giovedì 31 dicembre 2009

FUORI PROGRAMMA 26 - Porto di (pri)mar(i)e

Inaugurazione affrettata di un’infrastruttura incompleta. Grande evento pubblico per opere quasi completamente private. Retroscena non ancora chiariti. Ecco il nuovo porto. Quello sulla bocca della città e della sua Amministrazione da almeno tre anni. Tra feste, tartine, candidati…e misfatti.


Un evento di tutto rispetto quello di domenica quindici novembre duemilanove al nuovo porto di Senigallia. Ci sono tutti i rappresentanti delle maggioranze politiche delle amministrazioni locali che, come noto, fanno parte dello stesso soggetto partitico. Ci sono tutte le istituzioni rappresentate dalle loro massime autorità in luogo. Ci sono diverse associazioni. C’è la banda musicale. C’è una motolancia dei Vigili del Fuoco marittimi che compie uno spettacolo acquatico con i propri getti. C’è la famosa motonave Azzurra che offre il giretto della darsena per meglio comprendere l’importanza di ciò che si festeggia. Ci sono conferenze e dibattiti. Non mancano manicaretti di pesce gratuiti per tutti. E naturalmente c’è qualche centinaio di cittadini.
Peccato però che a quanto pare manca proprio il festeggiato. Ovvero il nuovo porto nella sua completezza.
Mancano i nuovi posti barca attrezzati e di conseguenza pure i nuovi panfili e gli yachts attraccati. Qualcuno giustifica la loro assenza con la mancanza del grand-hotel che presto sorgerà per completare il pittoresco quadro. Mancano i fantomatici chioschi, i bar, i locali commerciali, che dovrebbero riempire la nuova passeggiata dei senigalliesi e dei turisti. Qualcuno risponde: beh! arriveranno…siate fiduciosi! Manca un’adeguata sistemazione alla vendita del pesce come giorni fa aveva fatto notare il blogger Franco Giannini. Qualcun’altro dice: abbiate pazienza! I vecchi rottami del cantiere Navalmeccanico sono ancora al loro posto. Anche se l’assessore di riferimento aveva annunciato all’inizio del duemilaotto che sarebbero stati definitivamente rimossi nell’arco dell’anno. Non c’è traccia per il momento di una nuova viabilità che regoli tutta l’area. Nessuno tenta di parlare del congiungimento dei lungomari. Eppure stavolta è ben presente sui progetti ma sempre lontano da qualsiasi pronunciamento. La più grande opera popolare che cambierebbe il volto turistico della città pare sia considerata alla stregua di un tabù, una bestemmia, senza comprenderne il perché. Ad oggi non si percepiscono interessamenti imprenditoriali di nessun genere sull’area. Comunque sia tutto il porto sarà il trampolino di lancio per il futuro di Senigallia, ci rassicurano. Mancano chiarimenti su alcuni misfatti emersi. Naturalmente silenzio assoluto.
Allora viene spontaneamente da domandarsi a che cosa serve questa inaugurazione?? Ovvero, che cosa si festeggia??
Un pontile recentemente rifatto ed allungato e qualche altra balaustra di contenimento. Ne sanno qualcosa le centinaia di cittadini accorsi all’evento di pubblica risonanza per spezzare più che altro la monotonia della domenica, a giudicare dai silenzi e dagli sguardi persi fra i flutti e su qualche struttura di cemento armato.
Preparato e spolverato in tutta fretta, pare quasi per far coincidere la festa con l’immediata vigilia delle primarie del centro-sinistra senigalliese. Casualmente, di quella stessa parte già governante. Casualmente, dove vi partecipa come candidato anche il principale amministratore artefice del nuovo porto. Naturalmente sarà pure una semplice coincidenza la vicinanza con le elezioni comunali che avverranno tra poco più di quattro mesi.
Il corteo inaugurale appare molto più simile a quello mortuario. In testa la banda musicale cittadina con una limitata rappresentanza di tre bersaglieri in pensione. Poi seguono tutte le Forze dell’Ordine e la Marina Militare. Ecco allora il drappello dei politici scomposto dai chiacchiericci e dai bacioni. Immancabile pure la porpora del vescovo fra le cravatte, i tailleurs e i gessati. Poi la coda di cittadini al seguito, alcuni mezzi sorridenti, altri mezzi rintronati dal nulla, altri ancora sonnolenti dai postumi del pranzo domenicale. Presenza di spettatori giovani quasi nulla. Tutti dai cinquanta in su. Sempre presente la flotta dei giornalisti, dei presentatori e dei fotografi ufficiali.
C’è persino il servizio navetta gratuito con autobus Bucci dal pontile al Circolo Nautico. L’audio viene diffuso addirittura in tutto il porto per permettere di ascoltare quello che dicono gli amministratori anche a distanza.
Peccato che passato il giorno d’inaugurazione il nuovo “porto di mare” appare alquanto spoglio, ottimo per fare passeggiate jogging e per il momento null’altro.
Gli amministratori cittadini improntano il discorso sull’autocelebrazione. La Presidente della Provincia di Ancona Casagrande manifesta la propria gioia perdendosi nel vago e nei ringraziamenti. Quando si parla di porti la Provincia è artefice e collaboratrice. Quando si parla di erosione ad appena otto chilometri più a sud, la stessa, scarica ogni responsabilità perché non è di sua competenza. Il Presidente della Regione Spacca parla di sviluppo e opportunità per il futuro. Anche se al momento non c’è nulla all’orizzonte. Poi racconta che il nuovo porto fa parte di un piano generale regionale di porti e coste. Naturalmente nessun riferimento alla popolazione di Marina di Montemarciano che già si prepara ad una prossima drammatica mareggiata non avendo ricevuto ancora dopo un anno le tanto promesse parziali scogliere.
La vicenda dei fanghi tossici esportati a San Benedetto del Tronto svanisce nel nulla. Saltata alla ribalta sulla stampa per un paio di giorni, a Senigallia non è stata nemmeno sfiorata. E proprio il governatore regionale durante il proprio discorso afferma: “un ringraziamento particolare va a Sen Benedetto del Tronto per aver accolto questi fanghi, che di questi tempi, si sa…”.
Le attività commerciali che sorgeranno saranno quasi sicuramente in mano ai soliti imprenditori cittadini che operano già nei campi della ristorazione, della ricettività, degli affari. C’è il sospetto che la creazione di opportunità di lavoro sarà alquanto scarna, assolutamente stagionale e dipendente.
Le nuove vie di accesso verranno realizzate in concomitanza con l’elevazione dell’hotel a cinque stelle. Osservando i progetti si teme una nuova ondata di confusione generale sulla mobilità cittadina che a questo punto non potrebbe nemmeno far più affidamento sul “salvataggio” dato dalla Complanare.
Mai udita ancora una lontana probabilità di creare un collegamento marittimo con altre destinazioni per scopi turistici ed anche commerciali. Potrebbe essere la vera occasione di sviluppo per tutto il comprensorio e soprattutto la reale prospettiva di occupazione sicura differente da quella di camerieri e baristi pagati in nero. L’attracco di un piccolo traghetto o un aliscafo non consentirebbe solamente di aprire a Senigallia una porta diretta verso mete persino estere, bensì un ampia panoramica di offerte di lavoro: ormeggiatori, facchini, operatori turistici, poliziotti di frontiera, doganieri, spedizionieri…Stranamente, nessuno in città pare abbia ancora avanzato l’idea.
Allora ci si interroga pure di quale porto stiamo parlando. Una struttura concepita per l’uso privato la cui parte pubblica è circoscritta alle passeggiate e alle granite oppure un opera complessivamente pronta a sviluppare le esigenze della pesca, del turismo, della movimentazione di merci e persone??

Se come definito da qualcuno il nuovo porto “nasce già vecchio”, anche la sua prematura inaugurazione appare alquanto fuori luogo.
A meno che non serva per qualcos’altro.