Quello che sta accadendo nel nostro capoluogo di regione ha dell’incredibile. Rispecchia naturalmente l’aria nazionale. Ma qui si manifesta in una maniera alquanto inedita ed originale. E c’è il rischio che presto si estenda anche negli altri centri e nei piccoli comuni.
La politica ad Ancona sembra dare da tempo segni di squilibrio. Oppure pare occuparsi di tutto, meno di politica.
In queste elezioni amministrative è scoppiata la grande moda del fare propaganda elettorale direttamente in boutique. Quasi tutti i candidati sindaco e qualche candidato consigliere infatti hanno ben pensato di affittare per un paio di mesi alcuni rinomati locali commerciali nel cuore del centro storico e nei rioni popolari. Tra un negozio di abbigliamento e una profumeria può capitare, ancora per pochi giorni, di imbattersi in vere e proprie segreterie elettorali con colori sfavillanti di pitture rosse, azzurre, gialle, gadgets, palloncini e bandierine. Mancano solo paillettes e cotillons, ma forse con un pò di attenzione si trovano pure quelli. Nel frattempo qualche proprietario degli immobili in questione ha già ben pensato di esporre il tradizionale cartello AFFITTASI col proprio recapito telefonico visto la fine oramai vicina della campagna. E così tra i volti sorridenti dei prossimi amministratori e le loro promesse a caratteri cubitali spuntano gli interessi veraci di chi deve occupare immediatamente il proprio negozio, passata l’ebbrezza elettorale, per garantirsi le laute locazioni.
La città è naturalmente intasata di bigliettini, volantini, manifesti. C’è il rischio che ad un prossimo serio temporale rimanga allagata a causa dell’immondizia propagandistica che finisce regolarmente incastrata tra chiaviche e tombini. Ma dello spreco di carta poco importa. L’importante è far girare il carrozzone a più non posso. La giostra mediatica. Il circo propagandistico.
I programmi dei personaggi da palcoscenico sono talmente appiattiti che urge a poche ore dalle votazioni giocare gli assi per le ultime “pacche” della partita. Ecco allora che c’è chi rinuncia all’indennità da sindaco stimata in 90mila Euro lordi all’anno. C’è chi annuncia di accontentarsi dello stipendio di un operaio. C’è chi promette di ridurre drasticamente le spese e gli assessori.
Intanto tutta la compagine politica nazionale e di governo si muove su Ancona per sostenere i propri beniamini. E Bruno Vespa rischia seriamente di non riuscire a riempire le sue poltrone per la penuria di onorevoli e ministri…
Ma il limite della credibilità è stato praticamente superato sulle apparentemente innocenti affissioni murali. A circa dieci giorni dalle elezioni sono apparse per opera di una lista civica concorrente “toppe di protesta” sui manifesti di alcuni candidati denunciando l’occupazione abusiva dello spazio.
La popolazione anconetana e quella nazionale attendono le prossime sorprese, certi che a ore arriveranno. Inutile fare pronostici o sforzi d’immaginazione, si rischia solo la neurologia. La politica della Terza Repubblica, se mai ce ne sia stata una seconda, va avanti così…
La politica ad Ancona sembra dare da tempo segni di squilibrio. Oppure pare occuparsi di tutto, meno di politica.
In queste elezioni amministrative è scoppiata la grande moda del fare propaganda elettorale direttamente in boutique. Quasi tutti i candidati sindaco e qualche candidato consigliere infatti hanno ben pensato di affittare per un paio di mesi alcuni rinomati locali commerciali nel cuore del centro storico e nei rioni popolari. Tra un negozio di abbigliamento e una profumeria può capitare, ancora per pochi giorni, di imbattersi in vere e proprie segreterie elettorali con colori sfavillanti di pitture rosse, azzurre, gialle, gadgets, palloncini e bandierine. Mancano solo paillettes e cotillons, ma forse con un pò di attenzione si trovano pure quelli. Nel frattempo qualche proprietario degli immobili in questione ha già ben pensato di esporre il tradizionale cartello AFFITTASI col proprio recapito telefonico visto la fine oramai vicina della campagna. E così tra i volti sorridenti dei prossimi amministratori e le loro promesse a caratteri cubitali spuntano gli interessi veraci di chi deve occupare immediatamente il proprio negozio, passata l’ebbrezza elettorale, per garantirsi le laute locazioni.
La città è naturalmente intasata di bigliettini, volantini, manifesti. C’è il rischio che ad un prossimo serio temporale rimanga allagata a causa dell’immondizia propagandistica che finisce regolarmente incastrata tra chiaviche e tombini. Ma dello spreco di carta poco importa. L’importante è far girare il carrozzone a più non posso. La giostra mediatica. Il circo propagandistico.
I programmi dei personaggi da palcoscenico sono talmente appiattiti che urge a poche ore dalle votazioni giocare gli assi per le ultime “pacche” della partita. Ecco allora che c’è chi rinuncia all’indennità da sindaco stimata in 90mila Euro lordi all’anno. C’è chi annuncia di accontentarsi dello stipendio di un operaio. C’è chi promette di ridurre drasticamente le spese e gli assessori.
Intanto tutta la compagine politica nazionale e di governo si muove su Ancona per sostenere i propri beniamini. E Bruno Vespa rischia seriamente di non riuscire a riempire le sue poltrone per la penuria di onorevoli e ministri…
Ma il limite della credibilità è stato praticamente superato sulle apparentemente innocenti affissioni murali. A circa dieci giorni dalle elezioni sono apparse per opera di una lista civica concorrente “toppe di protesta” sui manifesti di alcuni candidati denunciando l’occupazione abusiva dello spazio.
La popolazione anconetana e quella nazionale attendono le prossime sorprese, certi che a ore arriveranno. Inutile fare pronostici o sforzi d’immaginazione, si rischia solo la neurologia. La politica della Terza Repubblica, se mai ce ne sia stata una seconda, va avanti così…