mercoledì 29 aprile 2009

ATTO IV - Per i topi si, per le persone no…Le fogne di velluto

Questo è il titolo della nuova inchiesta che desideravamo fare da qualche anno. Di che cosa si tratta? E’ tanto banale quanto scontato e sotto gli occhi di tutti. Sembra uno scherzo eppure è quello che accade in città da troppo tempo e nessuno osa aprirci bocca sopra…Una cosa è certa, nella sua infinita ospitalità la Spiaggia di Velluto accoglie anche numerose colonie di pantegane “in vacanza”, tutto l’anno però...


Prima di iniziare vogliamo che sia percepito un concetto preliminare. Nessuno intende mettere in discussione il diritto di proprietà privata altrui, quando vi sia almeno una interazione umana sul possedimento in un arco di dieci anni. E dogma sia.
Quindi se qualcuno di voi possiede in prima persona o conosce un proprietario di un immobile che frequenta o fa frequentare anche solo una volta ogni otto anni, per esempio, per andarci ad estirpare la giungla di vegetazione spontanea che nel frattempo lo avrà ricoperto dall’ultima volta che ci ha messo piede, può stare tranquillo…non gli reclamiamo nulla…o meglio, non ci piace il sistema (e lo dovrebbe dire lo Stato attraverso magari i comuni…) ma in ogni modo non ci scagliamo contro di lui.
Il discorso però cambia se si supera il decennio e se proprio nel caso del settore immobiliare c’è dietro una pesantissima speculazione assai poco legittima ed alquanto immorale che da troppo tempo rovina solo l’ultimo anello della catena, ovvero quello di chi può pagare il meno possibile, quello di chi non può ammortizzare le spese con qualcos’altro, quello che ne ha necessità solo ed esclusivamente per vivere (o sopravvivere): l’inquilino medio. E se la situazione diventa una urgenza data l’insostenibilità tanto a livello nazionale quanto a livello locale ci si auspica un intervento quanto meno dalle istituzioni che non devono essere presenti con tanto di stemmi solo sulle carte d’identità o sulle multe emesse per sei km/h in più ed inoltrate per posta.
In una città come Senigallia dove s’inaugura un appartamento per uso popolare ogni decennio, dove il prezzo del metro quadrato ha oramai superato i tremila Euro anche nella meno servita periferia, dove le quaranta e oltre agenzie immobiliari che hanno nelle mani il mercato, dopo aver fatto lo smacco durante gli ultimi dieci anni, ora lamentano uno stallo nelle vendite, dove nonostante tutto ciò si debba assistere quotidianamente a spettacoli di stabili abbandonati, vere e proprie fogne a cielo aperto anche nelle zone più centrali,…rende l’idea di come la situazione che ancora si tenta vanamente ed irresponsabilmente di mascherare sia diventata insostenibile.
E oramai sembra pure quasi scontato lo spettro della fotocopia di quanto avvenuto nel 2001 in Argentina.
Personalmente da quando mi hanno partorito (e sono passati già tre decenni) assisto ogni giorno a Senigallia alle solite scene di degrado privato sia in centro sia in periferia…Gli immobili abbandonati sono a decine ogni dove: dall’inizio del centralissimo Viale Leopardi alla periferia, dalla primissima Via Sanzio in prossimità delle vie storiche ai lungomari, dalle frazioni al cuore della città. Una usanza quella speculativa tanto infame quanto sfrontata, non guarda in faccia nessuno e soprattutto nessun luogo.
Trent’anni sono passati. Trent’anni o forse più. Due generazioni sono venute al mondo. Qualcuno nel frattempo ha cominciato a lavorare e si è pensionato. Sarebbe persino difficile contare quanti sindaci, amministratori, assessori, dirigenti pubblici e privati si sono succeduti. Chissà quanti altrettanti deputati e politici locali e nazionali. Nonostante la storia vada avanti, le “fogne di velluto” senigalliesi sono ancora lì, senza che nessuno abbia mai osato piantarci un chiodo o qualche cittadino, o pubblico personaggio, abbia aperto bocca seriamente a loro sfavore…
Compongono un bouquet colorito e profumato di meravigliose cartoline per la promozione turistica della città e l’invito alla gente. Ma mentre i visitatori della “spiaggia di velluto” ne possono ammirare increduli il loro fascino durante qualche giorno di villeggiatura, risultano assai nocive al sistema nervoso (forse più di quanto lo sia lo smog) di chi combatte quotidianamente la lotta per un tetto a Senigallia e se le ritrova davanti praticamente ogni dì. Non sono nemmeno tanto innocue ai cittadini stessi che non hanno problemi di dove passare la notte, visti i cornicioni pericolanti, le tegole in bilico e le persiane che sembrano dire all’alba di ogni giorno da trent’anni: guarda che oggi cado…!!
Ristrutturarli oramai non è più possibile perché a causa del logorio e della congiuntura sopraggiunta non è conveniente. Ma in alcuni casi sono gli ultimi pezzi “in” che la città può offrire e che potrebbero in essere venduti a peso d’oro solo per l’aria che occupano, forse secondo l’idea dei proprietari, questi innominati (ed innominabili).
E se qualche disgraziato extra-comunitario (e ormai anche qualche italiano) tenta di trovarci rifugio consapevole che nemmeno nel proprio paese di provenienza possa trovare tugurii tanto lugubri e malsani, nell’arco di brevissimi tempi appaiono le Forze dell’Ordine per gli sgomberi, sollecitati nel frattempo da non si sa quale altro fantasma. Forse quello stesso che vi vive dentro. E’ successo proprio l’anno scorso con la notizia che ha dato tanto scalpore delle topaie occupate lungo il porto. E pochi mesi fa altri casi ancora.
Oramai siamo di gran lunga abituati all’inesistenza delle istituzioni per questi casi, tanto è che non s’è mai sentita una parola dalla bocca di qualche amministratore, dirigente, pubblico personaggio in tutti questi anni.
Allora che altro dobbiamo dire o a quale santo dobbiamo oramai rivolgerci per districare questa situazione?
Forse ci conviene rassegnarci, tanto siamo italiani e geneticamente “bamboccioni”…Forse ci conviene riconoscere che alla fine risultano solamente ottimi per la colonizzazione di pantegane e piccioni con la situazione igienica facilmente immaginabile. Aree franche in pieni centri abitati dove vige la legge della giungla.
Naturalmente non accade solo qui da noi (se no sembra che voglia essere cattivo per forza con questa città…). Lasciamo per un momento Senigallia e trasferiamoci proprio in Argentina. Nella città di Rosario (1.350.000 abitanti - http://www.laguiaderosario.com/la_ciudad/) nonostante gli ultimi casini politici e i tracolli economici e sociali la vita non si differenzia affatto da quella nostrana. Precarietà sul lavoro, salari bassi, inflazione, prezzi degli immobili cari…è la stessa pappa che siamo costretti a mangiare noi del cosiddetto “primo mondo” e nella Unione Europea.
Un caro amico anche lui di trenta anni qualche tempo fa, non sapendo come tutti i giovani dove ricavare quello spazio di vita privata di cui una persona ad una certa età ha bisogno, ha avuto la bella idea di occupare uno stabile abbandonato. Si tratta di un immobile su due livelli per un massimo di 120 mq. appiccicato ad altri regolarmente abitati che era in stato di abbandono e non rivendicato da nessuno. Lo ha occupato, lo ha sistemato alla meglio e oggi ne è diventato proprietario di diritto, senza se, senza ma...
Ma questo accade in una nazione del terzo mondo… allora come esempio non vale, no?
Mentre nel nostro “belpaese”, patria del giurismo, della giurisprudenza, del diritto civile sin dai tempi dell’Impero Romano e della democrazia esportata ogni dove negli ultimi decenni, manco a pensarla una cosa così…Se lo stesso edificio fosse stato ubicato nel territorio senigalliese sarebbe apparso qualche fantasma dal nulla e avrebbe rivendicato almeno ottantamila Euro con il benestare di incredibili cavilli legali.
Ma se tali necessità e problematiche da affrontare le abbiamo anche nella nostra quotidianità perché non riusciamo a realizzare un’apertura morale, civile, sociale per chi ha realmente bisogno per potervi passare la notte o a chi ha semplicemente una scarsa disponibilità economica e una famiglia da mantenere?
Perché poi questa inettitudine è stata immediatamente superata per quanto riguardano per esempio i fondi presenti sui conti correnti bancari fermi da almeno dieci anni?? Proprio nell’estate scorsa è stato dato l’ultimo avviso per rinvigorire la legittima proprietà dei conti congelati per assenza di operazioni degli stessi titolari. Non si è fatto vivo nessuno. Risultato: dieci miliardi di Euro versati dalle banche nelle casse dell’erario.
Se lo Stato può confiscare denaro fermo da lungo tempo, immobili a chi ospita amichevolmente (anche perché gli fa pena) un essere umano senza quel pezzo di carta chiamato permesso di soggiorno, autovetture a chi guida con un bicchiere di troppo, perché non può almeno imporre alle proprietà il più semplice mantenimento del decoro ed il più basilare igiene consentito??
Ci piacerebbe poi conoscere anche il parere ed il consiglio di tante associazioni culturali/sociali locali che qualche volta fanno capolino sulla stampa, quando magari hanno tagliato l’albero davanti a casa di qualche simpatizzante, o il presidente ha preso una multa per divieto di sosta…Già perché proprio a Senigallia ne sembra sorgere una alla settimana da un pò di tempo a questa parte, ma nessuna ha dimostrato ancora di volersi prendere a cuore seriamente anche uno solo dei problemi comuni della città, quelli che riguardano tutti e specialmente i più deboli.
L’immoralità sullo sfruttamento speculativo immobiliare è talmente enorme che non sarebbe male se vi intervenisse pure la Chiesa nella figura locale rappresentate della Curia senigalliese. Dispiacerebbe infatti trovare sui primi banchi o all’uscita delle parrocchie cittadine qualche noto profittatore magari apparentemente assai più devoto di tanti altri e con l’assunzione pure del SS.Sacramento. Il Santo Padre ha preso una posizione ben precisa durante il suo viaggio in Francia sulla somministrazione della Comunione ai divorziati: no secco…Mentre per chi affitta a cinquecento Euro un monolocale in nero o specula d’altra maniera dovrebbe essere ancora tutto consentito o per lo meno vige uno strano silenzio per così dire …ecclesiastico…
Non si sa se questa inchiesta porterà a qualche sviluppo o tanto meno cambierà qualcosa da domani mattina, abituati alla solita e stessa aria rarefatta che respiriamo da praticamente sempre (niente paura non si trattano degli scarichi dei motori o delle ciminiere) e che nessuna nuova politica per quanto autodefinita innovativa sembra capace di bonificarla. Di sicuro però ci si chiede come mai sotto i nasi di tutti residenti e non, visitatori e turisti, questa situazione si sia protratta sino ad oggi e per quanto tempo ancora si voglia seguire così. Lo schiaffo alla miseria è tale che rende colpevole nel profondo della coscienza anche chi non ha responsabilità dirette come un qualunque cittadino passante.
Ciò che comunque è accaduto in città in questi ultimi decenni ha un risvolto estremamente triste dal profilo umano, igienico-sanitario, politico, morale, logico.
Le patine dei nuovi porti turistici, grand-hotel a cinque stelle, piani di recupero settecentesco del centro storico,…quanto potranno ancora offuscare una situazione sociale appesa ad un filo??



L’inchiesta è stata elaborata nell’Agosto 2008 - Novembre 2008