Serata importante quella di martedì 17 agosto a Senigallia alla Rotonda a Mare per l’incontro con Giulio Borrelli, giornalista RAI attualmente inviato del TG1 negli Stati Uniti. Un evento organizzato dall’Amministrazione Comunale secondo la programmazione del ciclo RAMinLibri.
Il noto volto dell’ammiraglia dell’informazione della TV pubblica ha ben pensato di fare tappa in città per parlare di storie inerenti al giornalismo radiotelevisivo italiano a cavallo tra prima e seconda Repubblica, nonché di tutte le problematiche ed anomalie presenti all’interno dell’azienda pubblica della quale è dipendente. Per l’occasione ha presentato quindi il suo ultimo libro “Le mani sul TG1 – Da Vespa a Minzolini, l’ammiraglia Rai in guerra” di fronte ad una nutrita folla di persone puntualissima all’evento. Un volume dal titolo leggermente più malizioso di quanto poi si rivela il suo contenuto. Eppure lo stesso autore non nega di aver incontrato ostacoli per la sua pubblicazione. Si parla infatti di lottizzazioni televisive, ingerenze delle maggioranze politiche ma non solo, di colleghi con minore esperienza e professionalità improvvisamente incaricati quasi dal nulla, di ben dieci direttori del Telegiornale Uno nominati in appena quindici anni con imposizione di stili anche molto differenti tra loro, di cui sette completamente esterni alla Rai e alla logica del servizio pubblico, e tanto altro. Una vera e propria testimonianza, di chi ha speso gran parte della carriera presso il notiziario del primo canale. Borrelli si è distinto, come suo solito, per il classico stile pacato e rassicurante di esposizione degli argomenti. Ma si è voluto concedere anche qualche eccezione, seppur scusandosi con il pubblico, quando per esempio ha definito certe frange della televisione e dell’informazione odierna una sorta di “mignottificio”. Memorabili anche diversi aneddoti ed esempi: “Le persone una volta si fidavano di più dell’informazione. Vigeva la famosa frase: lo ha detto la televisione! Per cui ciò che veniva divulgato era comunque sinonimo di garanzia, certezza, professionalità. Oggi non è più così. Si è persa molta della credibilità nel nostro lavoro. E a testimonianza di ciò basterebbe considerare il grosso calo di ascolti che ha subito il TG1”. Ha più volte ricalcato la sua quarantennale carriera fatta di moltissime esperienze: dalla composizione delle letterine di piombo per la carta stampata, alla scuola RAI, fino agli incarichi del TG1, compresa la Direzione per due anni. In anteprima Borrelli si è concesso pure ad un piccolo gruppo di giornalisti locali in maniera del tutto informale al lounge-bar della Terrazza Marconi. Non sono mancate citazioni al libro, alla attuale situazione professionale e aneddoti per i colleghi.
Il noto volto dell’ammiraglia dell’informazione della TV pubblica ha ben pensato di fare tappa in città per parlare di storie inerenti al giornalismo radiotelevisivo italiano a cavallo tra prima e seconda Repubblica, nonché di tutte le problematiche ed anomalie presenti all’interno dell’azienda pubblica della quale è dipendente. Per l’occasione ha presentato quindi il suo ultimo libro “Le mani sul TG1 – Da Vespa a Minzolini, l’ammiraglia Rai in guerra” di fronte ad una nutrita folla di persone puntualissima all’evento. Un volume dal titolo leggermente più malizioso di quanto poi si rivela il suo contenuto. Eppure lo stesso autore non nega di aver incontrato ostacoli per la sua pubblicazione. Si parla infatti di lottizzazioni televisive, ingerenze delle maggioranze politiche ma non solo, di colleghi con minore esperienza e professionalità improvvisamente incaricati quasi dal nulla, di ben dieci direttori del Telegiornale Uno nominati in appena quindici anni con imposizione di stili anche molto differenti tra loro, di cui sette completamente esterni alla Rai e alla logica del servizio pubblico, e tanto altro. Una vera e propria testimonianza, di chi ha speso gran parte della carriera presso il notiziario del primo canale. Borrelli si è distinto, come suo solito, per il classico stile pacato e rassicurante di esposizione degli argomenti. Ma si è voluto concedere anche qualche eccezione, seppur scusandosi con il pubblico, quando per esempio ha definito certe frange della televisione e dell’informazione odierna una sorta di “mignottificio”. Memorabili anche diversi aneddoti ed esempi: “Le persone una volta si fidavano di più dell’informazione. Vigeva la famosa frase: lo ha detto la televisione! Per cui ciò che veniva divulgato era comunque sinonimo di garanzia, certezza, professionalità. Oggi non è più così. Si è persa molta della credibilità nel nostro lavoro. E a testimonianza di ciò basterebbe considerare il grosso calo di ascolti che ha subito il TG1”. Ha più volte ricalcato la sua quarantennale carriera fatta di moltissime esperienze: dalla composizione delle letterine di piombo per la carta stampata, alla scuola RAI, fino agli incarichi del TG1, compresa la Direzione per due anni. In anteprima Borrelli si è concesso pure ad un piccolo gruppo di giornalisti locali in maniera del tutto informale al lounge-bar della Terrazza Marconi. Non sono mancate citazioni al libro, alla attuale situazione professionale e aneddoti per i colleghi.
Foto da 60019.it