sabato 30 aprile 2011

L'agenda politica senigalliese? La detto io dalla Bolivia...

Mi trovavo a circa dodicimila chilometri di distanza dalla Spiaggia di Velluto lo scorso febbraio, quando all’improvviso mi sono accorto di una serie di coincidenze, ironia della sorte, troppo lontane dalla semplice casualità.

Avendo come unico strumento di contatto con il mondo esterno un computer affittato ad ore ed una connessione ad Internet, quotidianamente dedicavo un pochino della mia giornata anche alla ricerca di notizie sugli eventi legati ai miei luoghi, offerte ovviamente dai giornali on-line.

In alcuni casi mi permettevo pure di entrare nei dibattiti con la formula del commento prevista proprio su questo genere di quotidiani cittadini.

Il giorno ventitre febbraio, per esempio, leggendo un comunicato stampa di Enrico Rimini e Alessandro Cicconi Massi, consiglieri PDL, circa le interrogazioni presentate in consiglio sui dubbi legati all’ennesima nuova viabilità e relativi divieti imposti, mi domandavo postando una nota in fondo se a guidare le attività dell’intero gruppo fossero solo due persone e perché non comparissero mai altri eletti neppure una volta l’anno con un semplice pensiero sulla città.

Mi riferivo specialmente a quel rappresentante con più preferenze in assoluto ottenute nell’ultima tornata elettorale: Gabriele Cameruccio.

Ecco allora che il giorno due marzo, prima uscita pubblica del partito successiva al fatto, veniva indetta una conferenza stampa del Popolo della Libertà con proprio il consigliere Cameruccio al centro del tavolo dei relatori che spiegava le ragioni del no e le proposte del suo gruppo, che nel frattempo rimaneva silenzioso ai lati.

Il nove marzo il consigliere Mario Fiore di Vivi Senigallia, interveniva ancora sulla stampa su una comune scazzottata avvenuta all’esterno della nota discoteca Mamamia, come se dalla notte dei tempi, fuori dai locali di tutto il mondo non fosse mai accaduto un avvenimento di tale portata.

L’articolo autoredatto e alquanto vago si presentava infatti con il seguente interrogativo: “perché succedono questi fatti?”

Un commentatore misterioso si domandava allora circa l’utilità e le potenzialità del ruolo del consigliere comunale in tali situazioni: se tentare di risolvere qualche problema o adagiarsi a scrivere vuoti comunicati. Ed io replicavo dalla Bolivia al commentatore affermando che il consigliere comunale o politico cittadino dovrebbe coinvolgere i colleghi e convocare i gestori delle attività in questione per intraprendere una conversazione anche informale individuando cause ed eventuali rimedi.

Stessa cosa avrebbe potuto fare un’amministrazione comunale anche per mezzo dei suoi assessori.

Coglievo anche l’occasione per criticare l’apparizione quasi quotidiana sui giornali di una certa parte di politica senigalliese con articoli sterili ed incomprensibili atti solamente a creare visibilità per il soggetto di turno, nonchè la pessima scelta del nome, la mancanza di basi e l’infruttuosità del programma comunale Sballo Positivo per un tentativo di recupero giovanile.

E appena due giorni più tardi, riecco Fiore sulla stampa locale: “In seguito all’intervento (quale? il mio?) ho avuto modo di discutere con tante persone che mi hanno contattato seriamente sul problema che ha caratterizzato la chiusura del Mamamia di Senigallia. Il mio intervento era incentrato proprio nel sollevare la questione e far partecipare il più possibile la gente su un problema che corre il rischio di essere solamente sottovalutato. (…) Ho potuto constatare diversi punti di vista. Infatti il ruolo di ogni consigliere di maggioranza è proprio quello di far crescere la città insieme all’Amministrazione, portando al centro dell’attenzione le difficoltà per poter muoversi all’interno delle istituzioni e cercare di risolverle, con l’aiuto di tutti e con il dialogo. (…) A tal proposito ecco alcune proposte che si potrebbero mettere in campo per risolvere il problema o quanto meno arginarlo. Occorre per principio partire con una campagna di sensibilizzazione e informazione nei giovani, (…) è opportuno mettere regole più rigide per i locali e discoteche, (…) creare un dialogo formativo con i gestori in modo da poter rendere più sicuri questi luoghi, (…) cercare di coinvolgere il più possibile i giovani con spettacoli, concerti e altre iniziative create magari da loro stessi in collaborazione con il Comune. Proprio quest’ultima cosa è il principio di “Sballo positivo” che, in collaborazione con i vigili, cerca di sensibilizzare i giovani rendendoli partecipi verso iniziative positive. Proprio in questo ambito l’iniziativa, promossa dall’Assessore Campanile, sta dando i suoi frutti. E’ opportuno affrontare il problema dalla base (…)”

Rientrato invece in Italia da poche ore, tentavo di partecipare su suggerimento di un amico alla famosa “selezione per un esperto in accoglienza turistica” indetta dal Comune. La presentazione delle domande di partecipazione scadeva il giorno dieci. Essendo stato avvisato all’ultimo momento, visionavo il bando in estremo ritardo nella notte tra il giorno nove e dieci e mi accorgevo che le richieste incluse erano piuttosto strane: lauree in legge, economia, scienze politiche, esperienze nel settore turistico assolutamente facoltative e non indispensabili, scelta e nomina diretta del sindaco da una rosa di nomi estrapolati dai curricula presentati, assenza di prove o esami, colloqui conoscitivi assolutamente facoltativi. Il giorno dieci chiedevo allora un parere all’avvocato Roberto Paradisi, sia in qualità di legale, sia in qualità di consigliere, sia in qualità di politico cittadino che da sempre si distingue nella trattazione di casi simili.

Dopo l’uscita pubblica e solitaria di Paradisi sul caso ecco l’improvviso risveglio dalla sonnolenza di quasi tutti gli altri dell’opposizione, fatta eccezione dei soliti tre, quattro, che trovandosi in uno stato di coma irreversibile, persino in campagna elettorale, continuano a non dare segni di vita.

Ecco allora seguire Rimini sulla vicenda, poi Rebecchini, Mancini, Battisti, poi Marcantoni e Pazzani, uniti in un secondo momento a Paradisi, poi ancora Mancini, Battisti, Rebecchini.

Insomma, prima del mio rientro dall’estero nessuno si era accorto di un bando pubblico alquanto strano.

Nessuno dalla politica.

Nessuno dalla città.

Nemmeno i partecipanti stessi alla selezione.

La maggioranza non la citiamo neppure. Potrebbe essere sostituita direttamente da pupazzi di gomma.

Immaginatevi la sorpresa, ma anche la delusione, quando me ne sono reso conto: Senigallia, una cittadina con quarantacinquemila abitanti residenti, i dibattiti politici della quale vengono condizionati da un individuo, quasi sconosciuto, via Internet, e dall’altro lato del pianeta.