lunedì 29 giugno 2009

FUORI PROGRAMMA 11 - Marina di Montemarciano: parte la stagione turistica

Mentre fra gli operatori senigalliesi divampano le classiche polemiche ridicole d’inizio estate, poco distante, oltre il confine sud, parte la stagione turistica di Marina. Se si può definire ancora così.


E ci siamo. Anche a Marina di Montemarciano è partita la stagione balneare da qualche settimana. Migliaia di bagnanti provenienti dai comuni della Vallesina e da Ancona hanno invaso la spiaggia casebruciatese come di consueto nei primi giorni festivi di sole.
Così, mentre nella confinante Senigallia dalla rinomatissima spiaggia di velluto non mancano i borbotti degli operatori per i risaputi e giganteschi problemi legati alle attività turistiche vediamo come se la passano coloro che scelgono ancora di lavorare o “vacanzare” sul lungomare di Marina.
Occorre però fare una distinzione temporale per comprendere meglio la situazione. Tenendo presente che altre spiagge sono pronte già da mesi per affrontare la stagione.

Domenica 24 Maggio
A due settimane dalle elezioni amministrative per il comune, la nostra rubrica visita il tratto di costa in questione.
La prima impressione sul posto porta inevitabilmente a pensare che se un fantomatico gruppo di individui o enti si fosse messo ad un tavolo per decidere la distruzione di questa striscia di territorio e di tutte le sue attività connesse, mai sarebbe riuscito a farlo così bene come risulta al momento.
Intanto di primo acchito colpisce l’impossibilità d’accesso alla costa. Dei quattro sottopassaggi carrabili al servizio della cittadinanza ne sono operativi solamente due. I più ampi sono stati chiusi per lavori di straordinaria manutenzione che le Ferrovie dello Stato hanno deciso, guarda caso per l’estate 2009 e contemporaneamente. Rimangono quello del confine con Falconara Marittima (zona Montecatini) alto 1,60 metri e quello dirimpetto al ristorante-stabilimento Il Bertoldo che misura appena 2,00 metri. Ciò suscita non poche preoccupazioni da punto di vista della sicurezza dell’area. Ci si domanda come i mezzi di soccorso possano raggiungere la spiaggia di Marina in caso di una emergenza di qualsiasi tipo. L’unica possibilità è in zona Ciarnin di Senigallia. Non bastassero i carrabili, nemmeno i pedonali promettono molto. Quello che attraversa il torrente Rubiano per condurre direttamente al mare, già concepito in una maniera oscena in mezzo ad una palude in condizioni igieniche tutt’altro che accettabili, risulta praticamente distrutto con pericolo di ulteriori crolli e caduta di elementi. E così anche raggiungere il mare dal paese diventa una vera e propria avventura sia a piedi, sia in bicicletta, sia con i mezzi motorizzati. La spiaggia nel complesso si presenta come un vero e proprio cantiere edile in piena attività. Non mancano infatti scogli qua e là e montagne di ghiaia ovunque che servirebbero come ripascimento artificiale, ma che per il momento rimangono stoccati in attesa di essere collocati. Ruspe, rulli compressori, mezzi pesanti e accessori sono parcheggiati proprio sull’arenile, vicino ai locali o tra un ombrellone e una sdraio. E anche in questo caso le misure di sicurezza sono del tutto discutibili. Compare poi un fantomatico cartello in zona Ristorante Mirella che proibisce la sosta e l’accesso veicolare privato sull’arenile. Sempre che ve ne sia rimasta una strisciolina…Nel frattempo tra divieti per violazioni inesistenti e tintarelle nascoste tra i cumuli si procede alla ricostruzione a tutto spiano. Si tenta di far risorgere il Bananas e il Comune cerca di ricostruire il tratto di lungomare divelto. Ma dei tanto agognati lavori di rafforzamento e protezione annunciati con una certa sicurezza nei primi mesi dell’anno nemmeno l’ombra.

Domenica 31 Maggio
Ad una settimana esatta dalle votazioni magicamente vengono ultimati i lavori di recupero del sottopasso Buglioni (quello centrale dei due grandi) che si presenta agibile. Davvero una strana coincidenza. Tutto il resto rimane invariato. Di sicuro c’è solo che per sistemare tutto rapidamente ci vorrebbe un miracolo.

Domenica 14 Giugno
Stessa storia e disagi di sempre. I turisti invadono naturalmente la costa e si appartano come internati fra cumuli di ghiaia, pale meccaniche e scogliere improvvisate.

Durante questi giorni poi Una Vacanza Dimenticabile ha avuto il piacere di intervistare Paolo Donati titolare degli omonimi bagni, uno dei due stabilimenti cancellati dalle sciagure dello scorso dicembre. Arrivati sul posto già ci meravigliamo delle condizioni nella quale riesce ad operare. L’arenile è rappresentato da una strisciolina inferiore ai dieci metri di ampiezza sul quale dovrebbe esercitare l’attività. Metà delle cabine sono poi appoggiate dallo scorso inverno tra strada e ferrovia per poterle salvare dalla furia e non hanno ancora possibilità di essere ricollocate nella loro sede. “Ho iniziato questa attività nel 1983, ho superato delle difficoltà ed ho avuto anche tante soddisfazioni – ci dice – ma per la prima volta, quest’anno, non sono sicuro di poter andare avanti o completare la stagione. E non è di certo per colpa mia. Queste poche persone che ho qui oggi sono clienti da tanti anni e continuano ad essermi fedeli. A questo punto devo meravigliarmi pure di questo". E con estrema pacatezza tipica della sua persona non si sottrae a critiche: “Il primo ripascimento che ho ricevuto per ricostruire l’arenile è stato del tutto insufficiente. Inoltre era costituito dallo strato superficiale di ghiaia proveniente da Senigallia completo di tutta la classica sporcizia che si deposita fuori stagione. Allora ho richiesto altro materiale al comune lottando per qualche camion. Quando l’ho ricevuto è durato appena qualche giorno. Le onde lo hanno già asportato”. Ma non finisce qui. “La cosa più singolare è forse pensare che opero regolarmente come stabilimento balneare registrato da anni e devo quindi rendere conto ad enti che mi controllano, mantenere le autorizzazioni e versare le dovute tasse. Questo nonostante la disastrata situazione. Tanto per far un esempio una volta mi hanno verificato persino le dimensioni dei cerotti nella valigetta di primo soccorso e durante una stagione mi hanno multato di mille Euro per essermi dimenticato di mettere fuori dalla cabina un accessorio per il salvataggio. Contemporaneamente assisto nelle vicinanze a baretti che dispongono gratuitamente di sdraio per la propria clientela. Pare addirittura siano stati autorizzati dal Comune". Ma nella conversazione sorgono altri elementi interessanti: “Durante lo sfogo di una mareggiata dello scorso Dicembre ho chiesto sul luogo assistenza alla Protezione Civile che già stava operando. Mi è stato risposto che l’ente non si adopera per casi privati. Così ho dovuto arrangiarmi da solo salvando il salvabile. Poi dal Comune ci hanno chiesto di quantificare i danni entro e non oltre le quarantotto ore. A tutt’oggi nonostante la fretta imposta posso affermare che non sono mai stati considerati per mancanza di fondi”. Infine, alla domanda se viene assistito da associazioni della stessa categoria delle spiagge limitrofe e se gradirebbe un interessamento da queste anche per problematiche comuni come l’aumento dei canoni demaniali, risponde: “Naturalmente avrei piacere di confrontarmi con i sindacati dei bagnini e i miei colleghi. Purtroppo non sono mai stato contattato da nessuno. Ciò mi lascia intendere che al di là dei confini territoriali la spiaggia di Marina non interessa proprio”.
La cosa più sorprendente però è forse vivere il lungomare casebruciatese di notte. I locali sopravvissuti e completamente rinnovati richiamano incredibilmente ancora migliaia di persone che riempiono i parcheggi disponibili per chilometri e danno sicuramente vita ad una zona altrimenti tristissima. Le luci dei disco-bar si alternano a tratti di buio totale dove vedere anche un lampione in più funzionante, da trent’anni, rappresenterebbe una conquista per l’umanità. Contemporaneamente, durante le stesse ore notturne, in cima la salita del colle di Montemarciano, quando al massimo è possibile incontrare qualche gatto randagio, sembra improvvisamente di stare in pieno mezzogiorno, abbagliati da una illuminazione pubblica esagerata. Anche questo è un esempio di come si è amministrato il territorio fin d’ora.
Nonostante il successo dei disco-bar è evidente che la costa montemarcianese vivrà una stagione balneare alquanto difficile.
Ma fra danni e rovine rimane almeno un aspetto alquanto positivo. Crescono esponenzialmente i topless e i perizoma sulla spiaggia di Marina di Montemarciano, oramai preferita dalle donne libertine della provincia che si appartano fra gli anfratti naturali creati dalle continue mareggiate e dagli scogli buttati un pò ovunque e senza criterio, per godere integralmente del sole ed in maniera piuttosto piccante.
A questo punto dobbiamo solo sperare che dopo il decreto anti-prostituzione, il ministro-soubrette Carfagna, in aria di castità e “provando orrore di chi fa commercio del proprio corpo” non voglia intervenire pure sulla tintarella osè…
Nel caso accadesse pure questo la spiaggia di Marina risulterebbe oramai idonea solo per un cimitero.
Purchè sempre protetto da scogliere, naturalmente.