martedì 9 novembre 2010

FUORI PROGRAMMA 32 - Luminarie e vendita animali: cambio di rotta...con sentori di naufragio in alto mare

Una apparente ventata di riformismo ha invaso Senigallia. Dal bando parziale della vendita ambulante degli animali alle proposte di partecipazione totalmente privata delle attività per le luminarie natalizie. Un auspicabile cambio di rotta epocale per la città. Ma la traversata è ancora troppo lunga. E c’è da sperare che le condizioni avverse e le insidie della navigazione non portino la barca in un rischioso naufragio.


Sembrava di percepire i sentori di una svolta storica in città, quando appena una settimana fa erano comparse le notizie di nuove proposte e disposizioni certe in materia di amministrazione cittadina spicciola.
Eppure sono bastati pochi giorni, anzi poche ore, per accorgersi che ancora una volta si trattavano di classici abbagli mediatici senigalliesi.
Le difficoltà incontrate nell’organizzazione delle luminarie natalizie duemiladieci lasciavano ben presagire azioni esemplari già da quest’anno. Dall’appello a tutte le attività cittadine di aderire alla spesa di tasca propria con coscienza e per ridurre l’onere delle singole quote di Luciano Conz della Confcommercio, alla coraggiosissima proposta di Iorio Tombesi della Confesercenti di istituire una tassa di cinquanta euro gestita dal Comune e rivolta a tutti i titolari di licenze per la realizzazione di un fondo destinato agli eventi cittadini. Immediatamente bocciata quest’ultima dalla Amministrazione forse per paura di una futura ricaduta in sede elettorale.
Da entrambe le associazioni poi si era persino udito per la prima volta l’idea di un coinvolgimento anche delle categorie dei professionisti e dei proprietari di locali sfitti, immobili.
Quando però, proprio all’assemblea degli associati di Confcommercio di mercoledì tre novembre si apprende che anche per quest’anno il problema è stato risolto con la mano benevola di “mamma Amministrazione” (cinquantamila Euro), la situazione appare alquanto chiara.
Parlare di novità è ancora troppo presto. Lo show mediatico classico è invece sempre attuale e vigente e l’unico a dominare la scena.
E prima delle luminarie, a sorpresa, la notizia del bando della vendita ambulante degli animali su tutto il territorio.
Plausi da tutte le parti.
Purtroppo però si è dimenticato di menzionare i meriti che sicuramente hanno portato a questa decisione. Dalla pressione dell’associazione animalista Chicco & Fuffi di Antonio Bruno, prima fra tutti, agli inviti e le raccomandazioni della Cinofila Senigalliese di Anna Manoni e Roberta Benigni. Passando per le inchieste di Una Vacanza Dimenticabile e gli interventi di altri attivisti.
In realtà è scaturito che il veto tanto celebrato come successo epocale risulterebbe parziale poiché applicabile soltanto per cani e gatti.
Inutile sforzarsi sul motivo di questa scelta incompleta.
Si vocifera che sia stata adottata per alleggerire il canile, altro onere comunale. Metà è meglio di niente, in molti affermano. Ma bisognerebbe comprendere se tale espressione è accettabile anche quando c’è in ballo comunque la vita di altri esseri viventi.
Un pappagallino rinchiuso per giorni in mezzo ad altri ottanta in meno di un metro cubo forse non soffre quanto i quadrupedi. Oppure i pesci, tramortiti dai colpi di scolapasta al minuto (un retino sarebbe troppo professionale), se potessero parlare sicuramente ringrazierebbero per la gita alla fiera. Il toccasana poi per tutte le specie presenti è la confusione totale generata dal pubblico.
Vale la pena allora rinnovare l’appello affinché si faccia urgentemente un passo definitivo sulla questione. L’iniziativa senigalliese è senz’altro esclusiva nel suo genere in provincia e probabilmente in regione. Ma c’è il rischio che diventi addirittura ridicola proprio perché non definita nella sua totalità. Dall’eccellenza alla barzelletta.
Nel complesso entrambi i casi rimarrebbero azioni molto significative ed importanti perché rappresenterebbero non solamente scelte esemplari di responsabilità e coscienza nell’amministrazione del territorio ma potrebbero innescare una nuova stagione di decisioni, cambiamenti, piccole riforme che gioverebbero non poco di fronte alla annosa situazione popolare stagnante e alle storiche diatribe su tante tematiche.
A patto che non si arresti la ventata della volontà.
E con la speranza che non vi siano troppi bastoni già pronti da incastrare fra le ruote del fare.


Fonti:
Stampa cartacea e on-line locale
Interviste varie


Confronta pure:















Caso luminarie natalizie e vendita ambulante animali

Una Vacanza Dimenticabile intervistata da Il Resto del Carlino (Giovedì 4 Novembre 2010):

"VIETANO DI VENDERE SOLO CANI E GATTI E NON ANCHE GLI ALTRI ANIMALI - LUMINARIE: LE PAGA IL COMUNE, CI GUADAGNANO NEGOZI E RISTORANTI"

"Divieto di vendita di cani e gatti in gabbia in mercati e fiere e prossimo allestimento delle luminarie natalizie. Due argomenti che stanno tenendo banco in questi giorni e sui quali ha qualcosa da dire il giovane blogger.

CHE COSA HA DA RIDIRE SULL'ORDINANZA CHE METTE AL BANDO LA VENDITA AMBULANTE DI CANI E GATTI??

E' positivo che si sia di fronte ad una inversione di rotta da parte del Comune e questo non mi può trovare che soddisfatto. Del resto un paio di anni fa mi sono interessato della questione segnalando anche la vendita di alcuni pappagalli che sarebbe illegale. Con il contributo degli animalisti Antonio Bruno (Ass. Chicco & Fuffi) e di Anna Manoni e Roberta Benigni (Ass. Cinofila Senigalliese) è stata portata avanti un'azione congiunta per il bando totale della vendita ambulante degli animali. Invece l'ordinanza riguarda solo cani e gatti. Questo frena un pò la mia soddisfazione.

QUALCOSA SECONDO LEI NON VA ANCHE NELL'APPROCCIO DEL COMUNE ALLA QUESTIONE DELLE LUMINARIE NATALIZIE. PERCHE' ?

Ho già criticato il fatto che tutte le estati l'Amministrazione comunale si debba accollare per intero la spesa per i fuochi d'artificio di Ferragosto per oltre 20mila Euro, quando a beneficiarne sono le attività commerciali e gli operatori turistici soprattutto del lungomare. La sera dello spettacolo pirotecnico c'è sempre un gran pienone. Perchè allora gli operatori turistici, i negozianti, i baristi e le pizzerie del lungomare non contribuiscono alle spese per i fuochi?

STESSO DISCORSO DOVREBBE DUNQUE SECONDO LEI VALERE PER LE LUMINARIE NATALIZIE?

Proprio così. In momenti di crisi e di lamentele per i tagli, l'Amministrazione dovrebbe dare un segnale ben preciso. E mi sembra che i rappresentanti delle associazioni di categoria abbiano raccolto il messaggio di coinvolgere commercianti ed esercenti del centro storico affinchè contribuiscano direttamente alla spesa per le luminarie ed altre attività, senza attendere elargizioni del Comune che a mio parere sarebbero fuori luogo.

sabato 28 agosto 2010

FUORI PROGRAMMA 31 - Denaro bruciato

Il tradizionale spettacolo pirotecnico di fine stagione è sempre meraviglioso e sorprendente. Per l’occasione si contano decine di migliaia di nasi all’insù e bocche aperte. Ma se fra un numero così elevato di partecipanti volontari e involontari, residenti e turisti, operatori e spettatori, ci fosse almeno una testa capace di comprendere che si tratta di una costosa manifestazione interamente finanziata con soldi pubblici probabilmente a fine serata ne rimarrebbe pure disgustato. Una soluzione per evitare l’annuale salasso c’è. Ma nessuno la vede. O forse fa finta di non vederla, non considerandola proprio.


Assistere almeno una volta alla serata dei fuochi artificiali senigalliesi è un appuntamento al quale nessun residente della provincia o addirittura della regione può mancare. La meraviglia, la popolarità e l’autorevolezza dell’evento sono tali oramai da consentirne la fama persino in tutta la nazione, grazie alla divulgazione dell’esercito di turisti in visita. C’è chi addiritura prenota un breve soggiorno e raggiunge la città da centinaia di chilometri di distanza per poterli ammirare.
Sulla bellezza, sulla magnificenza, sul successo delle presenze proprio non si discute.
Le persone arrivano a decine di migliaia, la città puntualmente s’intasa, i titolari delle attività ricettive fanno affari d’oro.
La vera sorpresa, quella che non tutti sanno di sicuro, però emerge prendendo in considerazione l’aspetto organizzativo.
Sì perché la realizzazione di uno spettacolo di tale calibro, interamente offerto dalle Amministrazioni Comunali che si succedono, costa mediamente ventimila Euro attinti sino all’ultimo spicciolo dalle casse del Municipio. Disponibilità finanziarie ovviamente sempre pronte quando si tratta di eventi top per le vellutate stagioni balneari, difficili da reperire per tutte le altre necessità della comunità. Se ci sono problemi economici a livello locale solitamente si tirano le cinghie e si scongelano per le occasioni con la stampa frasi precotte puntando il dito contro le manovre dei governi nazionali che si insediano.
Diventa allora interessante capire perché un comune debba accollarsi obbligatoriamente e completamente tale onere senza l’aiuto di nessun’altra entità.
Sono oltre settecento le attività ricettive che giovano della serata pirotecnica: più di cento alberghi tutti esauriti, più di cento campings o residences a pieno regime, più di cento ristoranti stracolmi, più di cento bar che scoppiano di gente; più di cento stabilimenti balneari che potrebbero sfuttare il momento anche senza il sole, più di cento attività generiche del centro e dei lungomari che risulterebbero idonee al commercio serale…
Se da ogni sopraccitato esercente arrivasse un modesto contibuto simbolico la spesa sarebbe ben presto coperta e garantita, ed il Comune di Senigallia potrebbe risparmiare il denaro pubblico utile per le priorità cittadine. Basti pensare che un ristoratore potrebbe contribuire con appena cinquanta Euro, l’incasso di tre primi e due secondi, grazie allo straordinario afflusso di clientela che gli regala l’evento. Un bagnino, il più penalizzato della categoria delle attività commerciali potrebbe farlo devolvendo l’affitto di una sdraio ed un ombrellone, appena dieci Euro.
Ma a tutt’oggi nessuno pare si sia accorto di questa possibilità. Silenzio totale.
Nessuno osa puntare il dito verso questo inutile spreco proponendo alternative per mantenere l’evento. Nessuno dalla politica di maggioranza, né da quella di opposizione (ben quattro coalizioni avversarie alle ultime elezioni) si fa carico di una ventata di novità nello stagnante modo di fare. Nessuno dalle capricciose associazioni di categoria sembra avere il coraggio di avanzare una ipotesi del genere, con una mano sulla coscienza e l’altra al portafoglio, venendo incontro all’esigenze della città tutta. Poi però puntuali arrivano piogge di lamentele se l’Amministrazione s’azzarda ad allentare la presa della partecipazione organizzativa.
Se una città come Senigallia non riesce a districare un nodo così semplice vuol dire che è destinata a vivere di assistenzialismo e contentini, mai d’intraprendenza ed innovazione.
Finchè le casse lo permettono.





"Con la speranza che l’ammiraglia Rai del servizio pubblico sia ancora forte e competitiva…"

Incontro con Giulio Borrelli


Serata importante quella di martedì 17 agosto a Senigallia alla Rotonda a Mare per l’incontro con Giulio Borrelli, giornalista RAI attualmente inviato del TG1 negli Stati Uniti. Un evento organizzato dall’Amministrazione Comunale secondo la programmazione del ciclo RAMinLibri.
Il noto volto dell’ammiraglia dell’informazione della TV pubblica ha ben pensato di fare tappa in città per parlare di storie inerenti al giornalismo radiotelevisivo italiano a cavallo tra prima e seconda Repubblica, nonché di tutte le problematiche ed anomalie presenti all’interno dell’azienda pubblica della quale è dipendente. Per l’occasione ha presentato quindi il suo ultimo libro “Le mani sul TG1 – Da Vespa a Minzolini, l’ammiraglia Rai in guerra” di fronte ad una nutrita folla di persone puntualissima all’evento. Un volume dal titolo leggermente più malizioso di quanto poi si rivela il suo contenuto. Eppure lo stesso autore non nega di aver incontrato ostacoli per la sua pubblicazione. Si parla infatti di lottizzazioni televisive, ingerenze delle maggioranze politiche ma non solo, di colleghi con minore esperienza e professionalità improvvisamente incaricati quasi dal nulla, di ben dieci direttori del Telegiornale Uno nominati in appena quindici anni con imposizione di stili anche molto differenti tra loro, di cui sette completamente esterni alla Rai e alla logica del servizio pubblico, e tanto altro. Una vera e propria testimonianza, di chi ha speso gran parte della carriera presso il notiziario del primo canale. Borrelli si è distinto, come suo solito, per il classico stile pacato e rassicurante di esposizione degli argomenti. Ma si è voluto concedere anche qualche eccezione, seppur scusandosi con il pubblico, quando per esempio ha definito certe frange della televisione e dell’informazione odierna una sorta di “mignottificio”. Memorabili anche diversi aneddoti ed esempi: “Le persone una volta si fidavano di più dell’informazione. Vigeva la famosa frase: lo ha detto la televisione! Per cui ciò che veniva divulgato era comunque sinonimo di garanzia, certezza, professionalità. Oggi non è più così. Si è persa molta della credibilità nel nostro lavoro. E a testimonianza di ciò basterebbe considerare il grosso calo di ascolti che ha subito il TG1”. Ha più volte ricalcato la sua quarantennale carriera fatta di moltissime esperienze: dalla composizione delle letterine di piombo per la carta stampata, alla scuola RAI, fino agli incarichi del TG1, compresa la Direzione per due anni. In anteprima Borrelli si è concesso pure ad un piccolo gruppo di giornalisti locali in maniera del tutto informale al lounge-bar della Terrazza Marconi. Non sono mancate citazioni al libro, alla attuale situazione professionale e aneddoti per i colleghi.



Foto da 60019.it









FUORI PROGRAMMA 30 - L'estate degli affari d'oro

Aumento smodato negli ultimi anni di sagre, feste, eventi, ogni dove. Spesso finanziati o contribuiti dalle istituzioni con soldi pubblici ed esenti da fisco, controlli sanitari, manovalanza retribuita, chiarezza sui fornitori. Propongono menù popolarissimi con listini da ristoranti. Ecco la gallina d’oro perfetta da sfruttare a pieno regime con le belle stagioni. Nell’euforia generale delle ferie e con gli spauracchi della vita quotidiana in piena crisi generalmente tutto ciò poco interessa. Ma forse c’è ancora qualcuno che può insegnare qualcosa.



Estasiati dalla magnificenza delle manifestazioni estive senigalliesi e non solo, quelle che, così dicono, hanno riportato il tanto agognato turismo di velluto persino da tutta Europa, quelle che vanno accettate come sono, senza critiche, senza commenti, perché diventate tanto famose e rinomate, perciò perfette. Assuefatti dall’odore di santità di codesti eventi, dalle offerte gastronomiche della tradizione e dalla noia della vita di tutti i giorni. Spinti dall’euforia estiva, dalla voglia di evasione, dai richiami dei manifesti e dei rintocchi di fisarmonica.
Ecco perché nessuno osa domandarsi se dietro tanta allegria e successo c’è qualche lato non propriamente chiaro.
Guai polemizzare sui listini delle leccornie americane anni cinquanta. Guai menzionare il prezzo dei maritozzi in piazza a Settembre uguale a quello del più rinomato caffè del centro storico. Guai puntare il dito su una porzione di tagliolini ai frutti di mare a nove Euro. Guai sollevare dubbi su dodici bocconcini di cinghiale con otto olive nere denominati “spezzatino” a undici Euro, o sulle porzioni di arrosto misto di maiale composte di due costine, una braciola e una salsiccia presenti in ogni sagra della provincia ad un prezzo compreso fra gli otto e i dodici Euro. Guai pensare al fisco in queste occasioni. Guai domandarsi che fine fanno gli incassi. Guai sapere se vengono adottate le più basilari misure igieniche, obbligatorie ed estremamente complesse per tutti gli esercenti, assolutamente libere ed incontrollate per tutti gli stands degli eventi. Guai interrogarsi sulle prestazioni lavorative dei collaboratori tutti volontari. Guai chiedersi la provenienza degli alimenti e delle bevande.
Tutto deve essere accettato come è senza polemiche strumentali.
Divertirsi è il solo imperativo d’ordine. Anche con la testa piena di dubbi ed il portafoglio svuotato…
Eppure lo scorso primo di Agosto ci siamo “disgraziatamente” avventurati fuori regione, vuoi forse per amor del suono della chitarra, vuoi magari per stima del personaggio che suonava, vuoi anche perché unica occasione al momento per il centro Italia. Temendo ad un certo punto di esserci perduti in mezzo all’Appennino abruzzese del teramano giungiamo finalmente a Campli, un piccolo paesino nascosto fra i boschi e nostra meta. Appena arrivati, troviamo ai piedi del centro sulla destra un ampio piazzale adibito a parcheggio pubblico totalmente gratuito e ancora libero. Poi saliamo camminando per il piccolo corso cittadino per raggiungere la deliziosissima piazzetta Vittorio Emanuele II, uno spazio di appena settecento metri quadrati, cuore del centro storico del luogo. L’area è chiusa al pubblico per il concerto di Toquinho, famosissimo cantautore brasiliano e maestro di chitarra di risonanza internazionale. Costo dell’ingresso in prevendita presso distributori (agenzie viaggi, negozi di dischi, ecc.) venticinque Euro. Il biglietto invece immediato all’entrata, ventidue. Prendiamo subito posto a sedere fra le circa quattrocento sedie disponibili. Non ci sono comunque né file, né intasamenti, né trambusti. Tutto si svolge in un’assoluta tranquillità, rara per eventi di questo genere. Il numero di partecipanti infatti è giusto e limitato, forse anche a causa della scelta del luogo non propriamente a portata di mano (nell’Appennino, a circa trentasei chilometri dalla costa). Per l’occasione, il macellaio dirimpetto al palco dove suoneranno i musicisti, ha ben pensato di preparare una porchetta intera e tenere aperta la bottega sino ad esaurimento della materia prima. Almeno otto spettatori su dieci, nell’attesa, si avviano compostamente verso il negozio e si dispongono ordinatamente in fila. Il caratteristico signore affetta al momento l’arrosto di maiale e lo colloca sui panini che nel frattempo gli prepara la sua gentile consorte al fianco. Il prezzo per cadauno è di due Euro e cinquanta. Marito e moglie ringraziano con sorriso benevolo augurando buona serata. Alle ore ventidue circa, Toquinho ritarda ancora, ma la coppia ha terminato la porchetta e chiude le porticine di legno dell’antica attività paesana.Anche la signora con il marito ed il figlio dello storico bar accanto hanno pensato di somministrare bevande per l’occasione. Per far ciò si sono provvisti di un classico banchetto mobile con spillatoio. Dispongono però solo di cola e birra fresche al prezzo di…udite…udite…un Euro e cinquanta al bicchiere (20 cl.). La gente ne usufruisce abbondantemente ma senza abusi. Finalmente arrivano dei musicisti per preparare un antipasto di melodie e poi irrompe ovviamente anche l’attesissimo suonatore brasiliano. Tutta la serata si svolge meravigliosamente. La musica è stupenda anche per chi non se ne intende. La capacità di Toquinho di regalare tante emozioni con un semplice strumento musicale cattura e incanta veramente tutti.
Ma per chi sa osservare intorno a sé e ragionare sorprendono anche altri particolari.
Un paesino semplice che non ha certo la risonanza turistica e le opportunità economiche di una città della costa trova spunto per dare accoglienza senza approfittarsi dell’unico evento che gli capita magari durante l’anno.
Ecco perché forse rimane meglio fra i ricordi una serata così piuttosto che decine di edizioni di manifestazioni che trasudano di strani affari e oro colato.





Nelle foto: Toquinho in concerto a Campli (TE) - 01/08/2010 - (Tutti i diritti riservati)



















domenica 14 febbraio 2010

"Scansione della politica": dopo i redditi, ora situazioni patrimoniali e curricula

Dopo la grande iniziativa mediatica del blog Popinga, con esiti tutti discutibili, ecco la nuova provocazione lanciata da Una Vacanza Dimenticabile. Quando le cifre da sole non bastano. E per completare l’opera ci vogliono pure gli argomenti.


Da giorni se ne parlava grazie all’intervento del noto blog senigalliese.
Vuoi il particolare momento in cui la città si trova. Vuoi una sempre maggior richiesta di trasparenza, forse anche per una questione di trend. Vuoi per il rischio di fare una brutta figura o di finire addirittura nel controverso. Alla fine dal Comune di Senigallia vengono pubblicati i redditi denunciati da ciascun esponente della Giunta in carica e del Consiglio Comunale.
Ma nelle ore successive nessun grande dibattito si è aperto come invece si sarebbe auspicato. Solo tante cifre e un pò di stupore…
Apparentemente ci sembrerebbe che nella politica cittadina ci sono pensionati con stipendi da dirigenti di una multinazionale. C’è poi qualcuno che denuncia un reddito inferiore ad un extracomunitario clandestino che vende accendini ai parcheggi. Oppure non mancano individui che transitano per le strade cittadine a bordo di lussuose automobili, il cui solo mantenimento annuo si avvicinerebbe intorno all’intero guadagno dichiarato.
In ogni modo la realtà è tutta da appurare.
Ovvero, c’è da tener conto del fatto che queste cifre sarebbero prive di tassazione e volgarmente definibili “lorde”. Dunque i guadagni netti nei portafogli dei chiamati in causa si aggirerebbero intorno alla metà di quanto pubblicato. Inoltre tali importi non sono giustificati da nessuna voce che indichi la reale attività dell’individuo in esame e quali cause o ragioni li abbiano condizionati. Non tengono conto della situazione patrimoniale privata, né dei bilanci aziendali quando si tratta di liberi professionisti e imprenditori.
Dunque l’ennesimo caso nel panorama mediatico cittadino non può ancora considerarsi archiviato del tutto.
Ragion per cui, dopo questa brevissima premessa chiarificatrice ecco la vera proposta, il secondo atto della provocazione: dopo i redditi, ora si pubblichino sugli organi di stampa le situazioni patrimoniali ed i curricula dei candidati alle prossime amministrative cittadine e della politica “uscente”. Tale invito potrebbe essere naturalmente esteso anche a chi si accinge a mantenere il ruolo pubblico negli ambienti circostanti e strettamente connessi (segretari di partito, stretti collaboratori, coordinatori).
Un grande passo avanti verso la costituzione di una vera e propria anagrafe politica, già oggetto di discussioni da qualche anno.
Ma soprattutto un balzo enorme in termini di trasparenza.

venerdì 22 gennaio 2010

FUORI PROGRAMMA 29 - Senigallia: indifferenza bucata

In attesa dei nuovi porti funzionanti, centri storici bomboniera, grandi opere lussuose come alberghi a cinque stelle e lungomari ricostruiti con tanti bei residences, c’è qualcosa nell’aria della quotidianità che non convince. Istituzioni, associazioni e cittadini inebriati da grandi progetti e campagne elettorali che vagano per la città come moribondi. Senza accorgersi neppure dove mettono i piedi.


Chi si procura una siringa per iniettarsi una dose non ha alcun interesse della propria vita, figuriamoci di quella altrui. E dopo aver compiuto l’atto non possiamo aspettarci di certo che, in preda alle pesanti distorsioni psico-fisiche, si preoccupi pure di smaltire gli strumenti usati con cura evitando di coinvolgere in una contaminazione un innocente.
Giovedì quattordici gennaio duemiladieci è una giornata come tante. La fretta, gli impegni, il lavoro non permettono nemmeno una sosta. Si parcheggia l’auto nell’area libera adiacente al Matt-Bar poi ci si dirige verso il centro storico. Qualche passo verso Via Perilli e dopo il ponte sul Misa casualmente sale alla memoria una vecchia commissione da dover compiere in Viale Leopardi. Si continua allora diritto verso la stazione. Finché sul marciapiede compare da lontano uno strano oggetto nero. Nel avvicinarsi camminando si scopre a mano a mano che si tratta di un giubbetto maschile di pelle abbandonato in terra in maniera assai confusa ed improvvisata. Poi l’amara scoperta a colpo d’occhio. Fra una piega e l’altra dell’indumento spunta una siringa infetta dai contenuti rossastri precisamente infilzata sul capo. La scena è piuttosto agghiacciante e rappresenta nella sua freddezza tutto il disagio del gesto. Le posizioni degli oggetti abbandonati, il luogo, le circostanze sembrano proprio riprodurre esattamente nell’immaginazione umana tutti i frammenti dell’accaduto pur non avendolo assistito. Per mancanza di una fotocamera a portata di mano non la si può immortalare. Il punto esatto è il tratto di marciapiede di Viale Bonopera attiguo alla Statale e al parcheggio, in prossimità della staccionata ferroviaria dove sovrastano i bagni della stazione e tabelloni pubblicitari.
Si prosegue allora nella camminata per la dura routine della giornata, turbati da un profondo senso di disgusto e amarezza. Si spera di scorgere un agente di pubblica sicurezza sulle strade per poter segnalare il fatto, ma ahimè, non ne capita a vista d’occhio nessuno. Si ipotizza pure di chiamare qualche comando per poter portare a conoscenza il triste ritrovamento. Poi però a causa della fretta e degli appuntamenti non ci si riesce. Allora s’invita il titolare di un negozio ad avvisare qualcuno.
L’indomani, venerdì quindici, transitando di passaggio in zona ritorna alla mente il caso e si decide di andare a verificare. Sorpresa! Il giaccone non c’è più, né sul marciapiede, né nelle immediate vicinanze. Segno che qualcuno lo ha notato ed ha provveduto alla sua rimozione, insieme, si spera, ad altri oggetti. E invece con un pò d’attenzione e profonda delusione si scorge ancora una siringa infetta sullo stesso luogo, sullo spigolo tra marciapiede e balaustra ferroviaria. Il senso di sdegno rimane e stavolta nonostante le corse per gli impegni non si può fare a meno di avvertire con una telefonata una delle forze di polizia presenti in città. Il centralinista risponde molto cordialmente e ringrazia per l’informazione. Tutto quasi risolto allora. La segnalazione è stata inoltrata ad un servizio di pubblica sicurezza cittadino che dovrà a sua volta contattare qualche altro settore competente al caso.
Per curiosità allora e sempre di passaggio tentiamo un sopralluogo domenica diciassette addirittura intorno alle ore ventitre, così capita. La rabbia sopraggiunge all’improvviso quando, sotto la pallida luce del lampione vicino, ci riappare di nuovo dopo almeno tre giorni la siringa sempre abbandonata al solito posto.
Martedì diciannove poco prima di far pubblicare questo articolo l’oggetto simbolo dell’indifferenza e della vergogna è ancora lì. A quasi una settimana dal primo avvistamento.
Ciò non può non innescare allora una serie di pensieri e dovute considerazioni.
Una città di circa quarantacinquemila abitanti residenti, ricca di attività, associazioni, istituzioni ufficiali che si dimostra indifferente di fronte ad un caso di disagio e di pericolo. Quella stessa città che si prepara estasiata ad accogliere le grandi opere in cantiere per il suo futuro prossimo, ma che perde sempre più di frequente l’attenzione pure ai metri quadrati sotto casa. Forse è proprio la fretta della vita moderna a provocare questa distrazione. Avvistatore compreso.
Ma l’atmosfera urbana quotidiana appare tutt’altro che rosea e rasserenante. E i sensi civici ed istituzionali sono piuttosto in difficoltà.
Tra lo sperare di non rimanere infilzati passeggiando, bisogna più che mai augurarsi che nemmeno il buon senso, i diritti e i doveri siano oramai “bucati”.



sabato 2 gennaio 2010

FUORI PROGRAMMA 28 - Marina di Montemarciano: regalo di Natale

Passate le festività natalizie tra solite euforie forzate, sprechi e blocchi delle attività è presto tempo di bilanci. Come sono andate queste giornate nel comprensorio e nella provincia?? Ma soprattutto quali sono i regali che le nostre città hanno trovato sotto l’albero??



Un’altro Natale e ciclo di feste è appena passato. Bella l’atmosfera di Pesaro tra luci, festoni ed eventi. Bella quella di Fano e Marotta. Bella quella di Senigallia, Falconara Marittima, Ancona. Belle quelle di molte altre località e paeselli degli entroterra. Per tutte Babbo Natale è arrivato puntualmente ed ha regalato una ventata di serenità, allegria e spensieratezza…
Per una sola invece pare si sia dimenticato persino di farvi visita. Anzi, al posto suo e addirittura in largo anticipo è passata la Befana con tanta cattiveria. Ragion per cui, invece dei doni sottoforma di spettacoli, abbellimenti, colori e suoni sono stati lasciati veri e propri danni.
I cittadini di Marina di Montemarciano già alla vigilia delle festività hanno potuto scorgere nuove transenne e nuovi divieti sul loro lungomare.
Nuove mareggiate, nuovi disastri.
Dopo esattamente una lunga pausa di un anno la natura non ha potuto attendere ulteriormente le esigenze della politica. E così, un’altra sciagura seppur limitata si è abbattuta sulla travagliata costa montemarcianese. Un’altra pagina nera è stata scritta sul trentennale romanzo horror della spiaggia di Marina.
L’ultimo atto era stato pubblicato appena pochi giorni prima proprio sul sito web istituzionale del Comune: “Gara mediante procedura aperta per l’esecuzione dell’intervento di difesa costiera a nord della foce del Fosso Rubiano nel Comune di Montemarciano – Informazioni sullo stato di attuazione – In data 3 dicembre 2009 alle ore 10:20 si sono concluse le operazioni della seconda seduta di gara. Sono risultate ammesse alla procedura n. 23 offerte. La soglia di anomalia è risultata pari al 35,425%. La commissione ha ritenuto di dover sottoporre a verifica contemporanea le prime cinque migliori offerte. Ha inoltre disposto la sospensione della gara e la riconvocazione della stessa per il giorno 14 gennaio 2010, alle ore 09:30, presso la Sede Municipale” (3 dicembre 2009). E poco prima ancora era stato effettuato il primo tentativo di gara: “In data 13 novembre 2009 alle ore 16:50 si sono concluse le operazioni di gara relativamente all’esame delle buste contenenti la documentazione amministrativa (sono pervenuti n.26 plichi contenenti l’offerta). La commissione ha ritenuto di dover sottoporre alla acquisizione di elementi di valutazione che consentano l’ammissione ovvero l’esclusione di alcune ditte. Ha inoltre disposto la sospensione della gara e la riconvocazione della stessa per il giorno 3 dicembre 2009, alle ore 9:00, presso la sede municipale” (13 novembre 2009).
Ma a questi annunci ufficiali ed altamente istituzionali è preceduta una lunga sfilza di comunicati e dichiarazioni durante l’anno: “Dopo una lunga e complessa trafila burocratica, che ha coinvolto vari Enti ed Istituzioni, a cominciare dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, fino alla Regione Marche (nei suoi vari settori e servizi), la Soprintendenza ai beni architettonici e paesaggistici, l’ARPAM, la Capitaneria di Porto….), il Comune di Montemarciano, quale soggetto attuatore, è stato finalmente messo nella condizione di poter procedere alla pubblicazione del bando relativo alla gara di appalto dei lavori di difesa della costa a nord della foce del Torrente Rubiano. (…) Il problema della salvaguarda della spiaggia continua intanto ad essere oggetto di ininterrotti e proficui contatti tra l’Amministrazione comunale e la Giunta Regionale - con particolare riferimento all’Assessore Carrabs ed all’Ing. Marzialetti - specie in merito al tratto di arenile antistante la zona abitata ed anche in questo senso stanno prendendo corpo fondate possibilità di concreti interventi e dei relativi finanziamenti”. (Comune Montemarciano - 16 Ottobre 2009) – “Erosione: i cittadini possono stare tranquilli. L’Amministrazione comunale di Montemarciano, con riferimento al ben noto fenomeno dell’erosione costiera, desidera tranquillizzare i cittadini, assicurando loro di non essersi affatto dimenticata di tale annoso problema che, anzi, occupa sempre una delle posizioni di vertice delle proprie attenzioni e ciò a prescindere dalla esclusiva competenza della Regione su questo specifico aspetto”. (Comune Montemarciano - 11 Settembre 2009) – “Esperite tutte le formalità burocratiche, comprese quelle attinenti l’impatto ambientale, per adempiere alle quali alcuni funzionari regionali che, ben comprendendo l’importanza dell’argomento sono addirittura rientrati dalle ferie, il progetto è ora in fase di appalto”. (Comune Montemarciano - 11 Settembre 2009) – “Montemarciano: in stallo i lavori in spiaggia, ecco il perché: lo scorso 5 maggio, convocata dal Responsabile del Settore LL.PP. del Comune, si è tenuta una conferenza dei servizi, alla quale sono intervenuti i rappresentanti dei vari Enti interessati al problema, dalla Regione Marche alla Capitaneria di Porto e, ovviamente, allo steso Comune di Montemarciano. (…) Tra le soluzioni rientra anche lo spostamento ed il riposizionamento in maniera emersa, più vicino alla costa, delle attuali scogliere soffolte – che non svolgono più la loro funzione per effetto dell’insabbiamento - ed il relativo prolungamento sia in direzione nord che in direzione sud. Proprio questo aspetto è stato uno dei motivi che hanno indotto il Consigliere Comunale Vito Macchia a presentare un nuovo esposto alle varie Autorità, volto ad ottenere formali garanzie che l’intervento di cui sopra non aggravi o non determini ulteriori problemi erosivi nelle zone non protette dalle scogliere. L’altro motivo è quello relativo ai lavori di ripascimento della ghiaia nella zona delle cosiddette scogliere a pettine, con richiamo al progetto ARSTEL-Corale e con utilizzazione in tale senso dell’intero finanziamento di € 1.700.000,00. Per l’Amministrazione questa soluzione prospettata dal Cons. Macchia avrebbe ancora un volta il significato del voler gettare i soldi in mare (poichè la ghiaia immessa verrebbe asportata dalla prima mareggiata…), senza risultati protettivi concreti. Nel corso della riunione suddetta è anche stata valutata l’opportunità che ai lavori della Conferenza fosse anche invitato un Rappresentante della Soprintendenza ai beni ambientali ed architettonici. Il giorno 13 maggio si è quindi tenuto un incontro tecnico presso la Regione, per valutare la situazione e si è convenuto di indire una ulteriore Conferenza, con l’auspicio che essa ponga fine alle perplessità funzionali dell’opera che dovrà essere realizzata. Questo dal punto di vista tecnico. Dal punto di vista politico, l’Amministrazione comunale di Montemarciano non può non sottolineare l’azione dilatoria portata avanti dalla minoranza consiliare e, più segnatamente, dal Consigliere Macchia. Fino a che punto le ragioni delle continue opposizioni siano reali o pretestuose non è dato sapere, perché sul problema dell’erosione costiera ci sono due scuole di pensiero, come emerso anche nel corso della riunione del Consiglio Comunale aperto che si è tenuto qualche tempo fa a Marina di Montemarciano. Una di tali scuole fa però riferimento alle previsioni del vigente Piano Regionale di Protezione della Costa, con soluzioni immediatamente operative, mentre l’altra ne presuppone la revisione, allungando a dismisura ogni possibile intervento. Intanto chi ci va di mezzo sono gli operatori ed i cittadini, con particolare riguardo a quelli di Montemarciano che da decenni reclamano giustamente la restituzione della loro spiaggia”. (Comune Montemarciano – 16 Maggio 2009) - “Sono stati stanziati i fondi: un milione e settecentomila Euro. Tra pochi giorni partiranno i lavori” (Gerardo Cingolani, sindaco uscente – Aprile 2009).
Di certo si sa che neppure un sassolino è stato collocato o movimentato sulla spiaggia negli ultimi dodici mesi dagli addetti ai lavori, ed il mare non ha potuto attendere che la politica locale tra rimbalzi di responsabilità, disinteresse, scuse e giustificazioni, tempi legali, potesse prendersi cura della difesa del litorale. Così, tra la tristezza di un territorio già povero di suo, tra edifici abbandonati e terre incolte, anche il classico disastro costiero invernale è arrivato puntuale. E stavolta addirittura per le feste.
Se non ci fosse il Comitato Carnevalesco ad organizzare presepi e scenografie a tema sfruttando i classici luoghi dimenticati del paese e senza scopo di lucro, i casebrugiatesi, assuefatti all’appiattimento generale e alla rassegnazione quotidiana, non si accorgerebbero neppure che passa il Natale…
A questo punto pare evidente che le istituzioni preposte alla salvaguardia della costa si siano dimenticate della comunità montemarcianese e del suo lungomare. Oppure s’inizia ad avanzare pure l’ipotesi che in qualche modo lo fanno di proposito. Troppe e strane le coincidenze, le perdite di memoria, la disattenzione, di fronte alla popolazione di una località di quasi undicimila abitanti, un intero comune, cinque chilometri di spiaggia…
Casualmente si parla di quella stessa istituzione il cui rinnovo del suo governo avverrà tra appena due mesi.
Probabilmente da un’attenta serie di calcoli matematici, chi si accinge a ricandidarsi nonostante la presidenza ancora in atto ha già sancito che i voti dei casebrugiatesi non sono poi così indispensabili per riottenere il potere.

Fonti:

-stampa locale
-conferenze stampa























venerdì 1 gennaio 2010

“Cambiare il rapporto fra cittadini e regole”

Incontro con Gherardo Colombo. Intervista di Una Vacanza Dimenticabile.

Serata a tema quella di mercoledì 25 novembre all’interno del teatro Vittorio Alfieri di Montemarciano, dove l’ex-magistrato Gherardo Colombo ha incontrato i cittadini in un pubblico appuntamento. Si è parlato del rapporto delle persone con la giustizia, con la legalità, con i propri diritti e doveri. Una discussione tanto aperta quanto quasi informale a giudicare dal fatto che lo stesso Colombo, forse abituato a parlare ai ragazzi delle scuole, è sceso in platea col microfono boicottando il tavolo dei relatori. Un gesto sicuramente apprezzato dagli intervenuti che hanno partecipato attivamente al dibattito inserendosi con proprie considerazioni nel discorso e porgendo domande all’ex-giudice. “Senza il rispetto delle regole non potremmo vivere in società. Ma senza una discussione pubblica sulle ragioni delle regole, la vita in società non saprebbe proiettarsi verso il futuro, né riuscirebbe a immaginare forme migliori di convivenza. La giustizia poi non può funzionare se il rapporto tra i cittadini e le regole è malato, sofferto, segnato dall’incomunicabilità. La giustizia non può funzionare se i cittadini non comprendono il perché delle regole”, questa sostanzialmente la sintesi di un pensiero più ampio che ha cercato di divulgare ai presenti. Una pura lezione di diritto impartita da un sicuro esperto in materia. Colombo ha partecipato infatti come titolare o collaboratore alle più grandi inchieste di giustizia italiane degli ultimi trent’anni. Dalla scoperta della Loggia P2 al caso Ambrosoli, da Mani Pulite ai processi Imi-Sir, Lodo Mondatori, Sme. Dall’ottantanove al novantadue è stato nominato consulente per la Commissione parlamentare di inchiesta sul terrorismo nazionale e nel novantatre anche consulente per la Commissione parlamentare di inchiesta sulla mafia. Dall’ottantanove in organico presso la Procura della Repubblica di Milano come pubblico ministero. Nel duemilacinque nominato consigliere presso la Corte di Cassazione. Ha lasciato definitivamente l’attività di magistrato nel duemilasette dopo trentatre anni di servizio. Attualmente si dedica alla scrittura di libri e attraversa l’Italia per diffondere le sue teorie sul recupero dell’osservanza delle regole partendo dal semplice senso civico.