Come evento internazionale nulla da dire. Anzi tanto di cappello. E’ l’aspetto commerciale che stona nel contesto. Specialmente i prezzi. Allora non s’è percepito il momento che vive il paese e si tenta di prosciugare i portafogli altrui prima del crollo totale oppure la crisi è un fantasma che in fondo si dissolve subito nell’euforia di un pò di musica, birra, crocchette e colori.
Il festival americano degli anni cinquanta a Senigallia è una manifestazione invidiabile da ogni città. Grazie ad una serie di condizioni favorevoli si è consolidato nella località gallica ed ogni anno lo fa sempre più. Migliaia di giovani appassionati dell’epoca prenotano negli hotels anche con largo anticipo per venire a trascorrere giorni indimenticabili vivendo stili di vita superati, con abbigliamenti d’altri tempi, musica passata, colori e momenti d’epoca. Gli albergatori gioiscono sfregandosi le mani per le camere piene. Ma quello che più importa è che il raduno unisce appassionati e non, per ricordare, per rivivere. E richiama, anche se per dieci giorni, molte presenze internazionali che oramai s’erano date per perse, allettate di più da altre mete.
Percepito il successo dell’evento quindi, ecco l’“aguzzata” d’ingegno nostrana.
Alcuni bar e pizzerie del centro si dotano per l’occasione di banchetti a rotelle che parcheggiano sul ciglio delle strade con spillatoi e rubinetti. Un bicchiere di birra piccolo servito in plastica usa e getta, tre Euro.
La festa da anni comprende pure una serie di stands gastronomici accattivanti ed originali. C’è il ristorante Tex-Mex che riproduce il più fedele possibile le ricette tipiche dei locali statunitensi meridionali dell’epoca. Peccato che fra le proposte non c’è nulla sotto i sette Euro a parte le patate fritte. E le porzioni sono veramente piccole. C’è il punto di ristoro tipo fast-food con gli hamburgers a cinque Euro e cinquanta l’uno. Ci sono i chioschi hawaiani per i cocktails e le bevande. Anche qui: birre piccole non meno di tre o quattro Euro.
Ma la novità dell’anno è il ristorante italo-americano con i piatti stile Al-Capone. Trapiantato infatti dalla Fiera Campionaria dell’antistadio ai giardini nord della Rocca offre le classiche leccornie dei nostri emigrati “statunitensi” del Novecento: spaghetti cacio e pepe sei Euro, piadina farcita sei Euro e cinquanta.
L’oramai tradizionale mercatino è senz’altro accattivante e merita il salasso della quattordicesima. Tonnellate di ciarpame plastico spesso nemmeno attinenti al tema e riproduzioni di roba dell’epoca. Nulla di originale, vero e vissuto nel periodo a parte le autovetture che chiaramente non sono in vendita. I prezzi sono naturalmente da boutique di centro storico, tutt’altro che popolari: scarpe e abbigliamento vintage di discutibile qualità, difficile trovare qualcosa sotto i cento Euro, borse e pelletteria idem, fiorellini di plastica commemorativi rigorosamente made in China da porre sui capelli o all’orecchio per ricordare lo stile “aloha”, tre-quattro Euro.
Le feste in spiaggia sono forse i momenti più belli dell’avvenimento. Migliaia di giovani che raggiungono il lungomare e si divertono in uno scenario ben diverso da solita realtà senigalliese. L’unico problema è che da qualche edizione vengono gestite in collaborazione con un solo locale di proprietà di un noto personaggio politico cittadino, ex-assessore, molto vicino all’attuale Amministrazione. Nonché discendente da una famiglia pluri-proprietaria di attività, immobili, terreni, locali. Naturalmente in questo caso tutto rimane circoscritto alla grossolana vendita di cibi e bevande. E i prezzi…sono sempre gli stessi. Ecco dunque ancora l’aspetto meramente commerciale dell’iniziativa. Senza parlare poi del fastidio che manifestano gli altri esercenti dall’esclusione. Una consumazione minima a testa di tre Euro moltiplicata per tremila presenze, fanno novemila Euro nel giro di un paio d’ore. Naturalmente sono cifre arrotondate per estremo difetto.
Altra partecipazione poco attinente è quella della Croce Rossa locale che vende cocomeri a fette a 1,00 Euro. Nulla da dire sul prezzo. Ma la presenza potrebbe limitarsi al classico servizio di sorveglianza con ambulanza per le emergenze. Che cosa significa la vendita di angurie e solo durante l’evento di maggior afflusso turistico?? Perché allora non provvedere con un chiosco sul lungomare per tutta l’estate magari con un mezzo di soccorso a fianco necessario per eventuali necessità? Forse, in questo caso, l’immagine sarebbe più azzeccata.
Di elementi per trarre le conclusioni ve ne sarebbero già abbastanza.
Ma la nostra rubrica, accusata spesso di disfattismo da importanti volti cittadini, ha ben pensato di raccogliere altre libere testimonianze.
Volendo eseguire per sicurezza “la prova del nove” di ciò che si sospetta, intervistiamo casualmente un gruppo di amici di Porto San Giorgio, amanti della manifestazione da qualche anno: “Questa festa ci piace molto, ragion per cui non è la prima volta che veniamo e di sicuro torneremo”. Ma alla domanda sui prezzi non negano di aver incontrato una leggera esagerazione. Stessa storia con alcuni partecipanti esteri, che dopo una certa titubanza cedono: “Non ci sentiamo sicuramente di parlar male di questo evento che adoriamo. In ogni modo diverse offerte/servizi non avevano prezzi propriamente convenienti”.
Insomma, forse anche in questa edizione s’è perso un pò il senso dell’iniziativa. Complici successo e boom di presenze.
Da ultimo registriamo pure una considerazione emersa in questi giorni da vari fronti. Non si comprende ogni anno la solita invasione di motociclisti egocentrici che assediano rumorosamente il centro. Ma chi li ha chiamati?? Non hanno nulla a che fare col significato della manifestazione a parte modernissime moto statunitensi che sfoggiano con estrema gelosia più di quanto lo si possa fare con una bella donna.
Morale della favola: piacerebbe se nell’organizzare i prossimi festival ci fosse un pò più d’attenzione. Evitando di pensare solo al portafoglio.
Fonti:
-interviste varie
-documentazioni sul posto
Ringraziamenti alla Redazione di Sprint per la collaborazione
Ringraziamenti speciali a Valentina, Laura e Letizia di Porto San Giorgio che da perfette signorine americane anni cinquanta hanno posato per Una Vacanza Dimenticabile a ricordo della loro presenza al Summer Jamboree 2009
Il festival americano degli anni cinquanta a Senigallia è una manifestazione invidiabile da ogni città. Grazie ad una serie di condizioni favorevoli si è consolidato nella località gallica ed ogni anno lo fa sempre più. Migliaia di giovani appassionati dell’epoca prenotano negli hotels anche con largo anticipo per venire a trascorrere giorni indimenticabili vivendo stili di vita superati, con abbigliamenti d’altri tempi, musica passata, colori e momenti d’epoca. Gli albergatori gioiscono sfregandosi le mani per le camere piene. Ma quello che più importa è che il raduno unisce appassionati e non, per ricordare, per rivivere. E richiama, anche se per dieci giorni, molte presenze internazionali che oramai s’erano date per perse, allettate di più da altre mete.
Percepito il successo dell’evento quindi, ecco l’“aguzzata” d’ingegno nostrana.
Alcuni bar e pizzerie del centro si dotano per l’occasione di banchetti a rotelle che parcheggiano sul ciglio delle strade con spillatoi e rubinetti. Un bicchiere di birra piccolo servito in plastica usa e getta, tre Euro.
La festa da anni comprende pure una serie di stands gastronomici accattivanti ed originali. C’è il ristorante Tex-Mex che riproduce il più fedele possibile le ricette tipiche dei locali statunitensi meridionali dell’epoca. Peccato che fra le proposte non c’è nulla sotto i sette Euro a parte le patate fritte. E le porzioni sono veramente piccole. C’è il punto di ristoro tipo fast-food con gli hamburgers a cinque Euro e cinquanta l’uno. Ci sono i chioschi hawaiani per i cocktails e le bevande. Anche qui: birre piccole non meno di tre o quattro Euro.
Ma la novità dell’anno è il ristorante italo-americano con i piatti stile Al-Capone. Trapiantato infatti dalla Fiera Campionaria dell’antistadio ai giardini nord della Rocca offre le classiche leccornie dei nostri emigrati “statunitensi” del Novecento: spaghetti cacio e pepe sei Euro, piadina farcita sei Euro e cinquanta.
L’oramai tradizionale mercatino è senz’altro accattivante e merita il salasso della quattordicesima. Tonnellate di ciarpame plastico spesso nemmeno attinenti al tema e riproduzioni di roba dell’epoca. Nulla di originale, vero e vissuto nel periodo a parte le autovetture che chiaramente non sono in vendita. I prezzi sono naturalmente da boutique di centro storico, tutt’altro che popolari: scarpe e abbigliamento vintage di discutibile qualità, difficile trovare qualcosa sotto i cento Euro, borse e pelletteria idem, fiorellini di plastica commemorativi rigorosamente made in China da porre sui capelli o all’orecchio per ricordare lo stile “aloha”, tre-quattro Euro.
Le feste in spiaggia sono forse i momenti più belli dell’avvenimento. Migliaia di giovani che raggiungono il lungomare e si divertono in uno scenario ben diverso da solita realtà senigalliese. L’unico problema è che da qualche edizione vengono gestite in collaborazione con un solo locale di proprietà di un noto personaggio politico cittadino, ex-assessore, molto vicino all’attuale Amministrazione. Nonché discendente da una famiglia pluri-proprietaria di attività, immobili, terreni, locali. Naturalmente in questo caso tutto rimane circoscritto alla grossolana vendita di cibi e bevande. E i prezzi…sono sempre gli stessi. Ecco dunque ancora l’aspetto meramente commerciale dell’iniziativa. Senza parlare poi del fastidio che manifestano gli altri esercenti dall’esclusione. Una consumazione minima a testa di tre Euro moltiplicata per tremila presenze, fanno novemila Euro nel giro di un paio d’ore. Naturalmente sono cifre arrotondate per estremo difetto.
Altra partecipazione poco attinente è quella della Croce Rossa locale che vende cocomeri a fette a 1,00 Euro. Nulla da dire sul prezzo. Ma la presenza potrebbe limitarsi al classico servizio di sorveglianza con ambulanza per le emergenze. Che cosa significa la vendita di angurie e solo durante l’evento di maggior afflusso turistico?? Perché allora non provvedere con un chiosco sul lungomare per tutta l’estate magari con un mezzo di soccorso a fianco necessario per eventuali necessità? Forse, in questo caso, l’immagine sarebbe più azzeccata.
Di elementi per trarre le conclusioni ve ne sarebbero già abbastanza.
Ma la nostra rubrica, accusata spesso di disfattismo da importanti volti cittadini, ha ben pensato di raccogliere altre libere testimonianze.
Volendo eseguire per sicurezza “la prova del nove” di ciò che si sospetta, intervistiamo casualmente un gruppo di amici di Porto San Giorgio, amanti della manifestazione da qualche anno: “Questa festa ci piace molto, ragion per cui non è la prima volta che veniamo e di sicuro torneremo”. Ma alla domanda sui prezzi non negano di aver incontrato una leggera esagerazione. Stessa storia con alcuni partecipanti esteri, che dopo una certa titubanza cedono: “Non ci sentiamo sicuramente di parlar male di questo evento che adoriamo. In ogni modo diverse offerte/servizi non avevano prezzi propriamente convenienti”.
Insomma, forse anche in questa edizione s’è perso un pò il senso dell’iniziativa. Complici successo e boom di presenze.
Da ultimo registriamo pure una considerazione emersa in questi giorni da vari fronti. Non si comprende ogni anno la solita invasione di motociclisti egocentrici che assediano rumorosamente il centro. Ma chi li ha chiamati?? Non hanno nulla a che fare col significato della manifestazione a parte modernissime moto statunitensi che sfoggiano con estrema gelosia più di quanto lo si possa fare con una bella donna.
Morale della favola: piacerebbe se nell’organizzare i prossimi festival ci fosse un pò più d’attenzione. Evitando di pensare solo al portafoglio.
Fonti:
-interviste varie
-documentazioni sul posto
Ringraziamenti alla Redazione di Sprint per la collaborazione
Ringraziamenti speciali a Valentina, Laura e Letizia di Porto San Giorgio che da perfette signorine americane anni cinquanta hanno posato per Una Vacanza Dimenticabile a ricordo della loro presenza al Summer Jamboree 2009