Uno stabilimento balneare su tre a Senigallia affitta appartamenti estivi. Ma si ipotizza anche un numero ben maggiore. Allora diventa interessante capire se sulla Spiaggia di Velluto, che dovrebbe essere pubblico demanio, rimangono ancora ad esercitare solo semplici bagnini in concessione oppure mediatori immobiliari.
Quando si parla dei bagnini di Senigallia non si può fare a meno di pensare alle polemiche, alle critiche, alle lagne. Si assiste alle accuse mosse prontamente ogni stagione e ogni anno verso la politica e le amministrazioni comunali. Si ascoltano richieste di aiuti per poter mandare avanti le attività. Si sentono pianti per qualche giornata di pioggia all’interno di stagioni con sole spaccapietre dichiarandole disastrose (per esempio estate 2008). Si odono continui lamenti per l’aumento dei canoni demaniali e delle tasse in genere da pagare allo Stato.
Se questa fosse la regolare situazione della categoria senigalliese, a rigor di logica, verrebbe da pensare ad una rovinosa chiusura di attività, perdita di aziende, drastico calo dei servizi.
Invece stranamente accade tutto il contrario. Le imprese balneari resistono duramente nonostante i colpi inflitti dalla natura attraverso le mareggiate e quelli dolorosissimi che arrivano dalle politiche rovinose contro il settore. Uniti alle crisi economiche. Tant’è che vengono pure tramandate di padre in figlio, per generazioni e generazioni, e con annessi e connessi.
Poi si scopre con una semplice passeggiata anche durante l’inverno, che la fatica dei "guardaspiaggia de’noaltri", è talmente grande da consentire pure una serie di offerte che hanno ben poco a che fare con la semplice tintarella sul bagnasciuga. Nonostante le annose difficoltà da sempre denunciate in ogni sede che vengono poi superate in un batter d’occhio sul luogo, a quanto pare, non mancano le risorse per gestire anche ben altro. E così a giudicare dalla miriade di cartelli permanenti in bellavista dodici mesi l’anno i nostri poveri ed assediati bagnini trovano pure tempo per occuparsi di intermediazioni immobiliari offerte sottoforma di affitti estivi. Tra un “gelati e pizzette” e un “pedalò e canoe” ecco apparire anche le solite diciture per gli appartamenti stagionali in uno stabilimento balneare su tre. Addirittura stupisce il fatto che questa disponibilità venga presentata sempre al plurale, ovvero per più di una unità abitativa.
A questo punto sorge spontaneo pure un pensiero sulla proprietà di questi immobili. Piacerebbe capire se queste case proposte per il classico turismo casalingo “alla senigalliese” appartengono tutte agli stessi titolari degli stabilimenti che le sventolano sui lungomari.
Si ipotizza pure su quanti altri casi vi possano essere non pubblicizzati sui capanni e tenuti non troppo visibili.
Il dato di per sé è comunque già sbalorditivo e sancisce che una buona parte dei titolari delle imprese balneari avrebbero deciso di dedicarsi più all’attività immobiliar-turistica che alla noiosa ed affaticante piantumazione degli ombrelloni.
Unito poi alla consueta e resistente abitudine di qualcuno, di offrire servizi di bar anche forse senza licenze e con prodotti di sottomarca acquistati all’hard-discount più vicino, e alle vacanze tropicali durante i mesi invernali di qualche noto della categoria lascerebbe intendere che i guadagni di questi sforzi immani permettono una vita tutt’altro che disagiata. E se la condizione sociale è più che buona per molti si fa presto a ritenere la stramaggior parte delle polemiche e dei problemi assolutamente infondati. Anche a scapito di chi invece le difficoltà le potrebbe avere seriamente, limitandosi alla sola attività delle sdraio.
Intanto, sperando che tutto l’aspetto immobiliare sia regolarmente registrato e legale, che i nostri instancabili bagnini non abbiano dovuto anche quest’anno passare notti in bianco per le ronde in spiaggia o provvedere ad opere di giardinaggio per il cambio della data floreale in Piazzale della Libertà, si auspica oramai da tempo una presentazione dei dati numerici sulla questione dell’aumento dei canoni demaniali. Solo esclusivamente per onor di chiarezza e confronto.
Per quanto riguarda poi il conseguimento della residenza di chi vive, lavora e tribola affittando a Senigallia anche proprio quegli stessi appartamenti stagionali durante i mesi freddi, poco importa…
Interessante è solo la medaglia al valore turistico che il sindaco consegna ogni anno ai bagnanti meritevoli.
Quando si parla dei bagnini di Senigallia non si può fare a meno di pensare alle polemiche, alle critiche, alle lagne. Si assiste alle accuse mosse prontamente ogni stagione e ogni anno verso la politica e le amministrazioni comunali. Si ascoltano richieste di aiuti per poter mandare avanti le attività. Si sentono pianti per qualche giornata di pioggia all’interno di stagioni con sole spaccapietre dichiarandole disastrose (per esempio estate 2008). Si odono continui lamenti per l’aumento dei canoni demaniali e delle tasse in genere da pagare allo Stato.
Se questa fosse la regolare situazione della categoria senigalliese, a rigor di logica, verrebbe da pensare ad una rovinosa chiusura di attività, perdita di aziende, drastico calo dei servizi.
Invece stranamente accade tutto il contrario. Le imprese balneari resistono duramente nonostante i colpi inflitti dalla natura attraverso le mareggiate e quelli dolorosissimi che arrivano dalle politiche rovinose contro il settore. Uniti alle crisi economiche. Tant’è che vengono pure tramandate di padre in figlio, per generazioni e generazioni, e con annessi e connessi.
Poi si scopre con una semplice passeggiata anche durante l’inverno, che la fatica dei "guardaspiaggia de’noaltri", è talmente grande da consentire pure una serie di offerte che hanno ben poco a che fare con la semplice tintarella sul bagnasciuga. Nonostante le annose difficoltà da sempre denunciate in ogni sede che vengono poi superate in un batter d’occhio sul luogo, a quanto pare, non mancano le risorse per gestire anche ben altro. E così a giudicare dalla miriade di cartelli permanenti in bellavista dodici mesi l’anno i nostri poveri ed assediati bagnini trovano pure tempo per occuparsi di intermediazioni immobiliari offerte sottoforma di affitti estivi. Tra un “gelati e pizzette” e un “pedalò e canoe” ecco apparire anche le solite diciture per gli appartamenti stagionali in uno stabilimento balneare su tre. Addirittura stupisce il fatto che questa disponibilità venga presentata sempre al plurale, ovvero per più di una unità abitativa.
A questo punto sorge spontaneo pure un pensiero sulla proprietà di questi immobili. Piacerebbe capire se queste case proposte per il classico turismo casalingo “alla senigalliese” appartengono tutte agli stessi titolari degli stabilimenti che le sventolano sui lungomari.
Si ipotizza pure su quanti altri casi vi possano essere non pubblicizzati sui capanni e tenuti non troppo visibili.
Il dato di per sé è comunque già sbalorditivo e sancisce che una buona parte dei titolari delle imprese balneari avrebbero deciso di dedicarsi più all’attività immobiliar-turistica che alla noiosa ed affaticante piantumazione degli ombrelloni.
Unito poi alla consueta e resistente abitudine di qualcuno, di offrire servizi di bar anche forse senza licenze e con prodotti di sottomarca acquistati all’hard-discount più vicino, e alle vacanze tropicali durante i mesi invernali di qualche noto della categoria lascerebbe intendere che i guadagni di questi sforzi immani permettono una vita tutt’altro che disagiata. E se la condizione sociale è più che buona per molti si fa presto a ritenere la stramaggior parte delle polemiche e dei problemi assolutamente infondati. Anche a scapito di chi invece le difficoltà le potrebbe avere seriamente, limitandosi alla sola attività delle sdraio.
Intanto, sperando che tutto l’aspetto immobiliare sia regolarmente registrato e legale, che i nostri instancabili bagnini non abbiano dovuto anche quest’anno passare notti in bianco per le ronde in spiaggia o provvedere ad opere di giardinaggio per il cambio della data floreale in Piazzale della Libertà, si auspica oramai da tempo una presentazione dei dati numerici sulla questione dell’aumento dei canoni demaniali. Solo esclusivamente per onor di chiarezza e confronto.
Per quanto riguarda poi il conseguimento della residenza di chi vive, lavora e tribola affittando a Senigallia anche proprio quegli stessi appartamenti stagionali durante i mesi freddi, poco importa…
Interessante è solo la medaglia al valore turistico che il sindaco consegna ogni anno ai bagnanti meritevoli.
L’inchiesta è stata realizzata durante l’autunno 2008 e l’estate 2009