasportare in giro per l’Italia oppure in panetteria col forno nel retro-bottega??

E’ evidente che nemmeno di fronte alla realtà dei fatti nessuno osa mettere in guardia il paese davanti alla verità. E c’è il rischio reale di trovare situazioni simili in molti altri prodotti, alimenti, generi di consumo.
Di qui a poco milioni di persone saranno costrette a gallette di riso cinesi…
Altro che nostranità…