domenica 3 aprile 2011

FUORI PROGRAMMA 33 - Stato italiano: se ci sei...batti un colpo!

Sentite questa che vi racconto a bruciapelo tralasciando per una volta tutti i canoni del giornalismo. Sono di recente ritorno da un viaggio di carattere familiare-personale nel Brasile amazzonico. Durante il mio soggiorno in quel paese ho tentato di aprire un conto di supporto in banca per ogni evenienza.
Non sforzate la mente per interrogarvi sul motivo della mia necessità di avere un conto corrente estero…Vi risparmio io la fatica ed il dolore alle meningi, ve lo dico subito: per una eventuale e sempre più probabile fuga dalla mia nazione d’origine.
Nell’agenzia del Banco do Brasil di Epitaciolandia, piccolo paesino di carattere rurale con appena tredicimila anime al confine con la Bolivia, il locale è sempre pieno e gli impiegati, che pur sono una decina, non riescono più a gestire tutta la mole di lavoro. Oberati di mansioni, non vedono l’ora dell’apertura di un’altra filiale nella vicina Brasileia che viene promessa da tempo ma in realtà nessuno sa quando avverrà.
Questa è stata la prima ragione per il quale il direttore mi ha negato la disponibilità.
In realtà è la più piccola ed insignificante.
Purtroppo non possedendo ancora la documentazione brasiliana che mi consentirebbe di poter accedere in qualità di cittadino a tutti i servizi, alle funzioni e alle attività che quel paese offre, come del resto funziona in ogni stato del pianeta: residenza, CPF (codice fiscale), ecc., sarei legalmente (ed ovviamente) impossibilitato ad interfacciarmi con la nazione stessa.
Dunque ecco un altro motivo che non mi ha permesso di diventare cliente/utente della banca.
Giustissimo, per carità! Un turista, come infatti sono stato, straniero in permanenza temporanea, non può avere gli stessi diritti dei cittadini autoctoni.
E fin qui nulla di particolare.
Ma ora arriva il bello.
Il gérente della filiale mi ha fatto presente che sorge anche un altro vincolo. Per aprire il conto, il titolare deve predisporre pure di una comprovante di renda…Avete capito bene anche senza traduzione! La legge brasiliana per accedere ai servizi bancari è molto chiara. Obbliga chiunque di dimostrare la propria provenienza del denaro: se non possiedi un lavoro con contratto o una attività o proprietà che frutta incassi leciti e registrati per te le banche non esistono. Ovviamente per evitare il riciclaggio di fondi provenienti dalla malavita.
Immediatamente mi è venuta allora in mente la situazione del mio paese.
In Italia i transessuali brasiliani vivono da anni non si sa con quali documenti. Il permesso di soggiorno può essere rilasciato solo per motivi familiari (quale famiglia hanno qui?), lavoro (quale professione regolare esercitano?), motivi sanitari (per quali cure irrinunciabili si trovano qui?), motivi religiosi (per quale religione sono venuti?), studio (quali studi praticano?) o per ragioni politiche (di quali persecuzioni politiche sono vittime?). Da anni si prostituiscono in strada e in appartamenti con il veto apparente di una serie di leggi scorreggia. Da anni vendono il proprio deretano ovviamente illegalmente sul suolo italiano, ma in fondo essendo di loro proprietà, è inutile parlarne. Da anni possiedono immobili, auto lussuose e fuori serie che cambiano con una frequenza semestrale. Da anni sono titolari di conti correnti in varie banche del territorio. Da anni si presentano tutti i giorni in tarda mattinata all’ufficio postale di una frazione del comprensorio locale versando somme con banconote di piccolo taglio. Tant’è che tempo fa durante l’attesa alle file degli sportelli si riuscì ad ascoltare una telefonata di una impiegata alla direzione provinciale per chiedere come gestire la registrazione di un conto corrente alla voce “mestiere” di una colombiana che a detta dell’impiegata stessa batteva.
Ma niente paura…come avrete ben capito, in questo campo lo Stato italiano è talmente presente, vigile, forte, autoritario…che non sa addirittura neppure dove cominciare.
E’ stata una scelta dura e patita ma alla fine S.E. la Repubblica Italiana ha optato per il meglio: chiudiamo un occhio…anzi tutti e due…
Il risultato è stato evidente: illegalità e criminalità concessa in tutte le sfaccettature immaginabili. Evasione fiscale, estorsione, ricatto, sfruttamento della prostituzione, e chi più ne ha più ne metta…
Dopo aver seguito il filo logico di questa semplice esperienza narrata potete immaginarvi in quale maniera sono uscito dalla quella banca e ritornato a casa quel giorno.
Sono state ore di raiva total (rabbia totale) fino alla mattina successiva.
Ma non con il paese che mi stava ospitando…bensì col mio che permette tutto ciò.
Nonostante i diecimiladuecentotrenta chilometri di distanza il paradosso infinito giuridico-amministrativo italiano circondato dall’onnipotenza e dalla prepotenza delle stampelle dei novantenni, delle caste, dei colletti bianchi, degli ermellini, dei troni e delle sale regali delle istituzioni ha colpito e colpisce ancora, persino in maniera indiretta sull’altro lato del pianeta.
Non mi sarei mai immaginato di dovermi incazzare pure all’estero per colpa del mio paese d’origine.
Eppure è successo.