martedì 9 novembre 2010

FUORI PROGRAMMA 32 - Luminarie e vendita animali: cambio di rotta...con sentori di naufragio in alto mare

Una apparente ventata di riformismo ha invaso Senigallia. Dal bando parziale della vendita ambulante degli animali alle proposte di partecipazione totalmente privata delle attività per le luminarie natalizie. Un auspicabile cambio di rotta epocale per la città. Ma la traversata è ancora troppo lunga. E c’è da sperare che le condizioni avverse e le insidie della navigazione non portino la barca in un rischioso naufragio.


Sembrava di percepire i sentori di una svolta storica in città, quando appena una settimana fa erano comparse le notizie di nuove proposte e disposizioni certe in materia di amministrazione cittadina spicciola.
Eppure sono bastati pochi giorni, anzi poche ore, per accorgersi che ancora una volta si trattavano di classici abbagli mediatici senigalliesi.
Le difficoltà incontrate nell’organizzazione delle luminarie natalizie duemiladieci lasciavano ben presagire azioni esemplari già da quest’anno. Dall’appello a tutte le attività cittadine di aderire alla spesa di tasca propria con coscienza e per ridurre l’onere delle singole quote di Luciano Conz della Confcommercio, alla coraggiosissima proposta di Iorio Tombesi della Confesercenti di istituire una tassa di cinquanta euro gestita dal Comune e rivolta a tutti i titolari di licenze per la realizzazione di un fondo destinato agli eventi cittadini. Immediatamente bocciata quest’ultima dalla Amministrazione forse per paura di una futura ricaduta in sede elettorale.
Da entrambe le associazioni poi si era persino udito per la prima volta l’idea di un coinvolgimento anche delle categorie dei professionisti e dei proprietari di locali sfitti, immobili.
Quando però, proprio all’assemblea degli associati di Confcommercio di mercoledì tre novembre si apprende che anche per quest’anno il problema è stato risolto con la mano benevola di “mamma Amministrazione” (cinquantamila Euro), la situazione appare alquanto chiara.
Parlare di novità è ancora troppo presto. Lo show mediatico classico è invece sempre attuale e vigente e l’unico a dominare la scena.
E prima delle luminarie, a sorpresa, la notizia del bando della vendita ambulante degli animali su tutto il territorio.
Plausi da tutte le parti.
Purtroppo però si è dimenticato di menzionare i meriti che sicuramente hanno portato a questa decisione. Dalla pressione dell’associazione animalista Chicco & Fuffi di Antonio Bruno, prima fra tutti, agli inviti e le raccomandazioni della Cinofila Senigalliese di Anna Manoni e Roberta Benigni. Passando per le inchieste di Una Vacanza Dimenticabile e gli interventi di altri attivisti.
In realtà è scaturito che il veto tanto celebrato come successo epocale risulterebbe parziale poiché applicabile soltanto per cani e gatti.
Inutile sforzarsi sul motivo di questa scelta incompleta.
Si vocifera che sia stata adottata per alleggerire il canile, altro onere comunale. Metà è meglio di niente, in molti affermano. Ma bisognerebbe comprendere se tale espressione è accettabile anche quando c’è in ballo comunque la vita di altri esseri viventi.
Un pappagallino rinchiuso per giorni in mezzo ad altri ottanta in meno di un metro cubo forse non soffre quanto i quadrupedi. Oppure i pesci, tramortiti dai colpi di scolapasta al minuto (un retino sarebbe troppo professionale), se potessero parlare sicuramente ringrazierebbero per la gita alla fiera. Il toccasana poi per tutte le specie presenti è la confusione totale generata dal pubblico.
Vale la pena allora rinnovare l’appello affinché si faccia urgentemente un passo definitivo sulla questione. L’iniziativa senigalliese è senz’altro esclusiva nel suo genere in provincia e probabilmente in regione. Ma c’è il rischio che diventi addirittura ridicola proprio perché non definita nella sua totalità. Dall’eccellenza alla barzelletta.
Nel complesso entrambi i casi rimarrebbero azioni molto significative ed importanti perché rappresenterebbero non solamente scelte esemplari di responsabilità e coscienza nell’amministrazione del territorio ma potrebbero innescare una nuova stagione di decisioni, cambiamenti, piccole riforme che gioverebbero non poco di fronte alla annosa situazione popolare stagnante e alle storiche diatribe su tante tematiche.
A patto che non si arresti la ventata della volontà.
E con la speranza che non vi siano troppi bastoni già pronti da incastrare fra le ruote del fare.


Fonti:
Stampa cartacea e on-line locale
Interviste varie


Confronta pure:















Caso luminarie natalizie e vendita ambulante animali

Una Vacanza Dimenticabile intervistata da Il Resto del Carlino (Giovedì 4 Novembre 2010):

"VIETANO DI VENDERE SOLO CANI E GATTI E NON ANCHE GLI ALTRI ANIMALI - LUMINARIE: LE PAGA IL COMUNE, CI GUADAGNANO NEGOZI E RISTORANTI"

"Divieto di vendita di cani e gatti in gabbia in mercati e fiere e prossimo allestimento delle luminarie natalizie. Due argomenti che stanno tenendo banco in questi giorni e sui quali ha qualcosa da dire il giovane blogger.

CHE COSA HA DA RIDIRE SULL'ORDINANZA CHE METTE AL BANDO LA VENDITA AMBULANTE DI CANI E GATTI??

E' positivo che si sia di fronte ad una inversione di rotta da parte del Comune e questo non mi può trovare che soddisfatto. Del resto un paio di anni fa mi sono interessato della questione segnalando anche la vendita di alcuni pappagalli che sarebbe illegale. Con il contributo degli animalisti Antonio Bruno (Ass. Chicco & Fuffi) e di Anna Manoni e Roberta Benigni (Ass. Cinofila Senigalliese) è stata portata avanti un'azione congiunta per il bando totale della vendita ambulante degli animali. Invece l'ordinanza riguarda solo cani e gatti. Questo frena un pò la mia soddisfazione.

QUALCOSA SECONDO LEI NON VA ANCHE NELL'APPROCCIO DEL COMUNE ALLA QUESTIONE DELLE LUMINARIE NATALIZIE. PERCHE' ?

Ho già criticato il fatto che tutte le estati l'Amministrazione comunale si debba accollare per intero la spesa per i fuochi d'artificio di Ferragosto per oltre 20mila Euro, quando a beneficiarne sono le attività commerciali e gli operatori turistici soprattutto del lungomare. La sera dello spettacolo pirotecnico c'è sempre un gran pienone. Perchè allora gli operatori turistici, i negozianti, i baristi e le pizzerie del lungomare non contribuiscono alle spese per i fuochi?

STESSO DISCORSO DOVREBBE DUNQUE SECONDO LEI VALERE PER LE LUMINARIE NATALIZIE?

Proprio così. In momenti di crisi e di lamentele per i tagli, l'Amministrazione dovrebbe dare un segnale ben preciso. E mi sembra che i rappresentanti delle associazioni di categoria abbiano raccolto il messaggio di coinvolgere commercianti ed esercenti del centro storico affinchè contribuiscano direttamente alla spesa per le luminarie ed altre attività, senza attendere elargizioni del Comune che a mio parere sarebbero fuori luogo.